U saziu un cridi allu dijunu (Luca 16:19-31)
Riflessioni di don Fabio
“U saziu un cridi allu dijunu” (“il sazio non crede (capisce) a chi è digiuno”…dalla #saggezzapopolare calabrese, e non solo)
Luca 16:19-31: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Il nocciolo della parabola proposta dal Vangelo di oggi è “#l’indifferenza”. L’essere accecati dai #beni che si possiedono ci rende posseduti dai beni stessi… e a volte non ce ne rendiamo neanche conto!
Infatti, il problema non è la ricchezza in sé, ma l’uso che ne facciamo. I beni che possediamo sono doni: se li usiamo in modo solidale, per aiutarci, diventano benedizione, e allora c’è da vivere per tutti (la famosa ridistribuzione più equa della ricchezza). Se li usiamo, invece, per dominare gli altri, diventano #maledizione, #guerre, #ingiustizie.
Ed è sotto gli occhi di tutti ciò che sta accadendo! È inutile, poi, fare come il ricco, che chiede di mandare un #segno affinché ci si #ravveda… il segno, anzi, i segni ce li abbiamo già da tempo in mezzo a noi: #poveri, #rifugiati, #profughi, #emarginati… sono il segno più eloquente che Dio possa inviarci!
Con affetto, Fabio!