Tutte le famiglie sono importanti, anche quelle omosessuali
Articolo di Toni Poveda tratto da publico.es (Spagna) del 2 gennaio 2011, liberamente tradotto da Dino
Proteggere la famiglia non significa giudicare continuamente le forme in cui ogni coppia vuole configurare liberamente la propria unione affettiva, ma significa preoccuparsi per il benessere dei suoi componenti.
La diversità famigliare è una realtà evidente nella nostra società: famiglie formate da persone dello stesso sesso o di sesso diverso, di unico matrimonio o ricostituite, sono all’ordine del giorno e sempre più visibili.
Come negli anni passati, la Conferenza Episcopale Spagnola ha nuovamente messo in programma un evento “in difesa della famiglia”.
Questa celebrazione non avrebbe nulla di particolare se non fosse per l’ossessione di alcuni vescovi di denigrare e sminuire il resto delle famiglie, con la scusa di difendere e promuovere quella denominata “tradizionale”.
La differenza tra noi che difendiamo la diversità famigliare e gli organizzatori di questo evento politico-religioso è che noi crediamo che tutte le famiglie siano importanti e pertanto abbiano diritto ad uguale protezione da parte delle pubbliche autorità.
Essi invece si impegnano a difendere un unico modello, escludendo gli altri, affermando che la famiglia, il loro modello di famiglia, è in pericolo.
“Alcuni vescovi hanno l’ossessione di denigrare e sminuire”
Alla presentazione dell’evento da tenersi, Juan Antonio Reig Pla, presidente della Sottocommissione per la Famiglia della Conferenza Episcopale, ha rimarcato che questo invito a partecipare “non va contro nessuno”, cosa difficile da credere se ci atteniamo alle indicazioni che la gerarchia cattolica ripete tutti gli anni in questa celebrazione, e ancora di più se Reig Pla sottolinea che i matrimoni cattolici sono meno soggetti alla violenza maschilista rispetto agli altri, cosa che manca di una base reale.
Molti vescovi fanno di tutto per confondere quelli che sono i loro desideri e la loro fede con la realtà e i fatti.
Cinque anni dopo la modifica del Codice Civile, che ha esteso il diritto al matrimonio alle coppie dello stesso sesso, non c’è nessuno che crede a quei messaggi apocalittici che predicevano la fine della famiglia tradizionale. Le famiglie non sono nè sono mai state in pericolo.
E’ opportuno ricordare che dopo la riforma legale del 2005, più di 40.000 persone nel nostro Paese hanno contratto matrimonio con un’altra persona dello stesso sesso.
L’effetto di sicurezza giuridica che la modifica del Codice Civile ha causato nella popolazione LGBT spagnola va ben al di là di una semplice questione statistica.
Riconoscimento dei diritti
Così, vari studi realizzati su adolescenti LGBT evidenziano che questi giovani hanno ricevuto un’iniezione di autostima, di sicurezza in se stessi e riguardo al loro futuro da quando lo Stato ha riconosciuto, legalmente e simbolicamente, la loro uguaglianza.
In una fascia di popolazione che presenta un alto rischio di essere sottoposta ad esclusione e a molestie, e anche ad elevato indice di suicidio, il fatto che lo Stato intervenga apportando sicurezza ed autostima, è di vitale importanza tanto per essi come per le loro famiglie.
Tutta questa iniezione di approvazione, di appoggio, di riscontro positivo, si è realizzata con assoluta normalità e accettazione da parte della stragrande maggioranza della popolazione.
Secondo recenti indagini, circa il 75% della cittadinanza accetta pienamente l’estensione del matrimonio così come attualmente viene inteso ed è contraria a che retrocedano questi diritti acquisiti. Dov’è rimasto l’accanito dibattito del 2005? Di sicuro non per strada.
“Dal 2005 sono stati officiati più di 20.000 matrimoni omosessuali”
Proteggere la famiglia non significa giudicare continuamente le forme in cui ogni coppia desidera configurare liberamente la propria unione affettiva, ma significa preoccuparsi del benessere dei suoi componenti, specialmente di quelli più vulnerabili: i bambini e le bambine. In questo senso non smette di sorprendere la facilità con cui la gerarchia cattolica cerca di archiviare il maggior attacco messo in atto contro decine di migliaia di famiglie nella storia recente.
Mi riferisco alle migliaia di casi di abusi sessuali e fisici a minori da parte di preti cattolici nel nostro Paese e in tutto il mondo.
Sorprende anche il silenzio complice che la gerarchia cattolica spagnola sta mantenendo di fronte alle sempre maggiori evidenze che indicano il coinvolgimento di preti e suore nelle migliaia di casi di rapimenti di minori e di adozioni illegali che sono avvenuti nel nostro Paese tra gli anni ’50 e ’80 del secolo scorso.
Sarebbe auspicabile che la gerarchia cattolica riflettesse sui mezzi usati per difendere la famiglia cattolica a costo di sminuire l’importanza delle altre, poiché è una strategia sbagliata, dispersiva e inefficace, che provoca tutto il
contrario di quello che vorrebbe ottenere.
Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, per la prima volta, da quando alla fine degli anni ’70 sono stati legalizzati i matrimoni civili, questi ultimi nel 2009 hanno superato quelli religiosi.
Senza dubbio è possibile un’altra Chiesa. Così dimostrano centinaia di migliaia di cristiani di base che non condividono né partecipano a questo continuo ed equivoco atteggiamento della loro gerarchia.
Testo originale: Todas las familias importan