Sulle persone LGBT dei “dubia” che ripropongono la tradizione cattolica
Riflessioni di Gianni Geraci de IL Guado di Milano
Quello che ha scritto il Dicastero per la dottrina della fede, in risposta ai “dubia” del vescovo Brasiliano non rappresenta una novità
Da quando c’è la Chiesa. il battesimo non va “meritato” né dalla persona che lo riceve né dalla sua famiglia, per la figura del padrino e della madrina il criterio è solo quello di evitare persone che diano “pubblico scandalo” e per i testimoni di nozze non ci sono proprio regole.
Naturalmente, visto che i preti si sentono spesso “padroni” delle cerimonie che presiedono, spesso fanno passare per regole quelle che regole non sono, ma in questi casi, basta ricorrere al Servizio per la disciplina dei sacramenti della diocesi in cui viene fatto il rifiuto e le cose si rimettono a posto. Ma allora qual è la novità?
Per coglierla occorre ricordare due cose:
1. La maggior parte delle risposte ai “dubia” inoltrati dai vescovi alla Congregazione per la Dottrina della Fede non viene pubblicata.
2. Negli unici due casi in cui la Congregazione per la dottrina delle fede (che adesso si chiama Dicastero) ha pubblicato la risposta a un “dubium” relativo all’omosessualità, di fatto sconfessava la tradizione per introdurre restrizioni che prima non c’erano.
Per chiarezze richiamo queste due risposte.
La prima è molto conosciuta ed è relativa alla benedizione delle coppie omosessuali. In quel caso si sconfessava la prassi abbastanza comune di benedire più o meno tutto per dire che le coppie omosessuali non si possono benedire (ricordo un amico prete che, dopo aver benedetto un suo ex parrocchiano che era andato a trovarlo con il compagno, mi aveva detto: «Nella mia vita ho benedetto di tutto: dai trattori alle fabbriche in cui si facevano anche i profilattici, secondo te potevo non benedire due ragazzi che erano venuti a trovarmi e che mi avevano detto di volersi bene?»)
La seconda invece risale al 1992 e anche in quel caso, in contrasto con la raccomandazione della lettera “Homosexualitatis Problema” che invitava a evitare nei confronti delle persone omosessuali ogni «ingiusta discriminazione» si diceva che non potevano essere appoggiate le leggi antidiscriminatorie relative all’omosessualità.
Ecco allora la grande novità: per la prima volta questa prassi a cui ci avevano abituato i cardinali Ratzinger, Levada, Muller e Ladaria Ferrer si è interrotta. La cosa non può non essere messa in relazione con la nomina a Prefetto del Dicastero per la dottrina della Fede di una persona molto vicina a papa Francesco, ovvero del cardinal Fernandez.
E non è un caso se queste risposte sono in sintonia con quanto ha scritto il papa rispondendo ai “dubia” dei cardinali Burke, Brandmüller, Burke, Sandoval Íñiguez, Sarah e Zen Ze-kiun.
Per inciso si deve dire che quelle risposte, all’inizio non erano state pubblicate, ma che la decisione di pubblicarle è arrivata quando il blog di Sandro Magister (che è molto vicino ai cardinali contestatori) ha pubblicato le ulteriori osservazioni dei cinque cardinali alle risposte del papa.