Sono una madre sieropositiva. Dopo la disperazione oggi sento di esistere
Testimonianza di Salomé pubblicata su Têtu +: Le guide gratuit d’information sur le VIH et les hépatites: 2012-2013 (Francia), 2012, p.8, liberamente tradotta da Rita
Apre la porta con un gran sorriso, ti abbraccia bacia sulle guance. Salomé è fatta così, potente, calorosa, con un cuore grande come una papaia. All’inizio del 2010, è arrivata dal Camerun per vedere sua figlia. Per anni la sua salute non è andata bene ma, nel suo paese nessuno lo avrebbe sospettato. « E’ cominciato con mal di testa, dolori, senso di spossatezza, tedio. I medici mi hanno parlato di ipertensione, malaria, reumatismi e prescritto del paracetamolo… »
Nel 2008, le cose peggiorano. Salomé dimagrisce a vista d’occhio. Viene ricoverata in ospedale. Esami, analisi, ma ancora nessuna diagnosi precisa. Lei pensa sia un esaurimento nervoso. Alla fine questa vedova, madre di dieci figli, gestore di un’attività commerciale di abbigliamento e calzature, si decide a venire in Francia. Il 20 marzo, è a pranzo a casa di alcuni amici. Si sente molto male. «Pareva mi avessero versato fuoco vivo nello stomaco. » Un primo medico mi prescrive degli ipertensivi. Un altro mi fa ricoverare.
Alla fine, dopo tre settimane, un tirocinante le annuncia che è sieropositiva. «Mi dissi: questo è pazzo, i test sono sempre stati negativi!» Eppure, Salomè ha il virus. «Ho incontrato la psicologa. Mi ha detto che mi avrebbero curato e che potrei vivere altri cinquant’anni, ma avrei dovuto rimanere in Francia. Mi ha anche indicato delle associazioni.».
Una di queste era Les Petits Bonheurs. Una mano santa per Salomé. Lei è sola, lontana dal suo paese, dalla sua famiglia, non ha voluto restare con sua figlia dopo la diagnosi, non ha detto a nessuno di cosa soffre. «Mi hanno invitata a una festa, là ho rincontrato Grégory Bec, il coordinatore dell’associazione. Lui mi ha fatto uscire dalla mia solitudine. Mi ha risvegliata. Sono andata in vacanza con l’associazione, vicino ad Avignone. Grazie a Les Petits Bonheurs, sento di esistere. Grégory è diventato un amico. Lui sa quello che fa, dove va, lui ha il dono. »
Un bel complimento da lei che, a sua volta, ha creato un’associazione in Camerun per sollevare le donne dalla povertà aiutandole a commercializzare i loro prodotti, ha creato un fondo di soccorso e risparmio per pagare la scuola ai bambini e per affrontare le spese mediche … «Abbiamo in programma di far collaborare le nostre reti», ha detto Salomé con un sorriso più luminoso del sole. Quel sorriso che, perso per quattro anni, ora è tornato.
.
Testo originale: Je me sens exister