Sono una madre fortunata! Ecco perché ho fondato un gruppo per genitori con figli omosessuali
Testimonianza di Irma Fischer (Buenos Aires) tratta da familiaresdegays.org, liberamente tradotta da Franco Morelli
Fino a meno di dodici anni fa non sapevo nulla degli omosessuali. Sapevo che ce n’erano qua e là, non mi piacevano molto, un po’ mi davano fastidio, un po’ mi lasciavano indifferente.
E comunque si trattava sempre di cose che succedono agli altri. Non mi passò mai per la mente che anche questi omosessuali avessero una famiglia. Finché un giorno all’improvviso si sconvolse l’ordine del mio mondo.
In occasione di una mia visita mi scrisse che desiderava parlare con me. Dal momento che sapevo che aveva rotto il suo fidanzamento, immaginai che volesse parlarmi di qualche altra ragazza. E quando finalmente mi parlò mi disse che era gay e che noi genitori non avevamo nulla di cui rimproverarci, anzi, ci ringraziava per la buona educazione che gli avevamo dato.
Parlò per un’ora, il che era insolito per mio figlio sempre così taciturno ed introverso. Rimasi muta, scioccata, mi sembrava come se qualcuno mi stesse stringendo il cuore con una mano di ferro e di gelo.
Era quanto di più angustiante ed inatteso mi sia mai capitato nella vita. Come mai a noi, non succedono sempre agli altri queste cose? L’omosessualità per me era qualcosa di contro natura. In quell’ora interminabile sentivo di avere perso mio figlio.
Ora so che la mia reazione era uno dei molti modi nei quali un padre o una madre possono reagire. Ogni padre e ogni madre reagiscono secondo la propria personalità in base alla loro conoscenza dell’argomento.
A quel punto mio figlio tirò fuori un libretto, che evidentemente teneva già pronto, e mi disse che mi avrebbe lasciata da sola per quella notte. Era un libro edito dal Centro Nazionale di Educazione e Salute di Colonia, indirizzato specificatamente ai genitori di figli omosessuali.
Mi misi a leggerlo per tre ore filate. Cominciai a calmarmi e si aprì un mondo nuovo, sconosciuto, davanti a me. Appresi che le persone con orientamento omosessuale non hanno colpa di essere così, e neppure i loro genitori, che non si tratta di anormali o malati, ma che hanno semplicemente un orientamento sessuale diverso e che soprattutto hanno bisogno della comprensione e dell’amore delle loro famiglie.
Il libretto terminava con una lettera aperta di un gay ai propri genitori che lo avevano cacciato da casa. Mi commossi immensamente.
Il mattino seguente, quando tornò mio figlio, lo accolsi serena. Mi disse che mi dava tempo per elaborare il problema dentro di me, che quello che a me aveva prodotto uno shock di un momento, a lui era costato anni di incertezze, solitudine, disperazione, fino a quando accettò quello che gli stava capitando, avendo avuto l’appoggio e l’amicizia di un gruppo di omosessuali della sua città.
A me aveva causato uno stravolgimento nella mia vita. Dovevo adattarmi ad una situazione nuova e riorganizzare tutti i valori etici della mia vita.
Pensai che mio figlio doveva aver passato un vero inferno nel corso della sua adolescenza. Ora mi spiegavo perché tante volte lo vedevamo triste, mentre sembrava che non avesse voglia di vivere, senza amicizie maschili (ma con molte amiche).
Avevamo persino pensato di metterlo in un’altra scuola a 15 anni perché era completamente apatico e i professori dicevano che così non sarebbe stato promosso. Mi figlio mi disse che per lui la cosa più difficile fu confidare a me il suo orientamento sessuale (mio marito era morto due anni prima).
E ora lo ringrazio infinitamente per averlo fatto. Ho avuto la mia crisi, ma l’ho superata, ho recuperato mio figlio ed ora siamo più uniti che mai. Il mio mondo è cambiato, ma questa nuova esperienza, anziché procurarmi amarezza, ha generato una grande ricchezza nella mia vita.
E soprattutto ha generato in me il forte desiderio di aiutare gli altri omosessuali e i loro familiari. Ed è stato in questo modo che, insieme alla madre di una ragazza omosessuale, abbiamo fondato un gruppo di aiuto per i genitori di figli omosessuali e per i loro familiari a Buenos Aires.
Da allora sono passate molte persone per questo gruppo, genitori, familiari, figli omosessuali, operatori sociali e amici, in cerca di sostegno, comprensione e possibilità di scambio di esperienze. Mio figlio non è più solo. Ha trovato l’amicizia e l’affetto di un altro ragazzo. Si sente felice ed ha trovato la propria identità.
Ed io desidero solo dare questo messaggio ai genitori ed ai familiari di giovani con orientamento omosessuale: Accettate i vostri figli così come sono, anche se “diversi” nella loro sessualità! Sono persone come chiunque altro, con le loro virtù e i loro difetti, con la loro personalità definita, che hanno bisogno più degli altri di essere accettati e capiti.
Hanno bisogno di tutto l’amore delle loro famiglie!
Testo originale: Por qué me propuse fundar un Grupo de Padres de Hijos Homosexuales