Test HIV positivo. Le tre lettere che mi hanno sconvolto l’esistenza
Testimonianza di Alex pubblicata sul sito Positively UK (Gran Bretagna) il 17 aprile 2015, libera traduzione di Rossella di Pede
“Test HIV: positivo“. Le tre lettere che mi hanno sconvolto l’esistenza, e mi hanno cambiato la vita per sempre. Un giorno che sarà per sempre impresso nella mia mente. Da insegnante, era l’ultimo giorno delle festività pasquali, prima dell’inizio di un nuovo semestre. Mi incontrai con un mio amico per passeggiare con il cane. Mi squillò il telefono e mi meravigliò sentire che la chiamata era da parte del consultorio della salute sessuale, per un check-up che avevo fatto qualche giorno prima. La persona all’altro capo del telefono mi domandò avessi potuto recarmi lì immediatamente.
Un’ora dopo arrivai al consultorio. L’ansia si fece sentire e cercai di calmarmi facendo dei respiri profondi. Il tempo sembrava dilatarsi e il forte ticchettio dell’orologio non faceva altro che aumentare la tensione. Venni chiamato da una esperta di salute sessuale, che mi fece accomodare.
Mi sedetti scioccato e la notizia mi colpì con uno schiaffo sul viso: positivo all’HIV. L’esperta mi chiese se fossi sorpreso dei risultati. Non riuscivo neanche a parlare e quindi mi limitai ad annuire. In seguito, scoppiai a piangere e sprofondai nella sedia, non riuscendo più a respirare. Decisi di assentarmi un attimo, e andai in bagno a vomitare. Una volta al sicuro in bagno, mi lasciai cadere a terra singhiozzando e tremando senza controllo. Dopo un paio di minuti cercai di riprendermi e tornai nella stanza del consultorio.
Essendo ignorante in merito, ero convinto che la mia vita era finita e che di lì a poco sarei morto. Mi sentii mancare la terra sotto i piedi quando mi fermai a pensare, che non avrei mai trovato l’amore, che non sarei mai stato desiderabile per nessuno, e che non avrei mai avuto dei figli.
Quando ripenso ai primi giorni e le prime settimane dopo la diagnosi, sento ancora una profonda tristezza e un desiderio di allungare la mano, e abbracciare il mio io di allora così vulnerabile. Ero sommerso da una miriade di sensazioni: dolore, disgusto di me stesso, rabbia, tristezza e una ritrovata consapevolezza dell’importanza della vulnerabilità e mortalità. Dovetti elaborare il lutto di ciò che avevo perso e degli ostacoli che avrei dovuto affrontare.
Due giorni dopo, in uno stato confusionale, andai a casa dei miei genitori per dare la notizia a mia madre. Lei si preoccupò subito quando mi vide sulla porta, e io scoppiai a piangere. Il suo supporto e la sua comprensione, mi tolsero immediatamente un grande peso. Sono davvero fortunato ad essere circondato dall’amore incondizionato della mia famiglia. E soprattutto dal loro strano senso dell’umorismo.
Se qualcuno in famiglia sta avendo una brutta giornata, di solito dicono “Non essere cosi negativo all’HIV”. Cominciai a vedere che ricevevo molto sostegno, anche dai forum online e dal corso che frequentavo dei diagnosticati di HIV. L’insieme di tutte queste esperienze, mi arricchì di conoscenza e delle armi necessarie per vivere una vita a pieno, anche con l’HIV.
Mi sentii molto più forte. Talmente tanto, da fare un video su Facebook chiamato “La mia diagnosi HIV: un altro coming out” (perdonate il gioco di parole) che divenne virale. Venni inondato da messaggi di amore e supporto. Rimasi fermo nella mia decisione di continuare in questa direzione, poiché in questo modo molti muri stavano crollando, e l’HIV si stava ormai “naturalizzando”,invece di tenerlo secreto a tutti.
La diagnosi di HIV ha arricchito la mia vita in tanti modi. A me ha fatto aprire gli chi occhi e dare più importanza alle priorità. Poco dopo aver avuto la diagnosi lasciai il mio lavoro, mi trasferi in tante città, e cominciai un corso specialistico all’università. Ricominciai anche a correre.
Correre era diventata un’ottima distrazione, e mi aiutò a sviluppare un corpo e una mente forte e sana. Nel 2016 corsi metà maratona in 2 ore, raccogliendo circa 675 sterline per una associazione di bambini affetti dall’HIV. Riflettendo su cosa sono riuscito ad ottenere in soli 2 anni vivendo con l’HIV, non posso far altro che essere orgoglioso ed entusiasta di me stesso. So che ora, posso guardare al futuro e convivere con l’HIV, e con le medicine, e allo stesso tempo vivere una vita normale.
Non vedo l’ora di sapere cosa mi aspetta il futuro, e sono pronto ad affrontare gli ostacoli che la vita mi porrà davanti. Ho combattuto con la mia autostima e la mia voglia di andare avanti, ma tutto si cura con il tempo ed il giusto supporto.
Nonostante tutto, il dolore, la sofferenza, essere vivo e vivere con l’HIV nel 2017, è più che altro una “virgola” e non un “punto” come sarebbe stato due decenni fa. Per tutte le vite perdute, è un mio dovere pensare positivo, vivere e non solo sopravvivere. Per questa ragione adoro essere diventato un ambasciatore dell’HIV.
Ho da poco completato il “Project 100 Peer Mentor Trainig” con Positively UK, a supporto delle persone che hanno recentemente avuto la diagnosi e quindi sono all’inizio di questo viaggio. Non lo dirò mai abbastanza, per le persone malate di HIV, ampliate le vostre esperienze e conoscenze. Addirittura ora, ci sono giorni che nemmeno penso all’HIV. E’ diventata una piccola e gestibile parte della mia vita. Ancora combatto con gli stigma, la discriminazione e il rifiuto, ma ora ho la pelle dura, la forza e le carte in tavola per vivere una vita piena di amore e risate.
Prossimo passo… trovare un marito!
Testo originale> Alex’s Story