Tutte le volte che non ti chiamano con il tuo nome
Riflessione di don Antonio sulla XI Stazione: Gesù è crocifisso, letta nella Via Crucis online organizzata dal Progetto Adulti Cristiani LGBT il 26 Marzo 2020
Un branco di cani mi circonda, mi assedia una banda di malvagi; hanno forato le mie mani e i miei piedi, posso contare tutte le mie ossa.
Essi mi guardano, mi osservano: si dividono le mie vesti, sul mio vestito gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano, mia forza, accorri in mio aiuto. (Salmo 21,17-20)
Riflessione
Urla, strazi, lamenti, vigliacchi che si accaniscono su un corpo nudo, senza difesa, senza dignità, con l’intenzione di umiliare, di uccidere… Gesù non vale niente per loro, non è una persona.
Tutte le volte che non ti chiamano con il tuo nome, che non usano la parola che tu usi per identificarti ma altre parole offensive, umilianti, ti fanno sentire così: ti fanno morire dentro…
Quando invece usano la parola “gay” e lo fanno con rispetto, con delicatezza, allora è diverso: è già dignità riconosciuta, è già volontà di inclusione.
«Se una persona è gay – proprio così ha detto papa Francesco – se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla?» (Durante il volo di ritorno dal Brasile, domenica 28 luglio 2013).
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