Sono un gay cristiano fuggito dall’Ucraina per salvarmi
Testimonianza di Roman Zuiev (Ucraina), libermente tradotta da Adriano
Roman Zuiev (di Donezk, Ucraina) è nato e cresciuto in una famiglia di Testimoni di Geova in Russia, allora paese ateo di dittatori comunisti, dove era vietata l’attività religiosa e dove i Testimoni di Geova erano l’organizzazione religiosa più perseguitata da sempre.
All’età di 12 anni fu battezzato e a 14 anni era già un anziano della sua congregazione, perché tutti gli altri uomini erano stati tutti messi in prigione per la loro fede. Nella sua congregazione rimasero solo sorelle e bambini, ma le donne hanno diritto ad essere leader. Ma a 22 anni fu estromesso dalla congregazione perchè era omosessuale, nonostante la sua forte dedizione alla missione. Venne perciò in contatto con i mormoni, ma con le stesse conseguenze.
Racconta: “Dopo che sono stato escluso dalla mia comunità religiosa, sono diventato un attivista per i diritti umani dei cristiani omosessuali. Nel gennaio del 2010 sono stato brutalmente picchiato da un poliziotto omofobo, che mi ha rotto la mascella e mi ha causato altri danni fisici di gravità media. Ho citato quest’uomo in tribunale ed è stato condannato a 2 anni sotto condizionale, perdendo il suo lavoro. Questo caso è diventato molto famoso e dibattuto dai mass-media, sono stato il primo omosessuale ucraino della storia ad aver portato una questione di discriminazione sessuale in tribunale.
Dopo questi fatti, ho fondato la Chiesa di San Cornelio, una comunità cristiana per LGBT cristiani. In uno dei nostri primi incontri siamo stati assaliti da estremisti radicali di destra che ci hanno lanciato bombe fumogene. Due giorni dopo è stato bruciato il mio appartamento e due compagni di stanza sono morti durante l’incendio. Mi sono salvato la vita, solamente perché non ero in casa quando è successo. La polizia non ha fatto le indagini in modo corretto.
Dato che la Chiesa di San Cornelio ha proseguito col suo attivismo, la Chiesa ortodossa russa, la Chiesa cattolica e le altre Chiese ucraine, hanno fatto pressioni sulle autorità dello Stato per distruggere la nostra chiesa e le nostre attività definendola una minaccia pericolosa per la nostra nazione. Quando mi resi conto di questo, ho deciso di lasciare l’Ucraina. Ora sono in Olanda, e sto chiedendo asilo politico, ma fino ad ora senza successo”.