Sul nuovo documento omofobo dei vescovi polacchi
Articolo di Lily Wakefield pubblicato sul sito Pink News (Gran Bretagna) l’1 settembre 2020, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Dopo un incontro di tre giorni, la Conferenza Episcopale Polacca (KEP) ha emanato un documento di 27 pagine in cui espone la propria posizione sulle questioni LGBT+.
Pur condannando le violenze contro la comunità LGBT+, i vescovi polacchi promuovono le terapie riparative per le persone queer.
Leggiamo nel documento: “Date le sfide che l’ideologia del gender e i movimenti LGBT+ ci pongono innanzi, e soprattutto tenendo a mente le difficoltà, le sofferenze e le ferite spirituali di queste persone, è necessario creare delle cliniche (con l’aiuto della Chiesa, o all’interno delle sue strutture) per aiutarle a ritrovare la salute sessuale e il loro naturale orientamento sessuale. Tali cliniche saranno anche d’aiuto quando la trasformazione sessuale si rivelerà difficoltosa, e aiuteranno i pazienti nelle loro esigenze”.
I vescovi polacchi ammettono che le terapie riparative sono “palesemente in contraddizione” con gli studi scientifici, ma “le testimonianze” dimostrano comunque che “la sessualità diversa non costituisce un giudizio irrevocabile o un qualcosa di irrecuperabile, bensì un sintomo di ferite a vari livelli della personalità”.
Il documento in questione è l’ultimo di una lunga serie di attacchi del governo e della Chiesa Cattolica diretti alla comunità LGBT+ polacca.
Più di un terzo del Paese è diventato “zona libera dall’ideologia LGBT”, che consiste in un giuramento di astenersi da atti di tolleranza e di fornire finanziamenti alle ONG che lavorano per i diritti LGBT.
Questa marea di odio è dovuta principalmente al partito al governo, Diritto e Giustizia, che spesso prende di mira le persone LGBT+, considerate un’invasiva influenza straniera se non addirittura una “peste” che minaccia l’identità nazionale polacca.
Il presidente Andrzej Duda ha speculato molto sui sentimenti omofobi nella sua campagna per la rielezione, attaccando le persone LGBT+ e promettendo di impedire loro di adottare bambini.
La scorsa settimana una coppia gay polacca, Jakub e David, è arrivata fino al Vaticano per spiegare di fronte a papa Francesco una enorme bandiera del Pride con la scritta Aiuto.
Intervistati dai media polacchi, i due hanno dichiarato: “I vescovi polacchi ci danno dei pedofili, dicono che siamo malati, che il COVID-19 è una punizione per i peccati delle persone LGBT+… Noi crediamo che tutto questo non vada d’accordo con il magistero di papa Francesco, per questo abbiamo voluto invitarlo a fare qualcosa”.
Testo originale: Polish bishops want to force queer people into conversion therapy camps to ‘regain their natural sexual orientation’