Un gay scrive a Dio: “Ieri ti ho visto affacciarti dal cielo”
Testo pubblicato sul sito About en Español (Stati Uniti), liberamente tradotto da Luz Maria B.
Noi gay che spesso abbiamo subito il rifiuto nell’infanzia e nell’adolescenza, quando maturiamo come adulti attraversiamo momenti di difficoltà emotiva. Per questo in molti abbiamo affrontato – e superato – periodi di depressione e comportamenti autodistruttivi che sono una risposta alla nostra bassa autostima. Ma quando vinciamo la tristezza, percepiamo che siamo cresciuti e vediamo che il nostro passato non è così doloroso come sembrava quando eravamo a scuola. Adesso siamo più forti e ci sentiamo più preparati per il nostro coming out, se ancora non lo abbiamo fatto.
Esistono numerosi percorsi per il superamento delle difficoltà e gli esercizi per stare bene abbondano. Un esercizio solitamente molto utile è quello di scrivere, con carta e penna, come ci si sente e dire cosa si vuole per attirarlo nella nostra vita. Un po’ di tempo fa mi hanno consigliato di scrivere una lettera a Dio. Avevo da poco superato un periodo molto turbolento della mia vita. Credo sia uno strumento utile per tutte le persone LGBT. La lettera diceva così:
Caro Dio, ieri ti ho visto affacciarti dal raggio di luce che attraversava la nuvola che sovrastava il mare. Mi hai sorriso, ancora una volta, e ho provato l’estasi della vicinanza a te. Ultimamente, sento che mi accarezzi con più tenerezza, forse perché mi sto lasciando accarezzare. Come ti sarai accorto, ti chiamavo con maggior forza per condividere più tempo insieme; per meravigliarci dei miracoli della tua creazione; per dialogare sul posto che ho nella tua missione divina.
Le nostre conversazioni hanno assunto sfumature più profonde adesso che mi sono posto l’obiettivo di essere riconoscente. Appena mi sveglio con l’alba, incido nella mia mente una lista di dieci realtà per le quali la mia anima prova gratitudine. Una che ripeto quotidianamente è il risveglio spirituale; la possibilità di scriverti questa lettera; la certezza che la leggerai. Sei sempre stato compassionevole e generoso e, sebbene io sia cosciente del fatto che ci hai regalato il libero arbitrio per forgiare il nostro proprio destino, so anche che la tua onnipresenza è ancora lì a proteggerci. Quanto più la avverto, più la rendi manifesta. Quanto più la apprezzo, più la intensifichi. È come giocare a tennis con il cielo.
Ogni volta che mi concentro su di te, l’ansia del mio vivere si dissolve e le preoccupazioni si placano.Non è facile arrivare a questo momento, ma una volta che intravedo il cammino è perdersi la cosa difficile, poiché le vie sono infinite. L’unico combustibile di cui abbiamo bisogno è la forza di volontà. Oggi mi sforzo di averne. Confesso che a volte mi fa male quando mi dai pizzicotti sul braccio per farmi vedere qualcosa che non riesco a vedere, che non voglio vedere. Il livido dura qualche giorno, a volte mesi, anni. Tuttavia, quando sparisce, la pelle appare più tersa. Questo è quello che provo in questi duri momenti di maturità emotiva.
Condivido questo insieme di sentimenti con un’infinità di persone sul pianeta. Accogli questa lettera a nome di tutti noi e aiutaci a convivere in pace e a issare la bandiera della tolleranza, che tanto viene lacerata da coloro che non comprendono la tua essenza. Credo che ogni essere umano si ricordi di te nel suo bambino interiore, nel profondo del suo spirito, ma con frequenza evita di aprirsi a te per egoismo e paura per l’infinito.
Per favore, regalaci la capacità di discernere la nostra verità individuale e, cosa più necessaria, la facoltà di rispettare quella degli altri, ma non permettere che le verità di pochi servano da pretesto per lasciare spazio alla barbarie. È ora che le spade diventino aratri, che i risentimenti svaniscano come cenere al vento e che la pace interiore irradi la solitudine dell’uomo che si dispone a fare il bene. Basta con gli ingiusti rifiuti, con le identità vuote e con l’esagerazione dei propri difetti di carattere.Infine, vorrei una tavolozza di acquerelli per colorare la mia vita quando diventa grigia. Mi sarebbe utile anche un posto magico dove scaricare i pesi che mi affliggono. Ma soprattutto, vorrei che mi permettessi di esserti ancora più vicino, così che all’ombra della tua aura io possa irrobustire la mia fiducia nell’essere umano e tu mi ispiri a crescere come individuo giorno per giorno. Nel frattempo, quello che posso fare è compiere umilmente la mia missione di dare al mondo ciò che mi hai dato, quello che hai dato a tutti, quella scintilla divina che hai infuso in noi.
La sfida è accenderla.
Testo originale: Una carta para Dios