Un altro NO di Papa Francesco al cambiamento del ruolo della donna nella Chiesa
Riflessioni di Ada Seguino*
Timidamente alcune di noi, donne impegnate nell’attivismo lgbtq+, autodeterminate a dare il proprio segno e contributo si stavano riavvicinando a un cammino di fede, in parte perché hanno visto in papa Francesco un promotore di un reale cambiamento della chiesa, rivoluzionando il modo di essere e farne parte oggi.
E poi tutto questo cambia con una dichiarazione (ndr di papa Francesco) a CBS News, ribadendo un NO al diaconato femminile. Un secco NO che taglia ogni possibilità di dibattito sui timidi passi di riconoscimento del valore delle donne nella chiesa, negando la possibilità dell’affermazione di un valore simbolico, non oggi, negli anni a venire.
Tutto questo prima ancora di permettere ad ottobre, in occasione del secondo incontro sinodale, di raccogliere altre considerazioni e relazioni sull’argomento, frutto del lavoro certosino di tanti gruppi in Italia, in Europa e nel mondo.
La giornalista Norah O’ Donnel di CBS News, durante una intervista di circa 50 minuti, ha posto una semplice domanda: “una bambina cattolica oggi potrà mai sperare di diventare diacono da grande?”. La risposta di Papa Francesco è stata: “se si tratta di diaconi con l’ordine Sacro, NO”, e poi in spagnolo ha aggiunto. “Le donne hanno sempre avuto, direi, la funzione di diaconesse senza essere diaconi, giusto? Le donne sono di grande servizio come donne, non come ministri all’interno dell’Ordine Sacro”. Era preferibile dare una risposta vaga, consigliabile, piuttosto che un secco NO.
Sono passati 30 anni dal NO nella lettera apostolica Ordinatio sacerdotalis del 22 maggio 5 1994, di Giovanni Paolo II, e ahimè le ultime affermazioni di Papa Francesco ci hanno riportato a trentennio fa. E tutto quello che si sta attuando sembra non aver più valore. E’ stata favorita l’istituzione di ben due commissioni per analizzare con attenzione il diaconato femminile e poi bastano due semplici lettere a invalidare il tutto.
La Women’s Ordination Conference, in risposta alle parole di Papa Francesco hanno affermato che sono “un tradimento del progetto sinodale che prevede di camminare insieme”, aggiungendo che “una chiamata per una più giusta inclusione delle donne in tutti gli aspetti della vita della Chiesa è stata ascoltata in tutti i continenti”.
Lo stesso teologo Andrea Grillo, ha affermato “la valutazione dell’accesso della donna al diaconato non può dipendere dal pregiudizio che “sa” che la donna non è fatta per avere autorità pubblica. La riserva maschile non ha alcun fondamento dottrinale, neppure per i cattolici.”
Mi chiedo se Papa Francesco abbia la consapevolezza che alcune sue affermazioni possono di continuo perpetrare il concetto di un ruolo marginale delle donne in ogni posizione: catechesi all’interno della parrocchia, nei gruppi ecclesiali, nei gruppi lgbiqi+ cristiani e infine nella società.
Non so neanche se Papa Francesco abbia la consapevolezza di avere presbiteri, anche quelli apparentemente illuminati , che in seguito alle sue affermazioni continueranno a perpetrare azioni di esclusione e/o di marginalizzazione, perché in alcuni casi la presenza decisionale delle donne, anche di quelle che con vigore fanno sentire il loro punto di vista, se troppo invadente, per i modi e le forme, è dissonante, dà fastidio e solitamente viene marginalizzata.
Non c’è stato mai un accenno di richiesta di perdono da parte della Chiesa e dei loro rappresentanti alla componente più marginalizzata, e la più numerosa, le donne, dalla notte dei tempi, perseguitata e massacrata quando non rispondente ai dettami di conformità al sistema dominante, patriarcale e maschilista: donna docile, madre, sorella, amica…. ecc. ecc.
Tutte noi, donne impegnate, intellettuali, attiviste, lesbiche, autodeterminate, che abbiamo iniziato a guardare a quest’ultimo pontificato con un nuovo sguardo ci saremmo aspettate un reale cambiamento, non accenni occasionali al cambiamento.
E allora vi dico non vi stupite se trovate nei gruppi, cristiani cattolici lgbtq+ in primis, pochissime donne e non attribuite a noi la colpa di non esserci. E quando ci siamo come promotrici del femminile ritrovato in tutte le sue forme di lotta ed emotività stranamente diamo fastidio e veniamo marginalizzate.
Mi chiedo, da donna, femminista, lesbica, cristiana, se mai un giorno ci sarà qualcuno delle alte sfere della chiesa, me lo sarei aspettato da Papa Francesco, in grado di farsi carico di chiedere PERDONO a tutte le donne di ogni epoca fino ad oggi, che hanno dovuto subire ogni forma di violenza, silenziandole e marginalizzandole per secoli, pur costituendo la maggioranza e l’elemento più sano e promotore di rinascita, novità e cambiamento nella storia dell’umanità.
*Ada Seguino è una cristiana, lesbica e femminista.