Sull’omosessualità, quello che la Bibbia dice e non dice
Riflessioni bibliche del Rev. Elder Don Eastman* pubblicate sul sito del David & Jonathan nel 2014, liberamente tradotto da Alberto C.
1) L’omosessualità e la Chiesa. La più bella parola nel Vangelo di Cristo è “chiunque”. Tutte le promesse di Dio sono rivolte a tutti gli esseri umani. Questo include gay e lesbiche. Che tragedia aver visto chiese cristiane perseguitare gli omosessuali. Siamo tutti creati con un bisogno vitale di relazioni con gli altri.La nostra qualità della vita dipende dall’amore che condividiamo con il nostro prossimo, che si tratti di famiglia, amici, compagni o altre persone. Ancora oggi, gli omosessuali spesso devono affrontare atteggiamenti ostili che impediscono l’accesso a relazioni sane. Gesù Cristo ci chiama a trovare un senso ultimo attraverso un rapporto personale ed intimo con il nostro Creatore. Questa importante unione spirituale può portare guarigione e forza a tutti i nostri rapporti umani..
2) Né peccato. Né malattia. Per molti secoli, l’atteggiamento della chiesa cristiana verso la sessualità umana è stato molto negativo; il rapporto sessuale è stato considerato solo ai fini procreativi, non per piacere; le donne e gli schiavi erano considerati proprietà degli uomini, e le varie espressioni eterosessuali e omosessuali erano considerati fonte di colpa. Queste tradizioni spesso ancora oggi continuano ad influenzare le chiese. Alcune insegnano che le donne dovrebbero essere subordinate agli uomini, promuovono forme di discriminazione contro le persone di colore e condannano gli omosessuali. Dicono che tutti gli atti omosessuali sono colpevoli, facendo spesso riferimento alla loro interpretazione della Scrittura.
Altre chiese sono influenzate da un secolo di pensiero psicoanalitico alimentato da alcune influenti minoranze nella comunità medica. Vedono l’omosessualità come una forma di malattia, anche se attualmente queste loro posizioni sono completamente screditati dalla scienza medica. Alcune chiese e ministri continuano ad essere influenzati da questa idea, affermando che gli omosessuali hanno “struttura sessuale immatura” avendo pertanto bisogno di una guarigione.
La buona notizia è che dal 1968, quando la Chiesa MCC (Metropolitan Community Church, ndt) è stata fondata, l’emergere di una forte comunità di gay e lesbiche e le nuove scoperte della ricerca scientifica hanno costretto le chiese cristiane a riconsiderare le loro posizioni.
Un numero crescente di biblisti e teologi ora riconoscono che la Scrittura non condanna la relazione omosessuale responsabile, matura e amorevole. Pertanto, gay e lesbiche dovrebbero essere accettati come tali nelle chiese cristiane, e le relazioni omosessuali devono essere riconosciute, rispettate e sostenute.
3) Qual è il peccato di Sodoma? In Ezechiele 16: 48-50, è chiaro che gli abitanti di Sodoma, come molte persone oggi, possedeva beni materiali in abbondanza, ma rifiutava di rispondere alle necessità dei poveri e rendeva culto agli idoli pagani. I peccati di ingiustizia e di idolatria affliggono ogni generazione. Noi siamo sotto lo stesso giudizio se creiamo falsi dei e se trattiamo il nostro prossimo con ingiustizia.
4) Levitico 18, 22 e 20.13. Oggi i cristiani non seguono le regole e i rituali previsti nel libro del Levitico. Alcuni ignorano la propria impurità quando citano Levitico per condannare gli omosessuali. Tale abuso della Scrittura distorce il significato del Vecchio Testamento e nega il messaggio del Nuovo Testamento. ” Non ti coricherai con un uomo come si fa con una donna, questo sarebbe un abominio.”
Queste parole appaiono solo nel codice sacro del Levitico, un manuale di rituali per i sacerdoti di Israele. Il loro significato può essere pienamente compreso solo nel contesto storico-sociale dell’antico popolo ebraico. Israele, che aveva un posto unico come il popolo eletto di Dio, doveva evitare le pratiche di altri popoli e le credenze politeiste.
La religione ebraica, caratterizzata dalla rivelazione di un Dio unico, era in continua tensione con la religione dei vicini Cananei, che adoravano molteplici divinità della fertilità. Il culto idolatrico dei Cananei era caratterizzato dalla prostituzione cultuale maschile e femminile, come si evince da Deuteronomio 23, 17. Questo comportamento comprometteva la fedeltà e la lealtà di Israele nei confronti del suo Dio. In alcune versioni della Bibbia, la parola ebraica “qadesh”, che traduce l’atteggiamento di culto legato alla prostituzione, è stato falsamente tradotto come “la sodomia”.
5) Che cosa è un “abominio”? Un abominio è ciò che Dio trova detestabile in quanto c’è stata una relazione impura (come lo stupro, lo sfruttamento degli altri, ecc), la mancanza di fedeltà, o un’ingiustizia. Diverse parole ebraiche traducono questo termine. Lo si trova nel Levitico sotto il termine “toevah”, che è di solito associato all’idolatria, come in Ezechiele, in cui appare più volte.
Data la stretta associazione della parola toevah con pratiche idolatriche e religiose cananee della prostituzione sacra, l’uso di toevah riguarda solo il rapporto sessuale tra persone dello stesso sesso. L’uso di questo termine, nel Levitico, mette in discussione la condanna che era applicata alla relazioni sentimentali tra persone adulte e consenzienti dello stesso sesso.
Un certo numero di rituali e regole menzionato nel Vecchio Testamento mirano a preservare le caratteristiche della religione e della cultura di Israele, ma, come si afferma in Galati 3: 22-25, i cristiani non sono più legati a leggi ebraiche, perché per fede ci uniamo alle parole di Cristo, e non al libro del Levitico.
Certamente le questioni etiche riguardano tutte le culture e tutti i popoli di tutti i tempi. In seguito, queste riflessioni sono state pertanto riproposte dal tempo di Gesù Cristo, che non ha detto nulla circa l’omosessualità, mentre parla abbondantemente di amore, di giustizia, la misericordia, e di fede.
6) Romani 1,24-27 La maggior parte dei libri del Nuovo Testamento, tra cui i quattro Vangeli, rimangono silenziosi circa gli atti omosessuali. Paolo è l’unico autore che allude a questo tipo di rapporti. L’unica dichiarazione negativa di Paolo per quanto riguarda questi atti si trova in Romani 1: 24-27. Nel contesto di una più ampia spiegazione della necessità condivisa da tutti a rivolgersi al Vangelo di Gesù Cristo, alcuni comportamenti omosessuali sono citati come esempio di impurità di pagani idolatri.
Questo passaggio riguarda tutti gli atti omosessuali, o certi comportamenti omosessuali noti ai lettori di Paolo? La Lettera ai Romani è stata scritta per i cristiani ebrei e non ebrei di Roma, che erano abituati agli abusi sessuali dei loro contemporanei, soprattutto degli imperatori romani. Avrebbero anche capito le tensioni nella Chiesa primitiva per quanto riguarda i pagani e l’osservanza della legge ebraica, come si evince in Atti 15 e nella Lettera di Paolo ai Galati. Nel Levitico, le leggi ebraiche citano atti tra uomini soltanto in un contesto di idolatria.
7) Che cos’è la “Natura”? Il significato del discorso di Paolo è che questi pagani impuri cambiassero ciò che era naturale per loro (= phusin, nel testo greco) per qualche cosa contro natura (=para-phusin). In Romani 11,24 Dio si comporta in maniera non naturale quando accetta dei credenti non ebrei.
Il termine “contro natura” in questi passaggi non si riferisce alla violazione della cosiddetta legge di natura, ma piuttosto a un’azione che va contro la sua “propria” natura. In questa prospettiva, possiamo notare che è contro la natura di una persona con orientamento omosessuale cercare di vivere come uno stile di vita eterosessuale.
Romani 1,26 è l’unico passaggio della Bibbia che sembra fare un riferimento ad un atteggiamento saffico, nonostante l’intenzione di questo versetto non sia chiaro. Alcuni autori hanno visto in questo passo un riferimento a una donna con un ruolo dominante in una relazione eterosessuale.
Dato il peso culturale che gravava sulle donne ai tempo di Paolo, questa interpretazione può essere possibile. Le pratiche omosessuali citate in Romani 1,24-27 sono state prese come il risultato di idolatria e associate a grandi offese contro Dio (cfr Rm 1). Considerate in un contesto più ampio, sembra oggi evidente che questi atti sono diversi dalle relazioni omosessuali responsabili e pieno di amore.
8) A proposito della Bibbia. La Bibbia è una raccolta di testi che coprono più di mille anni di storia e raccontano la storia dei rapporti di Dio con gli ebrei e i primi cristiani. È stata scritta in diverse lingue, nutrita dagli stili e forme letterarie del tempo, riflette delle culture che sono molto diverse dalle nostre. Si tratta di elementi importanti per comprendere correttamente la Bibbia e il suo contesto.
Ci sono grandi differenze dottrinali tra le varie confessioni cristiane che utilizzano la stessa fonte. Tali differenze hanno portato alcuni cristiani a dire che altri non sono dei veri cristiani! La traduzione della Bibbia e la teologia differiscono da una chiesa all’altra. Cambiano anche con i tempi.
Circa 150 anni fa, negli Stati Uniti, un gruppo di cristiani sosteneva che c’erano due categorie per l’ordine morale: i bianchi e i neri. Alcuni bianchi hanno poi pensato che fossero superiori ai neri quindi, secondo loro, la sottomissione e la schiavitù dei neri erano volute da Dio. Il clero che ha sostenuto queste idee così ripugnanti si è stato appoggiato sull’autorità della Bibbia.
Il conflitto sulla schiavitù ha portato a divisioni che hanno dato vita ad alcune importanti denominazioni cristiane. Questi stessi gruppi, naturalmente, oggi non sono più favorevoli alla schiavitù. La Bibbia è forse cambiata? No, solo la sua interpretazione cambia!
9) Le nuove informazioni confutano le vecchie idee. Quali sono le influenze che ci hanno portato ad un nuovo modo di comprendere le Scritture? Le nuove informazioni scientifiche, i cambiamenti sociali, e l’esperienza personale sono forse stati gli strumenti per modificare l’interpretazione della Bibbia e tutto questo ci ha aiutati ad aumentare la nostra fede. La conoscenza scientifica sull’orientamento omosessuale non è esistita fino al 19° secolo.
La maggior parte delle chiese cristiane, compresa la MCC, crede che la Bibbia è stata ispirata da Dio ed è la fonte primaria di autorità per la fede cristiana. Pertanto, ciò che la Bibbia insegna su una serie di argomenti, tra cui la sessualità, è di grande importanza.
Tuttavia, il problema è che la Bibbia dice molto poco su alcuni temi e i punti di vista della gente nei confronti di questi argomenti sono alimentati molto più da altre fonti, che vengono poi lette nelle affermazioni bibliche. Questo è stato particolarmente vero per l’omosessualità, ma per fortuna le recenti conoscenze scientifiche confutano le ipotesi e le conclusioni del passato.
10) Nessuna legge contro Amore. La rarità con cui Paolo parla delle relazioni tra persone dello stesso sesso e l’ambiguità nei riferimenti a lui attribuiti non ci consentono di fare delle conclusioni circa la posizione del Nuovo Testamento nei confronti dell’omosessualità, soprattutto in un contesto di amore e di relazioni responsabili. Dal momento che alcuni argomenti vengono ignorati, è ancora più importante guardare ai grandi principi del Vangelo insegnato da Gesù Cristo e gli Apostoli:
“Ama Dio con tutto il cuore, e ama il prossimo tuo come te stesso. Non giudicare per non essere giudicato!”
“Il frutto dello Spirito invece è l’Amore, contro il quale non esiste una legge!”
Un punto è molto chiaro, dice Paolo in Galati 5:14:
“L’intera legge trova la sua pienezza con le seguenti parole: ‘Ama il prossimo tuo come te stesso.”
11) 1Corinzi 6,9 e Timoteo 1,10. Alcune considerazioni sulle affermazioni del Nuovo Testamento in materia di relazioni omosessuali devono essere presentate con cura nel contesto culturale greco-romano in cui Paolo ha esercitato il suo ministero. Prostituzione e pederastia (= sesso di un uomo adulto con un bambino) erano gli atti sessuali più comuni compiuti tra maschi dello stesso sesso.
Nella traduzione del Re Giacomo, leggiamo in 1Corinzi 6,9 che Paolo accusa coloro che sono “effeminati” e quelli che “abusano di loro” Purtroppo, alcune traduzioni contemporanee sono peggiori perché usano il termine “omosessuale”. Recenti ricerche smascherano l’omofobia dietro tali errori di traduzione.
La prima parola nel testo greco “malakos” è stato tradotto con “effeminati” o “dolce”, facendo probabilmente riferimento a qualcuno che manca di disciplina e controllo morale. Questa parola è usata in altri passi del Nuovo Testamento, senza mai fare riferimento alla sessualità.
La seconda parola greca trovato è “arsenokoitai”, egli è citato una volta sia in Corinzi sia in Timoteo, ma in nessun altro dei testi letterari di quel tempo. Esso deriva da due parole greche, un significato “maschio, uomo,” e l’altro significato “letto”, un eufemismo per parlare di un rapporto sessuale. Esistevano altre parole greche per descrivere un comportamento “omosessuale”, ma non appaiono da nessuna parte nei testi del Nuovo Testamento. Nel più ampio contesto di 1 Corinzi 6, vediamo un Paolo estremamente preoccupato dalla lotta contro la prostituzione, per cui è possibile che si riferisse alla prostituzione maschile di quel tempo.
Diversi esperti che tentano ora di tradurre queste parole giungono alla conclusione che “il loro significato preciso non è chiaro o sfocato.”
12) Altre osservazioni. “L’omosessualità criticata dal Nuovo Testamento, è la relazione pederastica nella cultura greco-romana. Gli atteggiamenti e il linguaggio esclusivo contro la pederastia sono l’eredità dell’appartenenza alla comunità ebraica “. Robin Scroggs, Professore di Teologia Biblica presso l’Union Theological Seminary, New York City.
“Nessuno può essere assolutamente certo che le due parole chiave in 1Corinzi 6,9 facciano riferimento al comportamento omosessuale adulto.”
Victor Paul Furnish, professore di Nuovo Testamento presso la Perkins School of Theology, Dallas, Texas
“L’argomento più forte contro l’attività omosessuale, in quanto intrinsecamente immorale, è stato tradizionalmente preso in prestito da Romani 1,26, dove questo comportamento è descritto come “para-phusin “. La traduzione standard è “contro natura. Due interpretazioni possono giustificare ciò che Paolo pensava riguardo a questo argomento: poteva fare riferimento a un pagano che non controllava più la sua libido e si abbandonava per questo motivo a nuovi piaceri sessuali. La seconda possibilità è che “phusin” si riferisca alla “natura” del popolo eletto che secondo le leggi del Levitico avevano il divieto di avere rapporti omosessuali”. John J. McNeill, assistente professore di psicologia alla Theological Union Seminary, New York City
“Una lettura più approfondita delle parole di Paolo sugli atti omosessuali in Romani 1 confuta l’interpretazione moderna di questo passo. Paolo non negava l’esistenza di una distinzione tra puro e impuro e supponeva che i nuovi cristiani provenienti dal giudaismo volessero continuare ad osservare il codice della purezza.
Tuttavia, ritiene di concettualizzare un’impurità fisica e peccatrice, e si astiene da costringere i pagani di recente conversione di aderire a questo codice di purezza”. L. William Countryman, professore di Nuovo Testamento presso la Scuola Church Divinity of Pacific, Berkeley, California.
“La parola ebraica “toevah”, qui tradotto come” abominio”, di solito non significa qualcosa di intrinsecamente sbagliato come lo stupro o il furto (citati nel Levitico), ma qualcosa che è ritualmente impuro per gli ebrei, per esempio: mangiare carne di maiale, avere rapporti sessuali durante il periodo mestruale. Questi due sono vietati nello stesso capitolo.”. John Boswell, professore di storia alla Yale University, New Haven.
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* Testo redatto nel 1990 dal Rev. Elder Don Eastman dell’Universal Fellowship di Los Angeles
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Testo originale: Ce que la Bible dit et ne dit pas