Torino no friendly. Da capitale dei diritti a città più omofoba d’Italia?
Articolo di Claudia Luise e Pasquale Quaranta pubblicato sul quotidiano LA STAMPA – edizione di Torino del 16 maggio 2023, pag.45
Da capitale dei diritti a città più omofoba d’Italia. O almeno, così sembrerebbe. Fa un certo effetto anche scriverlo ma un report del progetto “Cronache di ordinaria omofobia” – stilato in vista della Giornata mondiale che si celebra domani, come ogni anno – vede il capoluogo piemontese in cima alla lista delle città che hanno registrato più aggressioni ai danni delle persone omosessuali. I dati raccolti da Massimo Battaglio, che si possono scaricare dal sito www.omofobia.org, si riferiscono al periodo che va dall’aprile 2022 al marzo 2023.
Gli episodi denunciati in Italia sono 115 per 165 vittime distribuite in 62 località. Osservando la cartina dell’Italia, salta all’occhio un grande cerchio blu, simbolo di “aggressioni plurime”, che campeggia sul Piemonte. Se da sempre il maggior numero di aggressioni omofobe avviene non tanto nelle regioni più popolose ma in quelle in cui esistono grandi città (Lazio, Campania, Lombardia), nel 2022-2023 si è assistito a un significativo calo di episodi denunciati in Lombardia e a un deciso aumento in Piemonte, che diventa la regione più omofoba del Paese, sia in valore assoluto che in rapporto alla popolazione.
E così la città che ha visto nascere il Fronte unitario omosessuale rivoluzionario italiano (Fuori!) negli anni Settanta appare ora la quella “meno friendly”, per usare un eufemismo: in un anno si sono registrate denunce da parte di ben 23 vittime, superando di gran lunga le più popolose Roma (18), Milano (10) eNapoli (15).
Allargando lo sguardo al resto della Penisola, si nota che il tasso di violenza è in crescita: la somma delle vittime di aggressione fisica (singola o plurime) e di omicidio raggiunge il 50%, superando lamedia degli ultimi dieci anni. A livello nazionale, sono stati registrati due omicidi, 4 suicidi (probabilmente un numero sottostimato), un tentato suicidio e 76 atti non aggressivi ma di grave rilevanza penale, che rappresentano il 46% delle denunce. Soli si è più esposti: tra le vittime che hanno denunciato, il 30% (50 persone) ha subito aggressioni individuali, mentre il 19% (32 persone) è stato coinvolto in aggressioni di gruppo o in coppia.
«Torino non è immune ma la città ha sviluppato negli anni gli anticorpi per resistere a questi assalti e far sì che siano additati con sdegno collettivo – spiega Marco Giusta del coordinamento Torino Pride – Fondamentale diventa quindi un contrasto che inizi nelle scuole attraverso l’educazione affettiva e sessuale».
Per Giusta «la diffusione di una cultura inclusiva è basata sulla valorizzazione delle differenze e su un chiaro monito da parte delle istituzioni che condannino apertamente ogni forma di violenza e discriminazione. Il grande lavoro che le associazioni fanno sul territorio devono essere sostenuti non solo a parole, ma nei fatti. Aspettiamo che l’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) su indicazione del governo si decida a rifinanziare questi servizi che provano a costruire un argine alle discriminazioni».
Mentre Jacopo Rosatelli, assessore comunale al Welfare, sottolinea che «più denunce non significa necessariamente più casi ma può voler significare una maggior consapevolezza delle persone del loro diritto avivere libere, a non subire passivamente ma reagire». In questo anno ha ricevuto alcuni giovani che sono stati aggrediti nelle zone della movida: «Ho potuto constatare quanto fossero consapevoli dell’importanza di rivolgersi alle forze dell’ordine. Siamo impegnati a essere al loro fianco e ribadiremo tutto questo durante un incontro domani al Teatro Astrarivolto alle scuole». —
> 23 le denunce registrate a Torino in un anno. Sono state 18 a Roma e 10 a Milano (fonte: omofobia.org)
> 115 gli episodi denunciati in Italia e hanno colpito 165 vittime distribuite in 62 località (fonte: omofobia.org)