Sono un gay musulmano HIV positivo. Di cosa ti vergogni?
Testiomonianza di Amir pubblicata sul sito web Positively UK (Gran Bretagna) il 19 novembre 2017, libera traduzione di Diana
Mi piacerebbe iniziare la mia storia presentandomi. Nel mondo arabo e musulmano è risaputo che se sei gay porti la vergogna a te stesso ed alla tua famiglia. Sarai disconosciuto dalla tua famiglia, discriminato dalla società e perseguitato “dal governo nella mia terra d’origine con la pena di morte”. Sono cresciuto e vissuto in un paese del Golfo per più di 35 anni, e questo non mi autorizza ad avere la cittadinanza o un permesso di soggiorno a tempo indeterminato. Ho ottenuto un visto di residenza da rinnovare ogni tre anni. Tra i requisiti per il rinnovo c’è un esame medico con test HIV. Se il test è positivo verrai deportato come un criminale con grande scandalo ed umiliazione per te e la tua famiglia. Per evitare tutto ciò, ogni volta che devo rinnovare il visto mi reco a Londra in anticipo e mi sottopongo al test alla clinica Bloomsbury. Nel giugno del 2009 il mio test HIV risultò positivo.
Tutto quello a cui pensai quando ebbi il risultato fu la mia famiglia e la mia vita al ritorno a casa. Ero terrorizzato e spaventato. Non avevo né il tempo né l’opportunità di pensare alla mia salute o ad una cura. Dovevo scappare, sparire ed iniziare una vita completamente nuova da qualche altra parte. Le ragioni per cui scappai erano le stesse ragioni che mi diedero la forza di trasferirmi nel Regno Unito ed iniziare una nuova vita come richiedente asilo. Ero solo, non avevo né famiglia, né amici che mi aiutassero. Non potevo dirlo a nessuno. La clinica mi offrì una consulenza quando ebbi la diagnosi. Ho frequentato una sessione e poi ho smesso. Il consulente era un britannico bianco che non sapeva nulla della cultura araba e musulmana. Voleva che mi focalizzassi su me stesso e sul mio benessere, mentre tutto quello a cui potevo pensare al momento e di cui avevo bisogno era la mia famiglia e come potevo scappare da casa. Avrei dovuto chiedere di qualche consulente che conoscesse il mio retroterra culturale. Questo sarebbe stato un grande aiuto.
Iniziai la cura otto mesi dopo la diagnosi. Non feci domanda di asilo e non avevo nessun progetto. Volevo avere accesso alle cure ed essere incluso nel piano sanitario britannico nel caso in cui fossi finito in un luogo senza accesso alle cure. Ero veramente agitato da questa idea, ne parlai al dottore e spiegai che il non avere accesso alle cure mi causava ansietà. Egli concordò con me e mi incluse in un trattamento precoce. Non avevo idea di come sarebbe stata la mia vita con l’HIV. Ma ne avevo avuto consapevolezza in anticipo dalle mie precedenti visite alla clinica. Conoscevo la differenza tra HIV e AIDS, sapevo che esisteva una cura e che non sarei morto. Per me è stato un grande aiuto trasferirmi e concentrarmi sui problemi che avevo.
Fu un viaggio lungo e difficile, ma ora vivo la mia vita normalmente come chiunque altro, senza pensare di essere handicappato con l’HIV. Solo qui a Londra sono riuscito ad avere una vita sana ed in pace. Sono fortunato. Non riesco ad immaginare come sarebbe stata la mia vita a casa nell’area del Golfo. Consiglierei a chiunque abbia ricevuto una diagnosi di HIV di cercare aiuto “se necessario” dovunque sia possibile. Non c’è vergogna a chiedere aiuto. Ricordate anche che non state morendo, esiste un trattamento e speriamo presto una cura. Vorrei terminare la mia storia presentandomi: “sono un arabo musulmano nero gay, apparentemente sano e non sono infetto e non rappresento un rischio per gli altri”.
* Test Positivo. Molte persone non fanno il test HIV, perché temono un risultato positivo, non pensano che l’HIV li colpirà né di essere a rischio, né vulnerabili. Vogliamo condividere le storie di alcune persone che hanno fatto il test HIV con diagnosi positiva. Speriamo che queste esperienze riducano l’ansia che alcuni potrebbero avere verso il test e consentirà, a coloro che potrebbero risultare positivi al test dell’HIV, di avere un supporto per imparare a convivere con l’HIV.
Testo originale: Testing Positive: Amir’s Story