Sulla sessualità umana. Dall’incontrare nelle chat al blocco-facile è questione di un click
Riflessioni inviateci da Andrea (Crema), terza parte
Nei tanti mondi virtuali delle chat, delle App e dei siti di dating (ovvero di “incontro”), sembra spesso esserci solo la prima dimensione della sessualità, se non, francamente, solo quella erotica-genitale (almeno nelle intenzioni, perché nei fatti è tutta da dimostrare). Usatissime dai millennials e non solo, omo o etero poco importa, nascondono, davanti all’apparente paese del Bengodi, parecchie trappole, muri, nebbie e catapulte. Tutti sembrano avere buone intenzioni, salvo poi sparire con un click o, peggio, provocando qualche grana e parecchie delusioni agli interlocutori.
La persona-profilo è “sezionata” solo per l’aspetto e le prestazioni fisiche, le presunte doti (e dotazioni) e ruoli sessuali, la disponibilità ad un fugace flirt, senza complicazioni. Dove, per “complicazioni”, si intendono le altre dimensioni della sessualità, carboni ardenti troppo caldi da maneggiare per chi non ha ancora integrato armonicamente e pienamente le dimensioni di cui sopra insieme a una sana educazione sentimentale. Sembra quasi che la persona perda il contatto con la realtà, sempre iper-connessa virtualmente, non essendo così più in grado di relazionarsi con gli altri nel mondo reale.
D’altronde, la maturità relazionale non è cibo a buon mercato per tutti. Chi non ci crede, basta che si guardi in giro e constati quanti sono i fallimenti amorosi. Scegliere questa strada richiede particolari doti. E’ come coltivare un giardino: serve progettualità, cura, sacrificio, protezione, attenzione, potatura e attesa, virtù oramai di pochi.
Eppure, davanti a dinamiche cosi relazionalmente povere, si possono scorgere, tre i tanti profili, persone che – disperatamente e quasi di nascosto – cercano anche altro, seppur tra tanti volti di rabbia e frustrazione, fragilità e ambiguità di fondo.
Al di là di queste considerazioni, forse dovremmo avere più misericordia con noi stessi, accoglierci davvero per quel che siamo. Dovremmo ascoltare il nostro corpo e i nostri sentimenti in profondità (anche quelli scomodi e che fanno male), vivere maggiormente senza giudicar(ci) con cuore troppo duro, dare e ricevere amore senza misurare e classificare troppo, chinarsi di fronte alla sessualità che è prima di tutto mistero (mix di fascino e paura) che ci permette solo balbettare davanti alla sua grandezza, esternare “cosa ci passa per la testa”, vivere il quotidiano con spontaneità e speranza con l’altro.
Ma se la sessualità fisica agita, cioè vissuta, sta (come deve sempre restare) nell’alveo della autodeterminazione (consapevolezza) e della libertà (scelta) dei soggetti, potremmo interrogarci se c’è e quale sia il vero peccato. Quantomeno, dovremmo metterci un po’ di cenere in testa davanti a tanta complessità e varietà della sessualità, così come l’abbiamo descritta sopra.
Nell’evangelo di Cristo non c’è una sola parola sulla sessualità, almeno come la intendiamo noi oggi. Gesù però è chiarissimo su un punto: la critica veemente e costante contro una categoria, gli ipocriti (dal greco, “attori che indossano una maschera” cioè che dichiarano in pubblico di credere in qualcosa e poi agiscono in modo contrario o che disprezzano gli altri senza guardare i propri difetti).
Ecco: io credo che, per una sessualità “pienamente umana”, dobbiamo liberarci dai tanti atteggiamenti ipocriti e ricercare sempre l’autenticità e la trasparenza nei rapporti. Non è forse più onesto, davanti agli occhi dell’altro, esprimere, in modo chiaro e franco, quale dimensione della sessualità si intende vivere in un determinato momento? Si sceglie assieme, ogni giorno, dove andare, passo dopo passo, portando tutto se stessi. Cosa vogliamo essere: amici, complici o amanti? Come possiamo mischiare o separare queste carte?
E ancora: sembra che, dalle pagine delle nostre vite, trasudi una tensione sempre molto forte: potere o servizio? Possesso dell’altro o dono di sè? La risposta nel Vangelo è molto semplice quanto impegnativa, addirittura illogica: la seconda. Il Vangelo propone la porta stretta del servizio, del chinarsi sull’altro.
Ecco allora la vera tentazione, il vero peccato, la vera dannazione: possedere, dominare, controllare, dissimulare, usare, depredare, esaurire l’altro. E qui sta la cifra della posta in gioco: vogliamo fare dell’altro una occasione di più umanità o di più disumanità? Niente di più, niente di meno.
Nelle tante “strade relazionali” di ogni giorno, chi siamo davvero tra i personaggi della parabola? Il buon samaritano che si avvicina e si prodiga per l’altro o il fariseo che giudica velocemente dall’alto e corre lontano?
E allora, come sempre, vince chi molla, chi apre la mano ad una carezza, chi bacia con sincerità, chi abbraccia totalmente a partire da un cuore che parla, chi si spoglia prima con le parole e poi coi vestiti e forse anche di più: chi ama generosamente e soprattutto si lascia amare perché lui stesso ha molto amato per primo.
Infine, da cristiani, non possiamo dimenticare l’importanza dell’amicizia disinteressata, tesoro raro e inestimabile; pulsione, motore e alimento di fondo della sessualità (ciò che non si consuma, si potenzia, si amplifica e si idealizza). In particolare, l’amicizia omosessuale, base di partenza per qualsiasi conoscenza sentimentale, è un bene che va davvero riscoperto, valorizzato e vissuto da tutti.
C’è molto lavoro da fare ancora ma, con la gioia del Signore, coltiviamo il dono della sessualità!
Concludendo, dopo tutte queste belle parole, ci sono i “compiti a casa”. Perché non ci si educa da soli, non siamo isole felici, autarchie, prodotti auto-assemblati. Mai come oggi, abbiamo bisogno di cercare la nostra stella cometa, fatta di tante guide e testimoni, a partire dalle nostre comunità omosessuali e da quanti camminano con noi. C’è la necessità, attuale e urgente ieri come oggi, di fermarsi, di guardarsi, di aprirsi, di parlarsi, di interrogarsi, di costruire percorsi, di sostenersi, di studiare, di maturare e di arricchirsi, vicendevolmente.
E tu, dove sei? Adamo moderno, dove sei nella tua relazionalità con Eva?
Santi Sergio e Bacco, pregate per noi!