“Sulle tracce dell’altro”. Quando genitori e figli LGBT si confrontano sull’accoglienza pastorale nella chiesa
Riflessioni di Giacomo Tessaro, volontario de La Tenda e del Progetto Gionata
Era da diverso tempo che non vedevo Nucenze. Mi ha fatto un enorme piacere rivederlo nella sede del Guado, che ormai, dopo celebrazioni del Cerchio e cineforum, è diventata un po’ anche casa mia. Quando sono entrato al Guado, l’ho visto, come sempre, attorniato da amici, a tessere strategie per i suoi numerosi progetti.
Uno di questi è il libro Sulle tracce dell’altro. Esperienze pastorali nella Chiesa Cattolica con le persone LGBT e i loro genitori, che appunto quella sera veniva presentato in conferenza da Nucenze stesso assieme a Gianni Geraci, Elena ed Enrico, i genitori portavoce della pastorale cattolica LGBT di Reggio Emilia (accompagnati dal loro parroco, don Paolo Cugini), e Fanny e Massimo, due genitori dell’Agedo (Associazione di amici, parenti e genitori di persone omosessuali).
Dopo l’introduzione di Gianni Geraci, Nucenze ha dato avvio alla serata parlando della nuova iniziativa editoriale del Progetto Gionata. Negli ultimi giorni ho avuto modo anch’io di accennarne con alcune persone, con grande orgoglio, visto che diverse traduzioni che vi compaiono sono mie. Il libro mira a dare al pubblico italiano delle informazioni e indicazioni, difficilmente reperibili altrove, sulla pastorale cattolica rivolta alle persone LGBT e ai loro famigliari: in Italia esperienze di questo tipo esistono da pochissimo tempo in una manciata di diocesi, ma all’estero (Francia, Stati Uniti, Cile) molte diocesi, parrocchie e ordini religiosi (come i Gesuiti di Santiago del Cile) hanno da tempo cominciato a farsi carico di questo nuovo campo della pastorale, che sta avanzando con difficoltà ma è gravido di possibili e interessantissimi sviluppi. Sono felice di aver ritrovato, in questa prima parte dell’incontro, la voce e la gestualità tipiche di Nucenze: è stato bello vedere un grande amico proseguire nella difesa delle sue idee e dei suoi progetti.
Gianni Geraci ha poi presentato Elena ed Enrico, che assieme al parroco don Paolo Cugini sono tra i protagonisti di una delle realtà più nuove e interessanti del mondo cattolico LGBT, l’esperienza della pastorale con le persone LGBT e i loro genitori della parrocchia Regina Pacis di Reggio Emilia. Elena ed Enrico si sono fatti promotori di incontri regolari con altri genitori della parrocchia e della città, con figli e figlie gay e lesbiche (ma non necessariamente), in cui si discute del tema, ci si conosce, si contribuisce a demolire pregiudizi, che anche a Reggio sono tanti e ben radicati (la parrocchia Regina Pacis è anche sede delle Sentinelle in Piedi).
Elena ed Enrico hanno raccontato gli inizi del gruppo, le difficoltà e i sospetti a volte grotteschi che alcuni parrocchiani nutrono, la piena collaborazione del parroco don Paolo, la rete con i gruppi di Parma e col Progetto Gionata, l’organizzazione della veglia per il superamento dell’omofobia e di tutte le discriminazioni dell’anno passato, tutto in modo franco e diretto.
Hanno preso poi la parola Fanny e Massimo dell’Agedo, che hanno raccontato la presa di coscienza dell’omosessualità dei figli, la loro ricerca di informazioni e di sostegno, il rapporto, del tutto naturale, dei nipoti con lo zio gay e il suo compagno, il lavoro quotidiano nelle scuole da parte di alcuni insegnanti, spesso ostacolato da colleghi e colleghe poco informati od ostili. Molto movimentato il momento delle domande del pubblico, tra cui lo psichiatra Paolo Rigliano, autore di numerosi libri sull’omosessualità, e il già citato don Paolo Cugini, che hanno chiarito molti punti e hanno sollevato nuovi interrogativi, i quali meriterebbero delle serate appositamente dedicate.
Dopo le ultime battute della conferenza, come sempre da parte di Gianni Geraci, ecco la cena preparata dai cuochi del Guado, durante la quale ho potuto parlare più tranquillamente con Nucenze delle cose che più ci stanno a cuore. Quella sera ho potuto inoltre rivedere, o vedere per la prima volta, alcune persone già incrociate nei miei incarichi gionatini o su Facebook, oppure nelle serate di Arcigay Rainbow Valsesia, Vercelli e Biella, come Gianni Geraci o Maurizio di Parma, la cui ospitalità, di cui tante volte Nucenze mi ha parlato, ho potuto sperimentare di persona il giorno dopo, e Antonio De Caro, volontario di Gionata e curatore del gruppo Spiritualità Arcobaleno di Parma, con il quale ho potuto saperne di più su questa nuova realtà.
Una conclusione? Come spesso accade, mi sono ritrovato tra moltissime persone sconosciute, ma la mia amicizia per il mondo LGBT mi ha spinto molto lontano in questi ultimi anni e gran parte di quello che ho vissuto e conquistato lo devo proprio a questo mondo e ai suoi abitanti. La mia presenza quella sera e il giorno dopo è stato un microscopico sostegno e un grande piacere.