Un Gesù trans e queer
Riflessioni del reverendo Mario Bonfanti* pubblicate sul sito della comunità MCC Il Cerchio il 1 aprile 2017
Il tema dell’identità e orientamento sessuali di Gesù sono spesso stati (e sono ancora) un tabù. Non se ne parla e non se ne può parlare! Non appena qualcuno osa sollevare il velo che copre le sue “nudità”, voci di protesta e indignazione si levano da diverse parti. Anche non cristiane. Perché mai chiedersi se Gesù fosse etero, gay, bisex? Cosa importa a noi indagare sulla sua identità sessuale? Che gusto c’è nel guardare sotto le sue lenzuola e spettegolare su cosa abbia fatto e con chi? Come se questo fosse un tema relegato alla sua privacy e non riguardasse ciascuno di noi.
L(a)sessualità di Gesù: strumento di oppressione religiosa
Eppure nei secoli le chiese hanno sempre (s)coperto le nudità di Gesù, per giustificare le proprie ingiunzioni morali in ambito sessuale. Spesso ne hanno esaltata la asessualità per giustificare la presunta superiorità della verginità sul matrimonio. Altre volte il potere religioso ha (ab)usato della immagine di Gesù per scopi non sempre religiosi; piuttosto politici. E così Gesù è diventato di volta in volta esempio di persona celibe completamente dedita a Dio, modello sacerdotale rigorosamente maschio, vittima sacrificale sottomesso al sadico volere del padre, uomo ariano alto biondo e di bell’aspetto, maschio etero tentato da donne subdole, e via dicendo.
La concezione verginale: tema archetipico da indagare
Vorrei portare un attimo l’attenzione su un elemento ricorrente nella narrazione attorno alla figura di Gesù: la nascita verginale. La tradizione ha molto enfatizzato il fatto che Gesù sarebbe stato concepito per opera dello spirito santo, sceso a coprire la giovane ragazza Maria. Un tema archetipico presente in diverse tradizioni religiose sparse per tutto il globo terreste e su cui vale la pena soffermarsi. Lo faccio in ottica “queer”.
L’approccio “queer”
La metodologia queer è uno sguardo teologico che sceglie di partire dall’esperienza delle persone LGBT+ per re-interpretare la tradizione, grazie a un punto di vista diverso. Partendo dalla propria esperienza di vita (anche sessuale) questo sguardo vuole, in modo spesso appositamente irriverente, interrogare la fede e la Bibbia disvelandone risvolti inediti e pieghe non ancora indagate. Con la consapevolezza di errare e quindi senza la pretesa di avere ragione. Il suo intento è quello di mettere in dubbio ciò che è dato per scontato, per avviare un ripensamento della fede più aderente alla propria esperienza, anche LGBT+.
I cromosomi di Gesù
Partendo da questo punto di vista, proviamo e rileggere la concezione verginale di Gesù, svelandone conseguenze taciute… ma molto feconde per noi persone LGBT+. La scrittrice cristiana Virginia Mollenkott scrive che, se diamo per assodato che Gesù sia nato da un parto verginale, allora dovremmo dedurre che egli possedeva solo cromosomi X in un corpo maschile. Gesù, quindi, era intersessuale. Kittredge Cherry, scrittrice lesbica e pastore della Metropolitan Community Church, descrive Gesù come una persona transgender e bisessuale che aveva relazioni sessuali sia con l’apostolo Giovanni sia con Maria Maddalena e anche con il “pan-gender” Spirito Santo. Il teologo Graham Ward sottolinea che il corpo di Gesù subisce, nella sua vicenda, una serie di dislocamenti e transizioni che culminano nella resurrezione e ascensione, con la quale, incorporando in sé tutti i membri della chiesa, esso diviene un “corpo plurisessuato”. Quindi – conclude – possiamo affermare che il corpo di Cristo è queer.
Conclusioni
Abbiamo appena celebrato la Giornata Internazionale della Visibilità Trans: una ricorrenza annuale dedicata alla sensibilizzazione contro le discriminazioni verso le persone transgender in tutto il mondo. E visto che – purtroppo – spesso la religione cristiana ha contribuito (e ancora contribuisce) alla colpevolizzazione ed emarginazione delle T-persons, perché non osare, in modo anche irriverente, proporre una immagine di Gesù Trans come simbolo potente di una religione che sta con gli ultimi per liberarli dalla loro segregazione e celebrarne l’umanità?
We are all TRANS!
* Sono il reverendo Mario Bonfanti, ordinato sacerdote nel 2002 e uscito dalla Chiesa Cattolica nel 2012 per essere autenticamente me stesso: spiritualmente e sessualmente impegnato nello stesso tempo. Dopo un avvicinamento alla Chiesa Anglicana ho aderito alle Metropolitan Community Churches ( www.mccchurch.org ). Attualmente mi definisco “prete queer” in quanto pastore di una comunità MCC a nord di Milano ( www.mccilcerchio.it ) e appartenente alla teologia e al movimento queer.