Un documento racconta la pastorale per le persone omosessuali delle diocesi francesi
Articolo di Valerio Gigante pubblicato sul settimanale Adista Notizie n° 45 del 29 dicembre 2018, pp.8-9
Sul portale Gionata.org, che da anni si occupa di approfondire i temi legati al rapporto tra fede cristiana e omosessualità, anche attraverso la pubblicazione di esperienze, riflessioni e studi, nei giorni scorsi è comparsa la traduzione di un documento redatto da alcuni membri delle équipes diocesane francesi per la pastorale omosessuale, da delegati alla pastorale famigliare e da alcune associazioni o gruppi di persone omosessuali cattolici. Scorrendo questo documento (titolo originale: “Homosexualité et vie chrétienne. De nombreuses initiatives diocésaines au service des personnes et de leurs familles”), che è stato inviato ai vescovi cattolici francesi, emerge in modo efficace il percorso che nelle diocesi e nelle realtà locali d’Oltralpe è stato finora realizzato sui temi dell’inclusione delle persone omosessuali nella Chiesa. E emerge inoltre una realtà non troppo dissimile da quella Italiana. Che vede però, in Francia, una maggiore apertura, disponibilità e coinvolgimento delle istituzioni ecclesiastiche e dei vescovi rispetto a quanto avviene nel nostro Paese.
In Francia, infatti, esistono gruppi, associazioni e centri spirituali che da tempo propongono periodi di accoglienza, riflessione, conferenze, ritiri, periodi di raccoglimento e di preghiera, a cui si sono aggiunte molte iniziative diocesane, che riguardano ormai oltre un terzo delle diocesi francesi. Scopo del documento è quindi far conoscere queste proposte, affinché si diffondano anche presso altre diocesi e Paesi: «Noi speriamo che le piste che stanno contribuendo ad aprire possano portarci al centro della nuova pastorale che attraversa l’esortazione Amoris Laetitia (aprile 2016) e i testi del Consiglio su Famiglia e Società della Conferenza Episcopale Francese (settembre 2012 e maggio 2013)». Destinatari del documento sono quindi, oltre ai i vescovi, i responsabili diocesani per la pastorale familiare, i preti, le comunità parrocchiali e chiunque si interessi all’accoglienza pastorale delle persone omosessuali nella Chiesa.
«Oggi – scrivono gli estensori – la questione omosessuale esce progressivamente dal silenzio, ma spesso è ancora fonte di disagio per i responsabili della pastorale, che per difetto di conoscenza non sanno cosa dire, né a chi indirizzare. L’ignoranza può condurre alla paura, e attraverso parole o atti inappropriati può ferire profondamente, oppure escludere, anche senza volerlo». Per questo, «è necessario vigilare perché in queste iniziative al servizio del prossimo si eserciti il giusto discernimento, nel rispetto delle coscienze e del cammino di ciascuno con Cristo». Nel testo viene poi chiarito il fatto che l’obiettivo pastorale è quello di una piena inclusione delle persone omosessuali all’interno delle comunità ecclesiali. Si legge infatti: «Ci anima la convinzione che qui non sia questione di una “pastorale” a parte, la quale implica la necessità di un’accoglienza differenziata per le persone omosessuali». Una differenza è stata individuata con chiarezza nella diocesi di Nantes, dove l’équipe incaricata dal vescovo aveva come compito principale quello di «offrire alle persone omosessuali e ai loro cari uno spazio cristiano di discussione e scambio; aiutare le persone omosessuali a compiere un cammino di fede e a trovare il loro posto nella comunità cristiana; aiutare le comunità cristiane ad accogliere le persone omosessuali come fratelli e sorelle in Cristo».
Più in generale, recita il documento, nelle diocesi francesi dove esistono e operano, «le équipes hanno elaborato varie proposte pastorali», «rendendosi visibili attraverso dépliants con numero di telefono, indirizzo email, nome di persona da contattare (dépliants di solito diffusi nelle comunità cristiane), hanno spesso creato luoghi di ascolto e accoglienza e gruppi di discussione». «Un indirizzo email o un numero di telefono stampati su un dépliant diffuso nelle parrocchie permettono alle persone omosessuali, o a chi è interessato al tema, di avere un nome con cui iniziare un dialogo». In alcuni casi è stato lo stesso vescovo a presentare l’iniziativa di fronte ai sacerdoti della diocesi.
Ci sono poi i gruppi di discussione per lo scambio, la comunicazione, la libertà di parola, il sostegno reciproco, come quello formato da un gruppo di genitori della zona di Niort (capoluogo del dipartimento delle Deux-Sèvres, nella regione della Nuova Aquitania), che «ha scritto una lettera aperta al Sinodo della diocesi di Poitiers. Nel dicembre 2017 la lettera è stata pubblicata sui giornali missionari gratuiti della diocesi, distribuiti in 75.000 copie. I genitori in questione hanno accettato di testimoniare nelle parrocchie e in un istituto professionale cattolico di Niort, raccontando la loro esperienza che li ha visti procedere a tentoni tra il dolore e la gioia, di come la fede li aiuti ad accettare la loro situazione, a esercitare il discernimento e a vivere in libertà, illuminati e trasformati dal Vangelo». Alcuni di questi gruppi di discussione sono specificamente dedicati ai cristiani omosessuali, e sono gestiti e animati da omosessuali.
Ci sono infine le cosiddette “Marce spirituali”: «Durano una giornata e sono spesso chiamate “Cammini di Emmaus”. Sono aperte a tutti, in particolare alle persone omosessuali e a chi è interessato al tema, per favorire il dialogo. Camminare insieme agevola l’incontro profondo in un clima pacifico e sereno. Vi partecipano regolarmente molti vescovi».