Un amore gay nella Germania nazista. Verso lo sterminio
Testo* pubblicato sul sito dell’United States Holocaust Memorial Museum (Stati Uniti), liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Ma cinque minuti dopo conoscemmo ancora la pace.
Anche all’interno dei gruppi del He-halutz c’erano idee diverse su come rispondere all”ordine di trasporto*. C’erano voci circa la reale destinazione dei trasporti*, ma nessuno lo sapeva con sicurezza. Per alcuni membri del He-halutz entrare in clandestinità sembrava un tradimento del loro gruppo; come pionieri sentivano che avrebbero dovuto stare con i loro compagni ebrei. Gad ricorda che alla fine del 1942 il capo del suo gruppo lo espulse perché disse che non avrebbe seguito l”ordine di trasporto dei nazisti. (United States Holocaust Memorial Museum)
Ma i membri del gruppo He-halutz di Gad avrebbero messo da parte le loro differenze politiche per prendersi per mano e cantare canzoni ebraiche come “Kineret” (“Mare di Galilea”), “Ba-ah Menucha La-yagai’ah” (“Riposo per chi è stanco”), o “Haseveinu Ailecha” (“Facci tornare da Te”). Sapevano a malapena cantare in ebraico ma, di fronte alla persecuzione, le tradizioni ebraiche davano un senso di forza. Si sentivano come parte di una ‘comunità segreta’.
* Nel 1941 i leader nazisti decisero i realizzare la “Soluzione Finale” cioè l’uccisione sistematica e in massa dell’intera popolazione ebraica europea. Le autorità tedesche usarono il sistema ferroviario di tutto il continente per trasferire, o meglio deportare, gli Ebrei dalle proprie case alle loro varie destinazioni, le quali si trovavano principalmente nell’Europa orientale. I naziati nel tentativo di camuffare le proprie intenzioni, cercarono di presentare le deportazioni come il “re-insediamento” della popolazione ebraica in campi di lavoro all’Est. In realtà, il termine “re-insediamento all’Est” non era che un eufemismo per il trasporto nei centri di sterminio e la successiva eliminazione in massa dei prigionieri.
* Il giovane Manfred ha preso nota di questo turbolento periodo in un piccolo taccuino fatto a mano, che ha dato al suo amico e compagno gay Gad Beck, che, sopravvissuto all’Olocausto, ha donato il taccuino allo United States Holocaust Memorial Museum (Stati Uniti) nel dicembre del 1999. Un taccuino di 17 pagine che illustra la vita quotidiana dei due amici, del loro gruppo e della cultura in cui vissero.
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