Sui fattacci accaduti alla GMG di Lisbona
Riflessioni di Massimo Battaglio
Spero che i fattacci omofobi avvenuti alla GMG continuino ad avere eco nei prossimi giorni. Perché già l’associazione del soggetto “fattacci omofobi” col complemento di luogo “alla GMG” ha qualcosa di assurdo. E suona ancora più assurdo se si aggiungono i complementi ti tempo: “durante una messa” e “durante la veglia finale”.
Neanche il più scafato dei mangiapreti sarebbe in grado di immaginare che possano accadere episodi di violenza in chiesa. Le persone LGBT+, evidentemente, devono aspettarselo. Essere picchiati in chiesa, davanti all’Eucarestia, da altri cristiani. E’ semplicemente pazzesco.
Per ora, l’episodio dell’interruzione di una messa “arcobaleno” da parte di un gruppo di fanatici reazionari organizzati, conclusasi solo con l’intervento della polizia, ha conquistato i titoli di diversi giornali. Quando poi, attraverso Portale Gionata, si è saputo degli altri episodi (pietre lanciate su un gruppo di cristiani LGBT+, cacciata a spintoni di un altro gruppo, invasione del Centro Arcobaleno), altri giornali hanno sentito il bisogno di contattarci per approfondire la vicenda.
Segnaliamo per ora l’articolo di Iacopo Scaramuzzi su Repubblica e quello di Pasquale Quaranta su La Stampa. Sul fronte interno, si è distinto l’intervento del padre domenicano Giovanni Calcara su youtube: “Dalla paura alla fede”. Mi auguro che la stucchevole narrazione che si sta facendo di quel bell’evento faccia i conti anche con queste cose incresciose.
Permettiamoci qualche riflessione.
Primo
I fattacci sono avvenuti dopo (non prima) dell’incontro avvenuto tra papa Francesco e un gruppo di persone transessuali. Evidentemente, per alcuni che si sentono detentori dell’ortodossia, le parole e i gesti del Papa non contano un piffero. Loro non riconoscono l’autorità di questo Papa e bona l’è. Ma allora, cosa ci facevano alla GMG? Va bene che la Chiesa è per tutti, tutti, tutti; va bene che deve valorizzare le diverse sensibilità. Ma qui non stiamo parlando di sensibilità ma di botte! La fede si difende con le pietre?
Secondo
I giovani che si sono sentiti in dovere di fare i portinai armati del Regno dei Cieli hanno usato slogan tutt’altro che giovanili. “Non conoscete la dottrina cattolica”, “brucerete all’inferno”, non sono espressioni tipiche del linguaggio giovanile. Chi gliele ha messe in testa? Con tutta probabilità, sono stati i loro accompagnatori, adulti e consacrati. E’ possibile che un prete possa essere così accecato dal fuoco omofobo, da trasformare i ragazzi che accompagna in teppisti degni delle peggio strade?
Terzo
Spero davvero che le cronache e le valutazioni che sulla GMG si stanno facendo, facciano anche i conti con ciò che i nostri amici hanno dovuto sopportare. Me lo auguro soprattutto perché una roba del genere rischia di inficiare tutto l’evento. Se sono accaduti questi fattacci – potrà domandarsi qualcuno – chissà quanti altri ne sono capitati ma sono stati taciuti. Magari non è vero ma le narrazioni possono essere pericolose.
Quarto
Molti si sentono in dovere di commentare premettendo che però la Chiesa sta facendo molte aperture verso le persone LGBT+. Tanti invitano a guardare il bicchiere mezzo pieno. Ma qualcuno ha provato ad ascoltare le giovani vittime?
Quando il bicchiere mezzo vuoto è colmo di violenza, guardare l’altra metà è un’ulteriore offesa a chi, quella violenza, l’ha subita. Significa minimizzare, sottovalutare il dolore, ignorarlo. Significa mettere sullo stesso piano la nostra lotta pacifica e la loro risposta criminale, l’espressione di dissenso con il lancio di pietre.
Almeno per rispetto alle vittime, dobbiamo per un momento abbandonare il nostro ottimismo; dobbiamo placare il desiderio di sentirci accolti dalla Chiesa a tutti i costi, che ci porta spesso a vedere le cose con occhio deformato, a illuderci che, se “il Papa ama i gay“, possiamo sentirci al sicuro. Ci costerà un po’ di malumore ma dobbiamo essere consapevoli di star combattendo una vera e propria battaglia tra cristiani, con tanto di botte e armi improprie. Finché gli organizzatori della GMG o il Papa stesso (a cui sono state inviate lettere aperte in proposito), non prenderanno siderali distanze da quanto accaduto, i nostri sorrisi non possono che rimanere in sospeso.
Ascoltino, i pastori e le autorità ecclesiastiche: la GMG era fatta perché brillasse il Vangelo, perché tutti, tutti, tutti potessero avvicinarsi alla fede, non per sbattere fuori qualcuno dalla Chiesa.