Tra gender e cura della casa comune
Editoriale di don Tonio Dell’Olio pubblicato su Mosaico di Pace, mensile di Pax Christi, n.7, luglio 2015, pag.3
Il Papa propone un’agenda, e una parte di cattolici (non tutti, per fortuna!) ne gridano un’altra. Così pare a noi, quando – ironia del calendario! – questi cattolici scendono in piazza San Giovanni, a pochissimi giorni di distanza dalla presentazione della bella, rivoluzionaria, Enciclica di papa Francesco sulla “cura della casa comune”.
Uno sguardo di eco-teologia integrale, sulla salvaguardia del creato, su una finanza altra, su un un altro modello di uomo e di sviluppo quello del Papa. Una presenza in piazza, ingombrante e fuorviante per certi versi, quella cattolica che ha gridato slogan contro la “cultura gender”, che in italiano significa semplice- mente genere, e l’insegnamento della sessualità nelle scuole secondo le direttive dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Al di là della coincidenza temporale, quell’Enciclica è una sorta di compendio delle priorità di agenda che da due anni a questa parte, il Papa venuto dalla fine del mondo, sta proponendo in linea col Vangelo di Cristo. Lo diciamo da queste pagine che hanno accompagnato da sempre il processo di riflessione ecumenica e di azione di base su “pace, giustizia e salva- guardia del creato”.
A noi sembrerebbe più coerente che i credenti scendessero in piazza per dare gambe a quel Vangelo della vita che dà voce a un’umanità calpestata e minacciata dagli interessi di un’oligarchia della finanza senza scrupoli. E invece no.
In piazza San Giovanni c’era un pezzo del pianeta cattolico che, da Alleanza Cattolica ai Pro life, dalle Sentinelle in piedi ai Neocatecumenali, dal Manif por tous ai Buttiglione-Giovanardi-Binetti-Adinolfi-Quagliarella, si erge a difesa di un solo modello di famiglia spacciando l’idea che sia l’unico contemplato nelle Scritture e il solo ammissibile nella tradizione cattolica. Esponendo per slogan – peraltro fuorvianti – due disegni di legge (Cirinnà e Fedeli), in quella piazza è andata in onda la fiera del pregiudizio, la costruzione di una fortezza di cartone, l’esposizione del campionario dei luoghi comuni che non riesce a lasciarsi provocare da istanze fondate nel rispetto della laicità della cultura e della democrazia. Siamo di fronte a due sguardi diversi sull’umanità che, se non sono opposte, sicuramente vedono rischi e pericoli molto diversi, credono in altre priorità.
Dalla parte di papa Francesco, a più di due anni dall’inizio del suo pontificato, la corruzione, l’accumulazione della ricchezza, l’individualismo galoppante, la guerra, la tratta delle persone, sono tra i temi più urgenti che richiedono una testimonianza coraggio dei credenti nel mondo.
Detto questo però, non ci sembra corretto turarsi le orecchie dinanzi alle istanze della piazza e per questo ci facciamo eco delle parole di Nuova Proposta, un gruppo storico di omosessuali cristiani, che ha scelto di inviare una lettera dialogante: “In questi giorni da una certa parte della Chiesa di cui anche noi ci sentiamo parte integrante e attiva sentiamo arrivare parole durissime che evocano lo spettro di una guerra ideologica, dietro cui ci sarebbe una fantomatica lobby gay che vorrebbe sovvertire l’ordine sociale attraverso la diffusione di questa ideologia del gender di cui non si trovano scritti e che è stata inventata solo per dividerci. (…) Hai mai voluto approfondire questo tema? Hai mai desiderato conoscerci, sapere delle nostre vite? Forse avresti scoperto che non esiste nessuna ideologia del gender, che non c’è alcun testo che si possa citare propriamen te a supporto. (…) Perché pensi che i nostri desideri, i nostri affetti, i nostri amori, le nostre famiglie siano un pericolo per te e non Sale e Luce? (…) Incontriamoci, conosciamoci e condividiamo le nostre storie. Costruiamo ponti, non innalziamo muri per separare e per paura del diverso.
I muri vengono meno quando si riconosce la bellezza e la verità che c’è nella Vita di ciascuno, che è unica, irripetibile, diversa e ricca».
Ecco, questa proposta di ascolto e di dialogo è parte dello stile del Vangelo. E di papa Bergoglio.