Cosa c’è dietro le critiche al cardinale McElroy per il suo appello sull’inclusione delle persone LGBT
Articolo di analisi di Michael J. O’Loughlin* pubblicato sul sito del settimanale cattolico America il 3 febbraio 2023, liberamente tradotto da Roberta Mondin-Smith
Quando il cardinale Robert McElroy, vescovo di San Diego, ha proposto in un recente saggio pubblicato dalla rivista America che il processo sinodale in corso nella chiesa conferma la necessità di essere più accoglienti nei confronti delle donne e delle persone L.G.B.T., si è scatenata un’ondata di critiche da parte di alcuni vescovi, sacerdoti e laici cattolici che ritengono che la chiesa dovrebbe invece continuare a difendere il suo insegnamento tradizionale.
Sebbene il saggio del cardinale McElroy abbia toccato una serie di altre questioni concernenti il futuro della chiesa, gran parte delle critiche si sono concentrate sul suo appello affinché la chiesa sia più accogliente nei confronti di L.G.B.T. cattolici e, in breve, si basano sulla convinzione che il modo in cui la Chiesa dovrebbe accogliere e includere gay e lesbiche è invitandoli alla conversione e a una vita di castità, il tutto insegnando apertamente la peccaminosità degli atti omosessuali. Queste critiche tendono a comparire ogni volta che un esponente di alto livello della Chiesa, incluso Papa Francesco, predica un messaggio di benvenuto verso le persone L.G.B.T. e le loro famiglie.
Ma oltre alla critica al cardinale McElroy per avere messo l’accento sull’accoglienza e l’inclusione, i critici stanno anche attaccando il processo attraverso il quale ciò potrebbe accadere: il sinodo dei vescovi in corso sul tema della sinodalità.
Mentre il cardinale McElroy ha iniziato osservando che le conversazioni sinodali hanno rivelato una significativa preoccupazione per la generale disaffezione nei riguardi della Chiesa, gran parte delle critiche in risposta al suo saggio sono animate dalla preoccupazione, in alcuni circoli cattolici, che il processo di consultazione globale in corso avviato da Papa Francesco nell’ottobre 2021, e che dovrebbe concludersi nell’ottobre 2024, potrebbe introdurre cambiamenti nell’insegnamento della chiesa riguardo alla sessualità umana.
JD Flynn, canonista, co-fondatore ed editore capo di The Pillar, ha scritto in un recente saggio: “Mentre il papa e altri organizzatori del sinodo hanno insistito sul fatto che il processo sinodale globale non mira a concentrarsi sui cambiamenti dottrinali, McElroy ha ha suggerito che lo farà, proprio come molti cattolici avevano previsto quando il processo è stato annunciato due anni fa”.
Se sembra un déjà vu – un dibattito su questioni controverse legate a un sinodo globale di vescovi – è perché lo è.
Alla vigilia del Sinodo sulla famiglia, tenutosi nel 2014 e nel 2015, ai vescovi di tutto il mondo è stato chiesto di consultarsi con i laici prima di un incontro a Roma in cui avrebbero discusso del coinvolgimento e del sostegno della Chiesa alle famiglie. In quell’occasione, Papa Francesco disse che nulla era fuori discussione. Dato che la vita familiare comprende tutta una serie di gioie e sfide, all’ordine del giorno c’era proprio tutto: dalle opportunità economiche alla cura dei bambini durante la Messa.
Ma in realtà, perlomeno in gran parte dei media occidentali, due argomenti sono venuti a dominare la conversazione: la comunione ai cattolici divorziati e risposati e, come ora, il modo in cui la chiesa dovrebbe interagire con i suoi membri L.G.B.T. e le loro famiglie.
Alla fine, l’incontro dei vescovi del 2015 per discutere della vita familiare non ha raccomandato alcun cambiamento esplicito all’insegnamento della Chiesa, nonostante una nota a piè di pagina dell’esortazione apostolica del papa “Amoris laetitia” in risposta al sinodo, sembrasse aver aperto la porta dell’eucaristia ai cattolici divorziati e risposati.
Altri due temi scottanti sarebbero emersi un paio di anni dopo, quando i vescovi e i laici cattolici della regione amazzonica discussero se consentire agli uomini sposati di entrare nel sacerdozio e alle donne di essere ordinate diaconi potesse aiutare ad alleviare l’estrema carenza di sacerdoti che colpisce molte chiese dei paesi sudamericani.
Oggi, ancora una volta, il sinodo serve, in parte, come portavoce del dibattito in corso su come la chiesa possa mantenere il suo insegnamento tradizionale in un momento in cui le donne e le persone L.G.B.T. sono molto più determinate nel chiedere parità di trattamento all’interno della società e della Chiesa. Nel contesto degli Stati Uniti, può’ sembrare un’eccezione l’affermazione del cardinale McElroy secondo cui le donne e le persone L.G.B.T. meritano un’accoglienza più pastorale nell’ambito della chiesa, ma non è necessariamente così.
Lo scorso anno la Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti ha pubblicato un rapporto in cui ha riassunto dieci mesi di consultazioni relative al sinodo sulla sinodalità che si è svolto nel 2021. Nel rapporto, è stato evidenziato il possibile ruolo delle persone L.G.B.T. nella Chiesa, e le stesse sono state incluse in una sezione sui gruppi di cattolici che si sentono emarginati. “Per diventare una Chiesa più accogliente c’è un profondo bisogno di un discernimento continuo e di tutta la Chiesa su come accompagnare al meglio i nostri fratelli e sorelle LGBTQ+”, afferma il rapporto. In altri paesi, gli appelli a rendere la chiesa più accogliente per le persone L.G.B.T. sono stati ancora più forti.
L’anno scorso, il cardinale lussemburghese Jean-Claude Hollerich definì l’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità “non più corretto” e ha detto: “Penso che sia giunto il tempo per una revisione fondamentale della dottrina“. Il cardinale Hollerich è anche il relatore generale del prossimo sinodo, il che significa che esporrà il tema del sinodo all’inizio della riunione e sintetizzerà i discorsi e le relazioni prima che inizi il lavoro sulle proposte. Tali proposte saranno poi consegnate al papa per un suo ulteriore parere. In breve, il cardinale Hollerich contribuirà a plasmare il sinodo, il che aiuta a spiegare perché alcuni cattolici temono che l’incontro possa portare a cambiamenti nell’insegnamento della chiesa.
Questo mese, i vescovi di tutta Europa si incontreranno per discutere del sinodo e, mentre non c’è affatto unanimità sull’insegnamento della Chiesa riguardante la questione dei cattolici L.G.B.T., sembra che un numero significativo di vescovi dei paesi dell’Europa occidentale voglia discutere la questione con un senso di apertura. (Luke Coppen ha fatto un’analisi utile disponibile a questo link. I vescovi del Nord America si stanno incontrando in internet prima della scadenza del 31 marzo per presentare i rapporti a Roma).
Negli Stati Uniti, nessun vescovo ha preso una posizione così aperta a favore di un riesame dell’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità come quella del cardinale Hollerich, il che è forse il motivo per cui la reazione all’articolo del cardinale McElroy è stata così forte. In effetti, la proposta del cardinale McElroy, che chiedeva semplicemente una rivalutazione dell’idea tradizionale di peccato secondo cui “tutti i peccati sessuali sono una fatto grave”, era più modesta rispetto all’appello del cardinale Hollerich per una “revisione fondamentale” dell’insegnamento sull’omosessualità. Sebbene il cardinale McElroy descriva il suo appello per una maggiore inclusione principalmente come un cambiamento limitato alla pratica pastorale, molti dei suoi critici hanno reagito al suo saggio sostenendo che l’insegnamento su questi argomenti deve essere difeso.
Certamente, non tutte le reazioni al saggio del cardinale McElroy sono state negative. Il giornalista del Washington Post E.J. Dionne ha osservato che negli Stati Uniti la maggior parte dei cattolici osservanti è a favore del matrimonio tra persone dello stesso sesso e ha ipotizzato che il contraccolpo affrontato dal cardinale McElroy è in effetti “una censura che, in verità, è rivolta al Papa“. Dionne cita la teologa Cathleen Kaveny del Boston College [un’università Gesuita], che riguardo all’articolo afferma: “È una rottura con la visione dei peccati sessuali come una separazione dalla grazia di Dio… e un’esortazione a vederli invece più come altri peccati, che possono essere più o meno gravi, a seconda delle circostanze”.
Il cardinale McElroy sembra prendere l’iniziativa, perlomeno tra i cardinali statunitensi, quando si tratta di esprimere sostegno per un tocco più accomodante tra i leader della chiesa con riguardo ai problemi della comunità L.G.B.T.. Non è chiaro se questo gli farà guadagnare il sostegno dei suoi fratelli vescovi quando decideranno chi parteciperà al sinodo di fine anno a Roma. Ma anche di fronte alle critiche più acerbe, il cardinale McElroy rimane irresoluto. Di recente ha ripetuto, anche se in modo leggermente diverso, ciò che aveva detto nel suo intervento e si è anche spinto un po’ più oltre.
In un’intervista del 1° febbraio con il podcast americano “Jesuitical”, McElroy, riferendosi alla descrizione del catechismo degli atti omosessuali come “intrinsecamente disordinati”, ha definito come “un disservizio” tale linguaggio e ha affermato che indipendentemente dal fatto che un cattolico gay cerchi di seguire l’esortazione della chiesa rimanendo casto, ciò “non dovrebbe determinare la scelta di includere le persone, di tendere loro una mano, di considerarle come compagni di lotta con punti di forza e di debolezza e ambiti in cui stanno andando bene”. Ha detto che a San Diego [città della quale è vescovo] cerca di “far sentire le persone L.G.B.T. benvenute nella vita della Chiesa come tutti gli altri” e si augura che tutta la Chiesa possa adottare un obiettivo simile.
“Sono certo che Cristo sarebbe completamente d’accordo con questo”, ha detto il cardinale McElroy. “Che vorrebbe che ogni persona, che tutte le persone L.G.B.T. e le loro famiglie, potessero sentirsi egualmente accolti nella Chiesa”.
Di recente un giornalista mi ha chiesto cosa pensavo potesse essere l’eredità di Papa Francesco riguardo alla questione L.G.B.T.., vista la possibilità che il suo successore non condivida le sue opinioni apparentemente più tolleranti. Ha chiesto in particolare sulla possibilità che il papa continuasse a resistere ai cambiamenti nell’’insegnamento della chiesa che potrebbero impedire all’istituzione di diventare il tipo di luogo accogliente che ha immaginato, in particolare per la comunità LGBT..
È certamente vero che, nonostante le numerose aperture del papa, inclusi i suoi incontri regolari con i cattolici LGBT, il suo sostegno alle unioni civili tra persone dello stesso sesso e i suoi appelli ai cattolici affinché trattino le persone LGBT con dignità e rispetto, l’insegnamento della chiesa rimane invariato.
Ma allo stesso tempo, ho detto al giornalista che il fatto che due eminenti cardinali sentano di poter parlare liberamente e apertamente di un argomento che rimane tabù in gran parte della Chiesa, senza il timore di essere messi a tacere o emarginati, indica che le parole e i gesti del Papa stanno avendo un impatto concreto.
Tutta una generazione di persone L.G.B.T. cattolici, i loro amici e le loro famiglie si sentono sostenuti. In linea con i desideri del Papa per una discussione franca, gli alti dirigenti della chiesa non hanno paura di condividere le loro opinioni. E a prescindere da ciò che accadrà nel prossimo sinodo, o nel prossimo pontificato, resta probabile che questo orientamento continui.
* Michael J. O’Loughlin è corrispondente per gli Stati Uniti del settimanale gesuita America ed è autore della serie di articoli e podcast della serie Plague (La peste: storie mai raccontate su AIDS e Chiesa Cattolica). Il suo libro Hidden Mercy: Aids, Catholics, and the Untold Story of Compassion in the Face of Fear ha ricevuto il plauso di papa Francesco.
Testo originale: Analysis: What’s really driving criticism of Cardinal McElroy’s call for LGBT inclusion”