Tua figlia o tuo figlio sono gay? Non è colpa di nessuno!
Testo tratto dalla brochure “Ma fille, mon fils est homo. Qu’est-ce que ça change?”, edita da Exaequo (Belgio), pp.4-7, liberamente tradotta da Domenico Afiero
Di fronte all’omosessualità di tuo figlio, provi il bisogno di capire e sapere perché tuo figlio non è eterosessuale. Cerchi di trovare una spiegazione, cosa è naturale, oppure un colpevole.
«Come molti genitori, ho cercato dei precedenti nella famiglia, mi sono ricordata di una zia mai sposata, di un cugino da una vita misteriosa. Ho pensato che mio marito fosse stato un padre troppo assente per essere un modello abbastanza maschile agli occhi di mio figlio, mi sono anche chiesto se tutto ciò non fosse anche colpa mia.
Poi, ho trovato il colpevole ideale: il compagno di mio figlio che, sicuramente, l’aveva portato sulla cattiva strada. Ho avuto bisogno di tempo per capire che non vi era un responsabile e, quando l’ho capito, le cose sono sostanzialmente cambiate per me: mi sono sentita più leggera, come pure mio figlio e mio marito!» (Christine, mamma di Nicolas)
Forse ti riconosci in questa testimonianza, forse ti chiedi se sei responsabile o colpevole dell’orientamento sessuale di tuo figlio:«l’ho sospettato a lungo ?»,«non sono stato troppo severo?».
Molti genitori si sentono disorientati, persino in colpa, per non saper accettare un figlio gay. A tutte queste domande, vi è una sola risposta: non sei responsabile dell’omosessualità di tuo figlio. Nessuno lo è!
E’ più facile essere gay oggi?
L’omosessualità è meno tabù di prima nella nostra società. Potremmo pensare che non è più un problema per nessuno. Niente di più falso!
A vari livelli, vuoi per istruzione, vuoi per tradizione famigliare o per ambiente socioculturale, l’omosessualità rimane un grosso problema quando ci si presenta. E’ stato probabilmente proprio il caso di tuo figlio, che non si è accettato subito e ha preso ancora più tempo per dirtelo. D’altro canto, avrai bisogno di tempo,molto probabilmente , per “digerire” la notizia.
Perché è così difficile?
L’omosessualità di tuo figlio rende difficile la realizzazione del modello di famiglia che avevi sognato per lui: una coppia, ovviamente eterosessuale, con bambini. Non pensiamo mai che un figlio possa essere omosessuale.
Quando aspettiamo un bambino, anche prima di concepirlo, progettiamo molte cose sul suo futuro: «sarà alto come il padre», «sarà intelligente come sua sorella» oppure «avrà i miei occhi».
Durante la gravidanza, il ritratto del bambino si arricchisce di dettagli e il suo futuro è quasi tracciato completamente: «andrà a tale scuola, diventerà scienziato o meccanico», «me la immagino giornalista, proprio come avrei voluto essere io».
Eppure, crescendo, tuo figlio si allontana da quei sogni e le tappe della sua crescita si presentano diverse rispetto a quelle che avevi immaginato. Per ogni genitore, quindi, si tratta di elaborare il “lutto del figlio immaginario”, anzi dei nipotini immaginari e di riscoprire un figlio così come è.
Mio figlio è stato influenzato?
Alcuni genitori pensano che il loro figlio sia omosessuale perché è stato influenzato da un partner. Il che non è ovviamente il caso. Forse i sentimenti di tuo figlio, quale persona innamorata, hanno finito di convincerlo della sua omosessualità, ma non possono aver influenzato il suo orientamento sessuale. Insomma, l’omosessualità non è una scelta.
Il desiderio di essere nonni
In qualsiasi periodo storico, i gay o le lesbiche hanno avuto i figli e li hanno cresciuti. Oltre alla procreazione assistita oppure all’adozione, esistono anche progetti di coparentalità tra numerosi gay e lesbiche. Dunque, nulla vieta di poter essere mai nonni.
Un adulto in divenire
Dopo aver capito che tuo figlio non avrà la vita che avevi immaginato per lui, una nuova forma di dialogo può instaurarsi, senza impliciti né segreti che potevano rendere più fragile un rapporto tra genitori e figli.
Venire a sapere dell’omosessualità del proprio figlio è anche sapere che il proprio figlio è cresciuto, diventato adulto e autonomo, soprattutto nella vita affettiva e sessuale.
Una forma di nostalgia del bambino che non è più e una certa apprensione dinanzi all’adulto in divenire. Tutte cose queste che ogni genitore vive a questo stadio della vita del proprio figlio.
Una Testimonianza
«Un anno fa, mia figlia, ventenne, mi ha detto: «Mamma, credo di essere innamorata di una ragazza e vorrei parlartene». Vi è stata un’esplosione di emozioni e soprattutto una folata di tenerezza e d’amore.
Mi preparavo alla notizia da un bel po’ e fu un sollievo quando me ne parlò. Ricordo una serata “viva”, piena di domande, di dubbi, di paure, di lacrime ma anche di risate.
Da quattro mesi, mia figlia vive con la compagna e sono contente di progettare insieme come qualsiasi coppia. Tra la famiglia e tra gli amici, sento molto rispetto e tolleranza. I nostri incontri sono soltanto più ricchi e autentici.
L’amore e la tenerezza si sono rafforzati ancora di più con i nostri figli e sento mia figlia meno debole, fiduciosa e soprattutto libera da un fardello da portare da sola». (Anne, mamma di Justine)
Testo originale: Ma fille, mon fils est homo. Ce n’est la faute de personne! (File PDF)