Sono una donna trans. Il mio incontro con papa Francesco: “la tua mano è stata la mia forza!”
Testimonianza di Roberta, una persona transgender di Kairos, il gruppo di cristiani LGBT+ di Firenze
Qualche settimana fa ho avuto il privilegio di partecipare ad un’udienza in Vaticano di Papa Francesco e di potergli stringere la mano. In tanti mi hanno chiesto di raccontare questa mia esperienza.
E’ stata una vera emozione trovarmi in piazza San Pietro quel mercoledì e vedere Papa Francesco arrivare con la sua Papa mobile e sentire che tutti lo acclamavano con “Viva Papa Francesco”.
Stare in quella piazza così gremita di persone è come essere in un grande abbraccio e si respira un’aria di pace e serenità. Questa è Piazza San Pietro, un insieme di gioia, emozioni, condivisione con chi ti è accanto.
Mio compagno di questo viaggio e di questa speciale esperienza è stato don Giovanni, che accompagna da tempo il cammino del gruppo Kairos, il gruppo di cristiani LGBT+ di Firenze, cosa che ha reso questo viaggio ancora più bello.
Siamo partiti il martedì sera perché la giornata per partecipare all’udienza papale inizia davvero molto presto! Alle 7.00 del mattino è iniziato il primo controllo di sicurezza e alle 7.30 il secondo.
Insieme a me e don Giovanni c’erano anche le persone che ci hanno permesso di essere lì, don Andrea Conocchia, il parroco delle persone transessuali a Torvaianica, e Suor Geneviève con altre due coppie.
Dopo l’udienza il Papa con la sua carrozzina e i suoi tanti collaboratori è passato fra le file dove eravamo seduti per poterlo salutare, più si avvicinava e più l’emozione saliva, così quando è arrivato da me ho fatto un grande respiro e mi sono presentata dandogli la mano e lui mi ha detto “Prega per me” e io gli ho risposto “sempre Sua Santità”.
Stringere quella mano calda, udire quella frase e sentirlo parlare nell’udienza della “fortezza”, tutto questo mi ha ridato la speranza che il brutto momento che sto attraversando passerà. Mi ha ridato la forza di andare avanti, come se quella mano che ho stretto e quell’aria che ho respirato in quella piazza, era ciò di cui avevo bisogno per ricominciare.
Poi si è avvicinato al Papa don Giovanni, che era accanto a me, si è presentato, gli ha raccontato del gruppo di cristiani LGBT+ di Firenze che accompagna. Papa Francesco gli ha risposto “Seguili, accompagnali, stagli accanto e non li abbandonare”, un altro momento davvero emozionante.
Dopo io, don Giovanni e don Andrea siamo andati all’interno del Vaticano. Mentre parlavamo con un prete, che è amico di don Giovanni, ecco entrare nella stanza un Vescovo che con aria sorpresa ci guarda e chiede “Che cosa sta succedendo qui?”. Con aria sorridente don Giovanni gli risponde “Stiamo cercando di deviare il suo segretario” e lì è partita una risata generale.
Poi don Giovanni ha fatto le presentazioni. Ha presentato me, Roberta, “una donna transessuale di Kairos”, don Andrea come “il parroco delle donne trans di Torvaianica” ed ha parlato del gruppo Kairos, di come lo accompagna. Il Vescovo subito ha deciso di ritirarsi, come se si fosse arreso alla realtà che gli abbiamo messo davanti.
Siamo rimasti a parlare col giovane prete che lavora in Vaticano e gli ho raccontato dell’importanza del gruppo Kairos, di quanto mi stanno aiutando in questo momento difficile della mia vita, dei legami forti che ho creati con molti di loro. Gli ho parlato del sostegno di don Giovanni e dell’importanza di conoscere le nostre storie con le loro difficoltà, comprese le storie delle donne transessuali che sono sulla strada, che sono quelle che don Andrea accoglie nella sua parrocchia, che non vanno condannate o giudicate perché oggi io ho potuto scegliere di non fare la loro vita grazie al gruppo Kairos, mentre invece loro No. Ricordo la frase di quel prete dopo il mio racconto: “Lo so, capisco, ma sai che non posso espormi”. Abbiamo pensato, va bene ma ci ha conosciuti.
Un’ultima foto di gruppo fuori nel cortile vaticano per immortalare questo momento, un pranzo insieme e poi il ritorno a Firenze. Questo viaggio e questa giornata “papale”, come l’ho chiamata io, mi hanno lasciato tanta ricchezza interiore e la pace di cui avevo bisogno. Mi ha fatto sentire una persona fortunata aver vissuto delle emozioni così speciali e, di quella piazza, conserverò un ricordo indelebile.
Ora quando vedo il Papa in televisione lo guardo e dico “Ti ho conosciuto papa Francesco, c’ero anch’io e la tua mano è stata la mia forza!” e ringrazio tutte le persone che mi hanno dato questa possibilità.