Transgender e cristiano. I miei cambiamenti nell’anima e nel corpo
Testimonianza pubblicata su Tony’s Blog (USA) il 12 marzo 2015, liberamente tradotto da Simone Ramacci
Se mi vedete camminare per strada, vi sembrerò il tipico trentenne bianco (forse un po’ più basso del normale). Questo significa che ho un sacco di privilegi, anche se non li voglio avere o non li ho mai cercati.
Potreste dirmi che posso camminare per strada la notte senza problemi. Nessuno è intimidito o spaventato quando mi vede. Vengo trattato bene nei ristoranti o luoghi pubblici. Nessuno mi insulta per il mio aspetto o per come mi vesto. Posso tenere la mia ragazza per mano, baciarla, o scambiare effusioni in pubblico senza che i più battano ciglio. Questi sono solo alcuni banali esempi di come sono privilegiato.
La cosa è questa: non sono sempre stato così. Sono nato femmina e otto anni fa sono diventato uomo. Crescendo ero il tipico maschiaccio. Ero anche molto triste, ma bravo a nascondere i miei sentimenti.
Suppongo che dovrei essere grato che la mia famiglia, specialmente i miei genitori, non sia religiosi. Questo significa che non mi sono state risparmiate le accuse per conto di Dio. Ma hanno avuto difficoltà (ndr ad accettarmi), ovviamente. La loro unica figlia stava diventando il loro figlio. Ma comunque mi hanno amato, a modo loro. E di questo sarò per sempre grato. Anche se i miei genitori non sono religiosi, sono cresciuto come cattolico e credo in Dio. Non mi piaceva la chiesa, perché sapevo di non piacere alla chiesa, anche se da adolescente non sapevo come definire ciò che provavo o la sensazione continua di essere intrappolato in un corpo non mio.
Mi sentivo completamente solo e impotente. Ogni volta che conoscevo qualcuno, sapevo che non stavano conoscendo il vero me. Stavano conoscendo la persona che sarei dovuto essere a causa del mio corpo e delle norme socio-culturali di genere del mio paese. Mi sentivo un bugiardo. Finché un giorno non ho trovato un gruppo di uomini che avevano fatto transizione e vivevano vite felici. Avevano partner, lavori e un futuro.
Finalmente avevo una parola per descrivermi. Potevo definirmi come un ragazzo trans. E potevo anche iniziare i passaggi necessari per diventare uomo, visibilmente. Ero più che pronto a esistere. A essere visto e riconosciuto. Ma avevo anche paura del rifiuto, della discriminazione, della violenza e degli abusi.
Avevo aspettato troppo a lungo per lasciarmi fermare dalla paura. Così mi sono buttato. Avevo paura ma anche speranza, perché finalmente sarei stato me stesso. La maggior parte delle persone mi hanno dato appoggio, amore e aiuto durante il mio viaggio. In pochi non capivano la mia situazione e ancora adesso non la capiscono. Ma la vita funziona così: alcune persone le trovi, altre le perdi
La mia nuova visibilità come uomo mi ha dato modo di concentrarmi su altre cose. Non avevo più bisogno di preoccuparmi (la maggior parte del tempo) della mia identità, sicché ho potuto esplorare altre aree della mia vita. Sapevo che Dio era con me durante il mio viaggio. Dio era la mia speranza quando le cose non avevano senso. E adesso era li, al mio fianco, quando finalmente potevo essere me stesso
Dapprima ero contento di aver trovato una chiesa che amava Dio e cercava di amarsi l’un l’altro. Poi scoprii che avrebbero potuto respingermi (alcuni lo fecero) perché secondo loro stavo cambiando i piani che Dio aveva per me. Stavo cambiando la persona che Dio aveva creato. Ho lottato con questa idea. In quanto cristiano da poco, volevo rendere Dio felice, e anche essere me stesso. Piangevo e pregavo e mi ricordavo di come Dio mi amasse. Ama anche te. Ama tutti.
Ora, dopo cinque anni, ho fatto pace con me stesso. So che troverò persone che mi respingeranno, ma va bene così. Cercherò di amare anche loro. Fortunatamente ho trovato persone e comunità di fede che mi accettano e amo. Ho anche trovato alleati in giro per il mondo, come questo blog e quanti lo seguono. Non serve che noi si sia d’accordo su tutto, ma ci rispettiamo e amiamo l’un l’altro.
Quando pensavo che nessuna chiesa mi avrebbe accettato, o che tutti i cristiani erano anti LGBT, questo sito mi ha dato una speranza. Nel mio paese non parliamo della comunità LGBT in generale, tantomeno in chiesa.
Spero che la mia storia possa esservi utile, anche solo a uno di voi sarebbe abbastanza. Non ho tutte le risposte riguardo a Dio o la mia fede, ma so che e` con me nei momenti di gioia e dolore. Quando ho dubbi e paure. So anche che non importa quanto buio e difficile sembri il tuo percorso, andrà meglio.
Troverai delle persone che ti amano per chi tu sei. Troverai amici e alleati lungo la via. E difficile essere pazienti quando si soffre e ci si sente soli, lo so. Aspetta ancora un poco. Dio non ti ha abbandonato o dimenticato, è con te.
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Testo originale: Story of a Trans* Christian