Sull’omosessualità la Bibbia non è molto gay!
Riflessioni tratte dal blog di Père Jonathan (Francia), 15 maggio 2011, liberamente tradotte da Marco Casella
La Bibbia non è molto gay! E sui blog si trovano tanti articoli, sia per dire la Bibbia condanna molto chiaramente l’omosessualità, sia per dire, al contrario, che quello che dice di negativo non ha poi tanta importanza. Facciamo il punto!
È un po’ lungo… Ecco il piano: 1. Le menzioni esplicite; 2. Valutazione; 3. Davide e Giònata; 4. Conclusione: le due morali del Vangelo.
1. Le menzioni esplicite
Si trovano alcuni passaggi biblici dove, con un linguaggio che non è più per forza il nostro, i testi parlano negativamente dell’omosessualità. Prima due racconti. Quello di Sòdoma, città che ha lasciato il suo nome alla sodomia (Genesi ch. 19, versetti 1-25). Due messaggeri (o angeli) vengono invitati da Lot a passare la notte nella sua casa di Sòdoma.
La sera, vengono tutti gli uomini della città chiedendo di « conoscere » questi due uomini, e non ci sono dubbi che « conoscere » è il tipico eufemismo della Bibbia per parlare dei rapporti sessuali.
Lot rifiuta, proponendo invece le sue due figlie vergini, che loro rifiutano. Dopo una storia alquanto strana (diversi manoscritti sarebbero stati uniti) «il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco. »
Un racconto dello stesso genere si trova nel libro dei Giudici (Giudici ch. 19). Un prete viene invitato a passare la notte con la sua concubina presso un vecchio a Gàbaa: venuta sera, gli uomini della città chiedono al vecchio di fare uscire l’uomo affinché « lo conosciamo. »
Stesso rifiuto, e alla fine il prete concede loro la sua concubina, che violentano per tutta la notte… La donna muore e, per vendicarsi, il prete taglia la concubina in dodici parti che porta alle dodici tribù di Israele.
Conclusione: a Sòdoma, come a Gàbaa, la Bibbia racconta una storia in cui lo stupro collettivo omosessuale di un ospite di passaggio è considerato «abominevole». Sembrerebbe preferibile lo stupro collettivo eterosessuale di una ragazza della città. Tutto ciò ha ben poco a vedere con l’omosessualità nel XXI secolo!
In seguito, due articoli di legge nel libro del Levitico: « Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loi. » (Lv, 18, 22, 20, 13).
Il primo articolo condanna soltanto il partner attivo, mentre il secondo i due partner. Conclusione: il libro del Levitico condanna chiaramente le relazioni omosessuali maschili.
Infine, tre menzioni nel Nuovo Testamento, nelle Lettere di San Paolo. Due sono citazioni senza spiegazioni, in una lista di peccati: «Certo, noi sappiamo che la legge è buona, se uno ne usa legalmente; sono convinto che la legge non è fatta per il giusto, ma per gli iniqui e i ribelli, per gli empi e i peccatori, per i sacrileghi e i profanatori, per i parricidi e i matricidi, per gli assassini, i fornicatori, i pervertiti, i trafficanti di uomini, i falsi, gli spergiuri e per ogni altra cosa che è contraria alla sana dottrina, secondo il vangelo della gloria del beato Dio che mi è stato affidato. » (Prima Lettera a Timoteo, ch. 1, versetti 8-11).
« O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio. » (Prima Lettera ai Corinzi, ch. 6, versetti 9-10).
I termini greci sono qui malakos e arsenokoitès (tradotti con effeminati e sodomiti); sembra che ciò abbia a che fare con l’omosessualità – o almeno con pratiche sessuali condannate dalla società dell’epoca, che non è la stessa cosa. (1Co 6:9-10 FBJ)
Queste due menzioni sono complicate da interpretare: il senso dei termini non è perfettamente chiaro, e San Paolo non approfondisce del tutto queste situazioni e non spiega il motivo della condanna.
È però più chiaro nella Lettera ai Romani, 1° capitolo, versetti 26-27. « Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento ».
Non ci sono dubbi che si parla qui di rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso. Tuttavia, il senso letterale del testo pone la seguente domanda: si parla di persone omosessuali « per natura», «da sempre» (scusate per queste semplificazioni) o della pratica (che è attestata, ad esempio, da Petronio nel Satyricon e nel banchetto di Trimalcione) di un uomo ricco e sposato che ha un «tesoro» tra i suoi schiavi?
2. Valutazione
– la Bibbia non conosce il concetto di omosessualità. Essa non affronta mai la questione degli atti omosessuali, che essa esprime sia con un linguaggio di inversione dei ruoli « con un uomo come con una donna », « si sono scambiati ») sia con aggettivi greci (in Paolo) il cui senso evoca l’omosessualità nella società greca del I secolo d.C.
Tuttavia, non si trova mai riflessione su persone omosessuali « da sempre » né su quello che sarebbe un rapporto omosessuale stabile e reciproco (senza che i favori sessuali siano ottenuti con la violenza, con il denaro o con il dominio).
Non ci sono però dubbi che questi passaggi che evocano l’omosessualità sono sempre connotati negativamente.
– Rispetto all’insieme della Bibbia, è chiaro che la Bibbia parla molto poco di omosessualità. Tale questione è assente nel Vangelo, che è il centro della Bibbia per i Cristiani (perlomeno ai cattolici, conosco l’attaccamento dei nostri fratelli protestanti a San Paolo): l’omosessualità è assente dai discorsi di Gesù come le persone che egli incontra.
– Altri temi sono molto più presenti nella Bibbia, per esempio il matrimonio (uomo-donna) visto come l’allegoria dell’Alleanza di Dio con il suo popolo: lo si incontra in tutte le categorie dei testi dell’Antico Testamento (legge, profeti, altri scritti), nel Vangelo, in Paolo.
– Nelle Lettere di San Paolo, le menzioni dell’omosessualità non costituiscono il luogo di una riflessione sull’omosessualità. Paolo menziona queste relazioni, spesso in un elenco, come dei luoghi comuni che i suoi lettori condividono con lui per perseguire un altro obiettivo: parlare di Dio e di Gesù Cristo.
Nella Lettera ai Romani, l’omosessualità è menzionata in un capitolo che critica in modo generale l’idolatria, per dimostrare che anche i pagani avrebbero potuto riconoscere la gloria di Dio.
In 1Co e 1Tm, la presenza di un elenco di peccati mostra bene come Paolo non cominci alcuna riflessione sull’omosessualità ma riprenda luoghi comuni senza interrogarsi sulla loro fondatezza.
– Le condanne di Sòdoma e Gàbaa non hanno niente a che fare con l’omosessualità moderna. È in primo luogo una storia di stupro collettivo che contravviene alle leggi dell’ospitalità.
– Le condanne del Levitico sono perfettamente chiare… Il Levitico condanna però molte altre cose! La più famosa è la condanna del prestito (Lv 25, 37), ripresa dal Deuteronomio, dai salmi e dai profeti (Dt 23,10; Ps 15,5; Ez 18,8), contrariamente alla condanna molto più puntuale dell’omosessualità.
Essa è evocata anche nel Vangelo: Gesù racconta una parabola nella quale un debitore non può rimborsare il proprio debito e il maestro gli concede la grazia (Mt 18,25; Lc 7,42).
Gesù la menziona fino alla preghiera del Padre Nostro in Mt 6,12: « Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori. » I teologi del Medioevo hanno a lungo dibattuto della moralità del prestito, accettandolo solo tardivamente.
Conclusione: la Bibbia evoca in alcuni punti l’omosessualità con una connotazione negative. Tali condanne sono poco abbondanti e assenti dal Vangelo.
La condanna dell’omosessualità è molto meno forte di quella del prestito (a usura) che, invece, i cristiani praticano oggi senza vergogna.
3. Davide e Giònata
Nei due libri di Samuele si parla dell’amicizia tra Giònata (figlio del re Salomone) e Davide (che succederà a Salomone). Alla morte di Salomone, Davide scrive: « L’angoscia mi stringe per te, caro fratello Giònata. Tu mi eri molto caro; la tua amicizia era per me preziosa più che amore di donna. » (2Sam 1,26).
La traduzione attenua il testo: in ebreo come in greco è lo stesso termine impiegato da Davide. Davide dice: « la tua ahavah/agapèsis era per me più preziosa più che amore ahavah/agapèsis di donna».
Questo vuol dire che c’è sia un attestato di considerazione positiva dell’omosessualità sia che è una grande amicizia che i militanti LBGT vogliono snaturare!
Siamo onesti: le interpretazioni dipendono molto dal punto di vista iniziale. Chi vuole « provare » che l’omosessualità è buona finisce per ritrovarlo nel testo, e viceversa.
Quali sono i fatti obiettivi, testuali?
– non c’è un’affermazione esplicita di relazione sessuale. Non si « conoscono » o « dormono » mai insieme. Nella Bibbia non viene incontrata mai una coppia omosessuale che può essere confrontata con Davide e Giònata.
– ma ciò non basta! Poiché la sessualità non viene mai vista (eccetto che nei corsi di biologia) in modo « meccanico », ma viene sempre vista in modo simbolico. Le coppie dicono spesso « è da sei mesi che stiamo insieme » oppure « ha voluto subito impegnarsi ». I simboli devono essere interpretati, ma l’interpretazione dipende sempre da colui che interpreta.
– Per un lettore che ha una concezione positiva dell’omosessualità. Nel testo è presente un certo numero di simboli che lo fanno pensare a un rapporto omosessuale.
L’incontro di Davide e Giònata fa pensare ad un colpo di fulmine: « Quando Davide ebbe finito di parlare con Saul, l’anima di Giònata s’era già talmente legata all’anima di Davide, che Giònata lo amò come se stesso. » (1Sam 18, 1)
– mai si vede un’amicizia tanto forte e immediata nella Bibbia. Mentre Saul vuole fare morire Davide, Giònata lo salva in segreto, e il loro incontro è commovente: « Allora diede le armi al ragazzo che era con lui e gli disse: “Va’ e riportale in città”.
Partito il ragazzo, Davide si mosse da dietro la collinetta, cadde con la faccia a terra e si prostrò tre volte, poi si baciarono l’un l’altro e piansero l’uno insieme all’altro. » (1Sam 20, 40-41).
Si vede però soprattutto un giorno Saul trattare il proprio figlio Jonathan da « rammollito » a causa della sua relazione con Davide, e utilizza un’ingiuria sessuale: « Saul si adirò molto con Giònata e gli gridò: « Figlio d’una donna perduta, non so io forse che tu prendi le parti del figlio di Iesse, a tua vergogna e a vergogna della nudità di tua madre?
Perché fino a quando vivrà il figlio di Iesse sulla terra, non avrai sicurezza né tu né il tuo regno. Manda dunque a prenderlo e conducilo qui da me, perché deve morire. » (1Sam 20, 30-31). Ci sono quindi indici molto forti.
– Questi simboli sono molto forti, e si capisce che un interprete non omofobo vede un’allusione velata all’omosessualità. È sufficiente?
In tutto rigore, la conclusione deve essere prudente, poiché non si dispone di riferimenti culturali che ci permetterebbero di fare un confronto.
Per parlare come il Levitico, Davide e Giònata hanno « dormito insieme come un uomo dorme con una donna »?
Non lo so… Eppure, obiettivamente la questione si pone: non si può negare che la questione si pone, poiché è Davide stesso che confronta la propria relazione con Giònata (ahavah/agapèsis) alla relazione con le donne.
Conclusione: è il testo stesso della Bibbia che pone la questione di sapere se Davide e Giònata hanno una relazione omosessuale. Il testo presente degli indici che incita a rispondere, ma il testo lascia che il lettori operi questo lavoro di interpretazione.
4. Conclusione: le due morali del Vangelo
Da quello che precede, è chiaro che non ci si può appoggiare sulla Bibbia per condannare fin da subito le situazioni omosessuali che si presentano nelle società moderne di oggi.
Tali testi vanno interpretati e i Cristiani, in generale, non fanno complimenti ad interpretare questi testi, eccetto che rifiutare il prestito!
Se il Vangelo non dice niente dell’omosessualità, oppone chiaramente due tipi di morale. Tale questione morale è importante: la Bibbia è attraversata non dalla questione dell’omosessualità ma dalla questione morale. Fare il bene, sostenere il debole contro il forte, costruire un mondo di giustizia.
Nel Vangelo ci sono due tipi di morale: quella dei Farisei, che si credono giusti e che usano la Legge biblica per condannare gli altri e affermare la loro superiorità, e quella di Gesù, che porta l’uomo a riconoscersi umilmente peccatore e a chiedere a Gesù di aiutarlo.
Oggi, la questione morale dell’omosessualità non è di sapere ciò che le persone omosessuali devono fare o meno… bensì di sapere come avere dei rapporti giusti con queste persone, poiché la morale «farisaica», quella che, secondo la Bibbia, condanna gli altri, si sa a cosa ha portato: ha posto Gesù sulla croce.
Testo originale : La Bible est triste, hélas, et j’ai lu tous les blogs