L’omosessualità del clero nella Chiesa cattolica. I risultati della cultura del segreto
Articolo pubblicato il 27 febbraio 2013 da “Ociogay”, liberamente tradotto da Adriano
La parola omosessualità è stata pronunciata in Vaticano più nei giorni scorsi che nei molti secoli di storia. Anche se per molti questo non vuol dire che prima non esistesse, bensì che predomina tra le alte eminenze una “cultura del segreto”.
“Almeno la metà di tutte le persone chiamate nei seminari al sacerdozio sono omosessuali”, così ha espresso con decisione uno dei più grandi specialisti inglesi di giornalismo religioso, Mark Dowd, che sa di cosa parla, dato che egli stesso era frate.
“Quando si ha questa cultura del segreto, della colpa e della repressione, non si fa altro che promuovere le condizioni di ricatto e manipolazione”, ha affermato il giornalista in televisione dopo lo scandalo denunciato da “La Repubblica”, scoperto in un rapporto segreto circa una lobby omosessuale in Vaticano, secondo il quale sono avvenuti incontri sessuali in saune gay, in un centro estetico situato a Roma, in una villa alla periferia della città e anche in una scuola dormitorio divenuta la residenza di Roma del vescovo di Roma. Inoltre, sono stati anche riportati racconti dettagliati delle feste di funzionari vaticani in un club chiamato Priscilla.
Senza andare oltre, il cardinale Keith O’Brien, il più anziano delle isole britanniche, ha deciso di non partecipare al prossimo conclave dopo essere stato accusato di aver molestato quattro seminaristi per oltre vent’anni. Anche se nega le accuse, non parteciperà alla elezione del nuovo papa.
Titolo Originale: Por lo menos, la mitad de los sacerdotes son homosexuales