Sulla strada del coming out. A tutti/e quelli/e che esitano a buttarsi!
Testimonianza di Clara pubblicata sul sito za-gay.org (Francia) il 4 maggio 2009, liberamente tradotta da Sonia Di Maggio
Sono Clara, ho 16 anni e sono lesbica. Voglio raccontarvi qualche aneddoto del mio coming-out, come lo vivo e le conclusioni alle quali sono arrivata. Ho iniziato 3 anni fa ad avere dei dubbi sul mio orientamento sessuale.
Da studentessa ho pensato che fosse una cosa normale durante l’adolescenza, perché “a quell’età si sta cercando di capire…” e tutto ciò che ne consegue. Avevo un ragazzo e la nostra storia è durata molti anni. Una storia puramente platonica, che ora è più sorprendente perché ho saputo che era gay.
Per quel che riguarda me le ragazze iniziavano ad interessarmi sempre più. Mi sono innamorata in seconda (da etero), e mi sono dovuta arrendere all’evidenza: no, non sono fatta per i maschi.
E ci sono voluti vari mesi per poter ammettere a me stessa, senza nessuna mancanza di fiducia o vergogna “sono lesbica e voglio condurre una vita che mi assomigli!”.
La voglia di poter parlare liberamente con i miei amici mi ha spinto a fare subito coming-out in tutti i contesti. La prima cosa che ho confidato ad una mia amica è stata “non sono proprio etero” e poi “perciò è giusto che io preferisca le ragazze ai ragazzi!”.
Ha messo una sua mano sulla mia spalla e mi ha detto guardandomi negli occhi “Chiunque arrivi è quella giusta, no amica mia?”. Mi ha fatto ridere, ma è stata la mia prima liberazione.
Non mi ha mai giudicata e posso parlare di tutto con lei. Immediatamente altri cominig- out sono seguiti sulla chat di MSN, faccia a faccia, con il telefono e anche tramite blog.
Ho scritto un articolo sul mio blog, ma è degenerato subito perché altre persone hanno saputo di questo articolo, molto intimo. Si è buoni con chi si comporta bene. Ho avuto forti reazioni di simpatia: “è super quello che fai”, “tu sei una super amica per me”, “io conosco altre lesbiche”, ecc… Mi sembrava di aver instaurato sul mio blog dei rapporti troppo estranei e avevo l’impressione di aver creato una curiosità strana per me.
Fortunatamente ho cambiato scuola altrimenti non saprei dove sarei arrivata. Visto che non si fa lo stesso errore per due volte, ora solo alcuni miei amici della mia nuova scuola sono a conoscenza del mio segreto.
Anche in famiglia la situazione è delicata. Solo mio fratello e i miei cugini lo sanno. Ho la fortuna di avere una famiglia molto aperta, ma è comunque difficile. Un giorno mio padre mi ha detto “mi puoi portare un arabo, uno di colore, un ebreo, un uomo, una donna, è la tua vita e fai quello che vuoi! Se invece mi portassi una scimmia ti direi di stare attenta!”, penso che abbia avuto dei forti dubbi ma che non me li facesse sentire.
Oggi posso dire che con il coming-out ho più sicurezza, posso parlare con i miei amici e amiche liberamente senza cercare una scappatoia alla domanda “qual è il tuo ragazzo ideale?” oppure “quando ci presenti il tuo ragazzo?”. Ho 16 anni, un coming-out e sicuramente tanto altro da vivere ancora.
Cosa posso dirvi ancora?
– Iniziate a confidarvi con una persona con cui vi sentite bene. In modo tale che sembri una cosa più naturale, altrimenti si mette l’altra persona a disagio. Accettatevi voi per primi, prima che vi accettino gli altri.
– I veri amici non vi allontaneranno mai. Una mia compagna di scuola che credevo limitata e vecchia ha avuto la miglior reazione di tutti e mi sono resa conto di essermi sbagliata sul suo conto.
– Non dovete avere fretta, come ho fatto sul mio blog. A meno che non siate sicuri/e al 100% di voi stessi/e. – C’è sempre apprensione, anche dopo una decina di coming-out, c’è sempre un po’ di liberazione.
Buona fortuna a tutti/e quelli/e che esitano a buttarsi.
Testo originale: Sur le chemin du coming-out