Sull’omotransfobia non date i numeri, ma i dati raccolti su omofobia.org
Lettera aperta inviata dai volontari e le volontarie de La Tenda di Gionata
Gentile giornalista di un giornale o di un sito d’informazione, tra i vari aspetti del dibattito legato all’approvazione del DdL Zan contro l’omotransfobia c’è quello legato all’effettiva portata del fenomeno.
Purtroppo, i dati forniti dal Ministero degli Interni sottostimano il numero degli episodi per quattro motivi:
– Il primo è legato al disagio che, in genere prova la vittima di un episodio di omofobia: soprattutto se ha problemi di visibilità raramente si dichiarerà omosessuale davanti a un funzionario pubblico. A questo aspetto specifico si aggiungono le resistenze che ci sono quando si tratta di denunciare alle autorità un episodio di violenza e di discriminazione che si fa fatica a considerare sbagliato, perché coerente con un clima in cui le persone omosessuali non vengono né accolte né rispettate.
– Il secondo è invece legato al fatto che, molto spesso, l’aggressione omofoba si configura come un vero e proprio “crimine perfetto”, portato avanti in assenza di testimoni in modo di non lasciare sulla vittima dei segni esteriori visibili. Per essere più chiari facciamo un esempio: come può il cliente di un ristorante dimostrare di essere stato cacciato da un ristorante, o uno studente a portare una prova degli insulti che riceve a scuola? Quando poi è l’omosessuale stesso ad agire contro se stesso, magari tentando un suicidio, per fuggire dal clima irrespirabile che si è creato intorno a lui cosa può arrivare davanti ai tavoli dei funzionari del Ministero degli Interni?
– Anche le lungaggini che caratterizzano la nostra giustizia spingono le vittime a non intraprendere la strada giudiziaria per veder tutelata la loro incolumità: spesso si cambia scuola, si cambia lavoro, ci si trasferisce in un altro quartiere, ci si barrica in casa e non si esce da soli pur di non intraprendere un’azione giudiziaria che, nel migliore dei casi, porta alla condanna del colpevole a una pena che viene sospesa per la condizionale.
– Ma il motivo senz’altro più importante che spiega i dati del Ministero è legato al fatto che, in assenza di leggi che prevedono un reato specifico, diventa piuttosto macchinoso per chi raccoglie e classifica le denunce, a non ricorrere a quei “futili motivi” che, sempre secondo i dati del Ministero, nascondono gli episodi di omofobia.
Da queste osservazioni è nata l’idea di proporre, sul sito omofobia.org, gli strumenti che permettono di superare queste difficoltà oggettive e che offrano un’immagine più veritiera degli episodi di omotransfobia in Italia:
– quando viene segnalato un episodio sul sito omofobia.org si verifica la notizia e la si prende definitivamente in considerazione solo quando viene attestata da tre fonti indipendenti tra loro;
– nei limiti del possibile si contattano direttamente le vittime per confrontare la loro versione dei fatti con le fonti che li hanno descritti;
– si classificano poi gli episodi in base a una serie di parametri di varia natura (temporali, geografici, legati alle caratteristiche dell’episodio e all’identità della vittima);
– vengono prodotti dei report periodici che vengono poi sottoposti all’attenzione di alcuni esperti non necessariamente legati al mondo LGBT.
Non siamo noi a dover giudicare la bontà del lavoro che è stato fatto. Di certo il fatto che, fin dal 2013, i rapporti sull’omofobia discussi presso il Ministero degli Affari Sociali, hanno utilizzato spesso i dati raccolti proposti nel sito, cosa che ci porta a pensare che siano ritenuti affidabili anche a livello istituzionale.
Con questa lettera vogliamo suggerire ai professionisti che lavorano nel mondo dell’informazione, di dare un’occhiata al sito omofobia.org di cui le abbiamo parlato. Questo permetterà loro di accedere in maniera agile a una ulteriore fonte di informazione su un tema per il quale la correttezza dell’informazione è fondamentale.
Cordialmente.
I volontari e le volontarie dell’associazione La Tenda di Gionata*
Sede operativa: Via Castronella 21, 50013 Campi Bisenzio (Firenze)
Infoweb https://www.gionata.org/tendadigionata
Email: tendadigionata@gmail.com
L’associazione La Tenda di Gionata è stata fondata, il 18 marzo 2018, dai volontari del Progetto Gionata su sollecitazione di don David Esposito, un prete prematuramente scomparso, che “sognava” che le nostre comunità cristiane sapessero “allargare la tenda” (Isaia 54) per fare spazio a tutti, diventando così “sempre più santuari di accoglienza e sostegno verso le persone LGBT e verso ogni persona colpita da discriminazione”.