Sono un prete gay! Ma serve rimanere nella Chiesa cattolica dietro le barricate?
Testimonianza di José Mantero (Spagna) tratta da Quand les anges s’en mêlent, n. 21, Aprile-Giugno 2006, liberamente tradotta da Dino
Il primo febbraio 2002, con una mia foto sulla copertina della rivista gay Zero e le mie dichiarazioni all’interno, sono uscito dal chiuso isolamento che l’ipocrisia, il peccato e l’intolleranza eterosessista hanno costruito per tutte le persone omosessuali.
Avevo 39 anni ed erano 16 anni che ero sacerdote cattolico, un ministero ecclesiale che ho esercitato – innamorato di Cristo e del suo Vangelo e appassionato di costruire la sua Comunità – fino a che il 6 febbraio (dopo soli 5 giorni) il mio vescovo mi sospese dall’esercizio del sacerdozio nella Chiesa Cattolica.
Avevo pronunciato pubblicamente una frase, soltanto una : “Rendo grazie a Dio di essere gay”. Poichè essere omosessuale è, come la fede, la speranza e la carità, un dono del Padre che mi ama – che ci ama – con tutto il suo cuore con una eterna misericordia (Es 55,8).
Ed è per questo che io, punito dalla mia Chiesa, ero contento e lo sono ancora : fare coming out, nella Chiesa Cattolica significava e significa ancora ricevere ferite ed offrirle a Gesù, partecipare alle guerre del Regno dei Cieli.
Ho fatto la scelta di continuare la mia lotta all’interno della mia Chiesa d’origine, perchè pensavo che la cosa più realistica era di lavorare e se necessario anche combattere all’interno della Chiesa Cattolica, poichè credevo nella possibilità che la mia Chiesa si convertisse seguendo il Vangelo.
Sono ancora convinto che questo potrebbe essere possibile, malgrado Benedetto XVI e la sua brigata omofoba. Intanto, il prezzo che i gay e le lesbiche sono costretti a pagare (esclusioni, insulti, ingiurie, vessazioni…) dalla gerarchia cattolica, in particolare da parte del Papa e dei vescovi, è talmente grande, che è impossibile che il Signore possa volere tutto questo: quanti orrori, quante sofferenze!
Fare barricate all’interno della Chiesa stessa è una bella idea, magari un po’ romantica, ma senza dubbio fuori da qualsiasi realismo ed efficacia cristiana. Infatti non è cosa voluta da Dio.
Qualche giorno fa, stavo pregando col mio libro delle ore, ed ecco che Dio mi ha messo davanti agli occhi le parole belle e terribili del salmo 68: “A coloro che sono soli Dio procura un focolare, fa uscire i prigionieri con una felice liberazione, ma i ribelli abitano in un luoghi aridi” (Salmo 68,7 ).
Rimanere là, in una Chiesa omofoba non sarebbe forse un peccato contro la santa volontà di Dio Nostro padre? Non sarebbe un tentativo, assolutamente irragionevole, contro ogni buonsenso? Rimanere là, in una Chiesa omofoba, anche se combattendo e conducendo una guerra, non comporterebbe in fondo il cadere in una omofobia pratica? I “ribelli abitano in luoghi aridi”? Questo luogo sterile, senza vita, oggi per le persone omosessuali è proprio la Chiesa Cattolica.
Rimanerci , oltre che stupido, sarebbe anche in contrasto con i principi del Cristo. Ciascuno deve dare una risposta dal fondo del suo cuore, in modo intelligente e al cospetto di Dio. Ed ecco la Chiesa Jesus Metropolitan Community Church (MCC) nata dallo Spirito e dal Fuoco della lotta, come alternativa evangelica vitale e desiderabile.
Sono passati quattro anni dal mio coming out. Adesso ho 44 anni. E sono più prete di prima, ho sempre la passione per la Chiesa, non per la chiesa ufficiale, ma per la Chiesa che vuole il Signore, che include tutte le persone, con la loro diversità nel modo di amare e la varietà di colori dei figli dell’arcobaleno. Sia lodato Gesù Cristo, nei secoli dei secoli.
Testo originale: L’église au dedans des barricades