Tribadi, sodomiti, invertiti e femminelle. Per una storia delle omosessualità in Italia
Recensione a cura di Filippo del gruppo Kairos di Firenze
Non v’è dubbio che il dibattito al quale stiamo assistendo negli ultimi anni in Italia sull’omo-affettività, in tutte le sue differenti declinazioni, si sia arricchito di uno stimolante ed utile strumento di analisi con la pubblicazione del volume Tribadi, sodomiti, invertite e invertiti, pederasti, femminelle, ermafroditi… Per una storia dell’omosessualità, della bisessualità e delle trasgressioni di genere in Italia a cura di Umberto Grassi, Vincenzo Lagioia, Gian Paolo Romagnani, Edizioni ETS, Pisa 2017.
Frutto di un percorso di ricerca iniziato nel marzo del 2015, con l’organizzazione a Verona di una giornata di studi in memoria di John Boswell, il volume si apre con una riflessione di Marc Schachter, sui commentari quattrocenteschi di alcuni passi di Giovenale e Marziale dedicati a lesbismo e tribadismo, nel quale l’autore evidenzia l’importante ruolo che quest’epoca di transizione ha avuto nel recupero e nella trasmissione di termini e concetti elaborati nel mondo classico.
Agli aspetti di interpretazione lessicale delle rigide norme repressive imposte dalle autorità ecclesiastiche in epoca controriformistica, che fornirono alle autorità locali spazi per una meno rigida applicazione delle disposizioni legislative in materia, è dedicato il saggio Silvia Manzi.
La sezione seconda del testo, Follie della natura tre Sei e Settecento, si apre con il contributo di Vincenzo Lagioia, che sviluppa in maniera erudita e circostanziata uno studio comparativo dei testi biografici dedicati all’ultimo granduca Medici Gian Gastone, passato alla storia come “dissoluto e vizioso amante di ragazzi”.
Il ruolo centrale giocato degli ordini religiosi femminili nella storia dell’omoerotismo femminile, incrociato con quello della prostituzione femminile, sono al centro della ricerca di Alessia Lirosi dedicata alle accuse di irregolarità sessuale contro le monache del monastero di Santa Maria Maddalena di Roma. A far riemergere le “voci libertine fuori dall’accademia” dei processati dall’Inquisizione veneziana in epoca moderna è dedicato il lavoro di Tommaso Scaramella, che svela le interdipendenze tra le sofisticate riflessioni delle accademie veneziane, come quella degli Incogniti, nel cui contesto culturale vide la luce uno dei testi più espliciti mai realizzati in “lode della sodomia”, L’Alcibiade Fanciullo a Scola di Antonio Rocco, e le proposizioni ereticali perseguite dai tribunali della fede.
I contributi sulla seconda età moderna si concludono con il saggio di Clorinda Donato nel quale la studiosa analizza aspetti inediti della produzione di Giovanni Bianchi, autore della Storia di Caterina, trattato medico che rese celebre la vicenda di una fanciulla che nel Settecento visse per anni in abiti da uomo, prima di finire uccisa a causa delle sue frequenti avventure omoerotiche.
L’arco cronologico tra Otto e Novecento si apre con lo studio di Charlotte Ross sulle relazioni tra letteratura medica e narrativa a tematica lesbica, nel quale l’autrice si sofferma su di un filone di analisi poco praticati dagli studiosi quello dell’«erotismo pseudo-scientifico», fondato sullo sviluppo di teorie mediche “patologizzanti”, ma profondamente imbevuto di mal celati intenti celebrativi nei confronti delle trasgressioni sessuali.
Al ruolo non di rado ambiguo giocato dal discorso medico è dedicato il lavoro di Maria Pasotti incentrato sul celebre caso di ermafroditismo di fine Ottocento di Virginia Mauri, alias Zefthe Akaira che, utilizzando a proprio vantaggio le categorie mediche che le erano imposte dalla società del tempo, costruì con spregiudicatezza la propria fama sfruttando la «risignificazione esotica» del suo corpo.
Ripercorrendo poi la strada tracciata dagli studi di Goretti e Giartosio, Marco Reglia analizza le fonti di polizia nel territorio della Venezia Giulia, tra dominio austriaco e regime fascista. Fornendo interessanti spunti di valutazione sui diversi meccanismi di funzionamento degli apparati di controllo dei due regimi politici, l’autore dona nuova luce ad una ricca sociabilità omosessuale, dalla quale emergono significative testimonianze di una inaspettata realtà affettivo sentimentale spesso trascurata dai documenti ufficiali.
La sezione conclusiva è aperta dal saggio di Dario Petrosino sull’Italia della DC nella quale lo studioso rilegge in chiave inedita il controllo dell’omosessualità nel quadro della politica internazionale post-bellica. Insistendo sul medesimo arco cronologico, seppure limitato agli anni settanta, Mauro Giori descrive nel suo saggio l’intreccio tra cinema, censura e critica cinematografica, non mancando di dedicare uno spazio particolare alle pratiche sociali che hanno visto le sale di proiezione come il luogo privilegiato di incontro e scambio sessuale per gli omosessuali maschi vissuti nell’Italia del secondo dopoguerra.
All’analisi del movimento omosessuale italiano tra la fondazione del FUORI (Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano) negli anni Settanta, e la nascita dell’Arcigay nel decennio successivo, è dedicato il contributo di Massimo Prearo che, con accuratezza storica e sensibilità politica, ricostruisce le complesse dinamiche che portarono alla nascita di collettivi e organizzazioni restituendo loro la peculiarità e la spontaneità delle origini. Un colloquio con Porpora Marsciano, presidente del MIT (Movimento Italiano Transessuale), ripercorre in fine quattro decenni di storia dei movimenti prima omosessuali e poi trans italiani.
In una realtà come quella italiana nella quale l’attivismo per i diritti delle persone LGBT individua la religione come una delle ultime roccaforti della repressione, i curatori hanno voluto concludere il volume con una riflessione sui rapporti tra fede e sessualità nell’Italia contemporanea. Partendo dalla critica comunemente rivolta alle persone LGBT religiose di andare a letto con il nemico, posizione che evidentemente non tiene nel debito conto né l’intrinseco rapporto esistente tra religione, genere e sessualità, né l’esperienza vissuta “sul campo” dai gruppi di credenti LGBT ormai diffusi in molte zone del paese, il saggio da voce alla testimonianza, per molti versi “ereticale” di queste realtà, agli sforzi di dare vita ad una pastorale dedicata ai credenti omoaffettivi, ed alle controverse riflessioni teologiche queer.
Nel loro complesso i saggi colmano almeno in parte una forte arretratezza culturale che ha caratterizzato il mondo accademico ufficiale su questi temi, riflettendo una complessità intellettuale libera da ogni condizionamento ideologico o di metodo, per meglio rappresentare la variegata molteplicità di posizioni che compongono il panorama degli studi in questo settore, e volendo al contempo dare voce a quella “forza vitale”, come la definisce Umberto Grassi, che non si è lasciata soggiogare dalle ancora troppo presenti “resistenze istituzionali”.
Tribadi, sodomiti, invertite e invertiti, pederasti, femminelle, ermafroditi… Per una storia dell’omosessualità, della bisessualità e delle trasgressioni di genere in Italia, a cura di Umberto Grassi, Vincenzo Lagioia, Gian Paolo Romagnani, Edizioni ETS, Pisa 2017, 335 pagine
INDICE DEI CONTENUTI:
Il primo convegno di Storia LGBTQI nel mondo accademico Italiano
Umberto Grassi
Prima parte – Tribadi e sodomiti nel Medioevo e nel Rinascimento
Il discorso su tribadi e sodomiti in età moderna. Tra volontà di punire e difficoltà di dire
Fernanda Alfieri
Alcuni anelli mancanti del discorso lesbico: i primi commenti a stampa sopra Giovenale
Marc Schachter
Controllare la sessualità, controllare l’Inquisizione? Il caso di due bolle pontificie in lingua volgare (1566-1588)
Silvia Manzi
Seconda parte – Follie della natura tra Sei e Settecento
Follie della natura tra Sei e Settecento
Federico Barbierato
«Più celar non si poteva!»: l’immagine del granduca . Gian Gastone tra libertinismo e dimensione politica
Vincenzo Lagioia
Prostitute e tribadi? Il caso delle monache di S. Maria Maddalena di Roma
Alessia Lirosi
La sodomia è boccone da principi». Voci libertine fuori dall’Accademia: il caso veneziano tra Sei e Settecento
Tommaso Scaramella
Un’apologia per l’amore omosessuale: il Discorso all’Accademia dei Diffettuosi di Giovanni Bianchi, 1719
Clorinda Donato
Terza parte – Tra Otto e Novecento: dalla tolleranza repressiva alla repressione di Stato
Tra controllo sociale e repressione fascista
Laura Schettini
Dalla patologizzazione all’amore per gli “anormali”: la rappresentazione del desiderio dissidente tra donne in testi (pseudo-)scientifici del tardo Ottocento e del primo Novecento
Charlotte Ross
«Brutta sì, ma donna». Virginia Mauri alias Zefthe Akaira: un celebre caso di ermafroditismo nell’Italia di fine Ottocento
Maria Pasotti
Omoaffettività tra le pieghe delle fonti giudiziarie
Marco Reglia
Quarta parte – L’Italia contemporanea
L’Italia contemporanea
Andrea Pini
Il comune senso del pudore. La repressione dell’omosessualità nell’Italia repubblicana (1947-1981)
Dario Petrosino
Cinema e omosessualità in Italia tra la seconda guerra mondiale e la nascita del FUORI. Appunti per una storia da (ri)scrivere
Mauro Giori
Elementi di critica della liberazione omosessuale:per una politica del fare movimento
Massimo Prearo
Le parole per dire e per dirsi. Intervista a Porpora Marcasciano intorno ad una storia trans da costruire
Stefania Voli
Una testimonianza: gruppi LGBT e Chiese nell’Italia contemporanea
Giuliana Arnone, Paola Coppi, Pasquale Quaranta