Sono omosessuale. I genitori del mio compagno non mi accettano. Che fare?
Lettera e risposta tratta dal sito psychologies.com (Francia) pubblicate nel luglio 2009, liberamente tradotte da Ilaria Polloni
Sono un giovane omosessuale che vive una delle più belle storie d’amore. Il problema è che i miei suoceri si rifiutano di incontrarmi: dicono di accettare l’orientamento sessuale del figlio (nonché mio partner), ma non sono pronti ad accettarmi come genero.
Non sono l’unico a vivere una situazione del genere, infatti, molti miei amici omosessuali hanno una storia simile. Vorrei capire perché alcuni suoceri adottano un atteggiamento di rifiuto verso i fidanzati dei loro figli.
Vincent, 19 anni
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Risposta di Isabelle Taubes (psicoterapeuta)
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Che curioso. Il caso da lei descritto è un fenomeno molto attuale. Le coppie eterosessuali cercano di distruggere le regole e di rivedere le relazioni amorose; molto spesso, accade loro di avere dei figli fuori dal matrimonio e, al tempo stesso, le coppie omosessuali diventano difensori accaniti dei valori familiari più tradizionali.
Caro Vincent, lei sta vivendo una storia d’amore meravigliosa, ha solo 19 anni…. Che bisogno ha di ufficializzare la sua unione facendosi riconoscere come «genero» dai «suoceri»? Non le pare che troppo rigore uccida la passione? È facile immaginare che, dopo secoli di silenzio forzato, le coppie omosessuali abbiano voglia di vivere il loro amore alla luce del sole, ma, mi domando ancora, perché ricadere in una sorta di caricatura di una vecchia coppia di sposini? Il suo sogno, dunque, è quello di pranzare il week-end con la sua famiglia acquisita?! Un giovane uomo di 19 anni non ha di meglio da fare?
Lei spera di comprendere perché i genitori del suo partner accettano le scelte sessuali del figlio, ma si ostinano a evitarla. L’unico mezzo per avere una risposta è il suo compagno, solo lui può discutere apertamente con i suoi genitori.
Noi non possiamo far altro che avanzare delle ipotesi: forse, a dispetto delle apparenze, loro vivono ancora male l’orientamento sessuale del figlio – che li priva della speranza di diventare nonni. Anche se voi due decideste di ricorrere all’adozione o ai servizi di una mamma in affitto, per i genitori del suo partner – ma anche per i suoi- sarebbe inevitabilmente diverso da un concepimento classico. Dal loro punto di vista, è uno scotto da pagare.
Inoltre, la sessualità e il piacere sessuale sono ancora dei tabù! Quando la gente incontra una coppia etero, può dimenticare -rimuovere- la dimensione sessuale che lega i due partner. Può pensare che i due siano uniti da un comune desiderio di completarsi, di avere dei figli… Niente di tutto questo ha a che vedere con una coppia omosessuale, dove, invece, l’assenza della possibilità di un concepimento biologico lascia trasparire la totale dimensione del sesso fisico.
È questo ciò che la società vede. Fino a poco tempo fa, esisteva ancora molta omofobia tra gli individui -per odio della differenza e per paura delle proprie pulsioni sessuali. La situazione è migliorata, ma è inutile chiedere alla gente di considerare in egual modo coppie omosessuali e coppie eterosessuali.
Se vogliamo essere sinceri, dato che non esiste una scelta sessuale meglio di un’altra, essere omo non è essere etero, giustamente. Invece di voler imitare la famiglia del mulino bianco, metta alla prova e coltivi questa differenza, solo così troverà la sua strada.
Infine, è facile dedurre che la sua storia d’amore non sia iniziata da molto, vista la sua giovane età. Chissà, forse in futuro i genitori del suo partner finiranno per riconoscerla, ma più come un essere umano, con un nome e un’identità. Sarà quello il giorno in cui accetteranno di incontrarla.
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Testo originale: «Homosexuel, je suis rejeté par les parents de mon ami. que faire?»