Sulle coppie gay le parole di papa Francesco stanno cambiando la chiesa cattolica?
Articolo di Clémence Houdaille e Claire Lesegretain pubblicato sul sito del quotidiano cattolico La Croix (Francia) il 22 ottobre 2020, liberamente tradotto da Pina Adamo
In un documentario a lui dedicato, papa Francesco ha difeso le unioni civili per le coppie dello stesso sesso, argomento su cui si era già pronunciato in passato, distinguendole dal matrimonio. La domanda è: c’è rottura o continuità (verso la dottrina)?
“È la dichiarazione di una forte convinzione da parte di un pastore” afferma monsignor Pierre Debergé, esegeta, membro della Pontificia Commissione Biblica
La prima domanda da porsi è quella del significato di queste parole del Papa, tenendo conto del contesto in cui sono state pronunciate. Appare in un documentario, in cui si parla di una vecchia intervista che il Papa aveva rilasciato ad una giornalista messicana, ma noto che questa frase non è apparsa quando l’intervista è stata pubblicata.
Sono pur sempre parole del Papa, ma vanno inserite nel loro contesto. Non siamo nel contesto di un’enciclica, in cui il Papa si pronuncia su questioni relative alla fede. Sembra piuttosto l’affermazione di una forte convinzione da parte di un pastore, attento a ciò che le donne e gli uomini di oggi stanno vivendo.
Papa Francesco ha parlato di questo argomento in altre occasioni. “Chi sono io per giudicare?“, aveva risposto alla domanda sull’omosessualità di uno dei collaboratori della Santa Sede.
Inoltre, che il Papa abbia cura di riconoscere la dignità di ogni persona, chiunque essa sia, e di denunciare ogni stigma di cui uomini e donne possano essere vittime a causa delle loro origini culturali, del loro orientamento sessuale o della loro religione, appare evidente nei suoi interventi, quindi non è una novità che pensi che le persone omosessuali debbano essere riconosciute dal punto di vista sociale e giuridico.
D’altra parte, il Papa parla di unione civile, e non di matrimonio, che per la Chiesa è un impegno reciproco definitivo tra un uomo e una donna, aperto alla vita.
Che il Papa si preoccupi per il fatto che le persone omosessuali siano pienamente riconosciute dal punto di vista sociale e giuridico, mi sembra giusto. È sempre stato chiaro su questo, sempre preoccupato che le coppie omosessuali possano essere accolte, senza che tuttavia ci sia confusione tra unione civile e matrimonio.
Nel documento che la Pontificia Commissione Biblica ha pubblicato a maggio [2020], questi problemi vengono affrontati partendo dalla Bibbia, con la cura di rendere conto di ciò che i testi dicono relativamente a quello che era il loro contesto, evitando ogni lettura fondamentalista.
In generale, la Chiesa deve essere attenta a tutte le situazioni delle donne e degli uomini del nostro tempo, pur essendo portatrice della propria concezione del matrimonio come Dio l’ha voluto. Si tratta di attenzione pastorale alle persone, affinché ogni persona possa essere accolta e riconosciuta per quella che è, rifiutando ogni esclusione o emarginazione.
“È troppo presto per parlare di rottura” afferma padre Laurent Lemonine, teologo morale e psicoanalista
Non è possibile pensare che Francesco parli contro i suoi predecessori. Dobbiamo quindi cercare di capire cosa volesse dire. È prematuro pensare che il Papa insegni l’accettazione delle unioni civili omosessuali, e parlare di rottura.
Anche se rimango alquanto sorpreso dalle sue parole, Francesco, dopo affermazioni nello stesso senso nel libro del sociologo Dominique Wolton, diventerebbe il primo Papa a legittimare le unioni civili tra persone dello stesso sesso.
Il teologo morale Xavier Thévenot avrebbe senza dubbio parlato di una “flessione delle norme”. Infatti, Francesco unisce la tutela del matrimonio religioso eterosessuale con l’autonomia lasciata agli Stati per offrire una legalizzazione e un quadro giuridico per le coppie dello stesso sesso.
Con l’enciclica Fratelli tutti vediamo che la Chiesa è in grado di modificare le sue dottrine secolari sulla pena di morte o sulla guerra giusta. Potrà farlo sulle unioni omosessuali? Siamo nel bel mezzo di un guado, perché questa dichiarazione, per il momento, non ha alcuna conseguenza a livello di Magistero, e rischia anzi di provocare una forte opposizione. Bisognerà quindi osservare cosa accadrà nei prossimi mesi dopo questa dichiarazione, in due momenti di papa Francesco: una prima con il libro di Dominique Wolton, una seconda con questo documentario.
Se un giorno la Chiesa Cattolica accetterà le benedizioni delle coppie omosessuali, questo potrà essere fatto solo dopo un lavoro adeguato sul riconoscimento di queste unioni.
La Chiesa potrebbe già decidere di smettere di protestare contro la legittimità civile di queste unioni – che sarebbe già qualcosa di enorme – secondo ciò che il Vaticano II chiama “prendere atto dell’autonomia delle realtà terrene”. Poi potrebbe avviare un’opera teologica e pastorale per consentire alle coppie e alle famiglie omosessuali di essere veramente accolte nelle comunità cristiane, e non solo tollerate.
Ma la Chiesa Cattolica è matura per questo? Durante il Sinodo sulla Famiglia (2014-2016) molti vescovi si aspettavano che la questione delle unioni omosessuali fosse affrontata, ma questo non è stato fatto.
È quindi difficile sapere come tale lavoro potrebbe essere intrapreso, e temo purtroppo che queste parole di papa Francesco esprimano solo un desiderio personale, senza alcun reale impatto nelle comunità cristiane.
Testo originale: Couples homosexuels, les propos du pape constituent-ils une évolution de doctrine ?