Sono l’ultimo sopravissuto dei Triangoli rosa, gli omosessuali vittime dei nazisti
Testimonianza raccolta da Nathalie Versieux tratta da Liberation (Francia) del 14 luglio 2008, liberamente tradotta da Dino M.
“L’evento avviene così tardivamente che nessuna delle vittime è presente ad assistervi”.
Così il ministro tedesco della cultura Bernd Neumann ha deplorato, a fine maggio (ndr 2008), l’assenza di sopravvissuti all’inaugurazione, nel centro di Berlino, del memoriale dedicato ai Triangoli rosa, ovvero alle vittime omosessuali del nazismo.
Nei dintorni di Mulhouse, Rudolf Brazda, vecchio Triangolo rosa di 95 anni, appresa quel giorno dalla televisione questa notizia decise subito di rompere il suo silenzio.
Sua nipote si mise in contatto con l’associazione dei gay e lesbiche tedeschi (LSVD) che invitò l’anziano uomo a Berlino per raccontare la sua storia.
Rudolf Brazda, nato in Sassonia da genitori cechi il 26 giugno 1913, aveva 20 anni esatti quando Hitler salì al potere.
Nel 1934, mentre viveva con il suo compagno, fu condannato a sei mesi di casa di correzione per omosessualità in virtù dell’articolo 175 del codice penale.
In seguito fu espulso in Cecoslovacchia, dove trovò lavoro in una troupe di teatro e di operetta, facendosi notare per le sue interpretazioni di Josephine Baker.
Dopo l’annessione dei Sudeti nel 1938, Rudolf Brezda vienne nuovamente arrestato e deportato nel campo di concentramento di Buchenwald dove fu costretto ai lavori forzati tra il 1941 e il 1945.
Ma Rudolf Brazda confessa di “aver sempre paura dei nazisti”, quelli di allora e quelli di oggi, i neonazisti che perseguitano gli omosessuali in nome della razza e della purezza dei costumi.
Dopo la guerra, Rudolf Brazda lasciò la Germania e si spostò in Francia, insieme al suo nuovo compagno con cui condividerà la sua vita per più di cinquant’anni, fino alla sua morte.
Le vittime omosessuali del nazismo sono state riabilitate solo nel 2002, ma non le persone condannate in virtù del paragrafo 175 dopo il 1945.
Pieno di vita, a suo agio sia in privato che in pubblico, vestito con una camicia rosa, Rudolf Brazda ha partecipato (…) alla partenza del Gay Pride di Berlino insieme al sindaco omosessuale, Klaus Wowereit. I due uomini in mattinata avevano insieme reso omaggio ai Triangoli rosa.
“Noi eravamo come loro”, ricorda commosso l’anziano uomo, guardando i due uomini a torso nudo che si abbracciano allacciati stretti sulla lapide del memoriale.
Testo originale: Rudolf Brazda, le symbole des Triangles roses, victimes homosexuelles des nazis