Espiazione queer. Solo l’amore radicale cancella i capri espiatori
Riflessione di Brian MacArevey tratta dal blog Silent Weapons for Quiet Wars (Stati Uniti), del 13 febbraio 2012, liberamente tradotta da Giacomo Tessaro
Una dottrina dell’espiazione può essere intesa come fine della pratica del capo espiatorio attraverso un amore radicale. Trovare un capro espiatorio è il meccanismo attraverso il quale gli insider della società (ndr quelli che si sentono a posto) prendono di mira ed eliminano gli outsider innocenti (ndr quelli che sono ai margini). Si tratta di un’esperienza terribilmente comune per le persone lesbiche, gay, bisex e trans (LGBT), molte delle quali sono state oggetto di bullismo fin dalla prima infanzia a causa del fatto di essere diversi.
La creazione di capri espiatori anti-LGBT è un argomento particolarmente urgente per le persone che vivono oggi negli Stati Uniti, specialmente alla luce della tragica sequenza di suicidi compiuti nel 2010 da giovani uomini (alcuni persino dell’età di tredici anni) che erano stati oggetto di bullismo da parte dei loro compagni di classe in quanto gay o ritenuti tali.
Gli studiosi queer teorizzano che violenti conflitti siano continuamente sul punto di esplodere tra le fazioni in competizione tra loro che esistono all’interno di una data società. Questa violenza repressa è spesso diretta verso un capro espiatorio, o un innocente inerme che sia marcato dalla differenza in modo tipico.
L’ordine viene ristabilito dalla società quando il capro espiatorio è o abolito o annientato. Tale processo viene poi ripetuto all’infinito. Le persone queer hanno regolarmente un ruolo di capro espiatorio nella società americana. Il vetriolo represso del pubblico americano si rivolge frequentemente verso la comunità LGBT (sia metaforicamente sia letteralmente).
Ciò è da attribuire sia al fatto che le persone queer sono di solito viste come outsider a causa delle loro sessualità e identità di genere marginali. Sono diventate le vittime della discriminazione e della violenza, e questo per preservare il cosiddetto ordine nella nostra società.
I teologi queer hanno osservato che la vita, la morte e la resurrezione di Gesù sono essenzialmente un rigetto del sistema che crea capri espiatori. Gesù Cristo, la vittima sacrificale per eccellenza, condanna e mette fine al bisogno di creare altri capri espiatori. La resurrezione è il “No!” enfatico di Dio nei confronti della dinamica insider/outsider.
I teologi queer hanno sviluppato quest’idea iniziale reinterpretando la teoria tradizionale della soddisfazione dell’espiazione in termini di questa denuncia della pratica del capo espiatorio. Cosa significa dire che Gesù è morto per i peccati dell’umanità?
I teologi queer sottolineano che non è corretto sostenere che Dio abbia richiesto la morte di Cristo come sacrificio per i peccati del mondo. Dio era certamente presente sulla croce, ma non per assistere all’atto della crocifissione. Dio si fa prossimo all’umanità perché vuole fermare il ciclo ripetitivo della violenza contro i capri espiatori.
I teologi queer inoltre sostengono che Gesù abbia sostituito una serie di sostituzioni nella Sua crocefissione. I sacrifici animali avevano soppiantato la primitiva pratica del sacrificio umano, ma alla croce il ruolo del capro espiatorio è rappresentato da Gesù, che prende il posto dell’animale come Sommo Sacerdote e Agnello di Dio.
Al momento del sacrificio Gesù stesso diventa capro espiatorio attraverso la sostituzione della Sua vita per le vite dei capri espiatori della società, e facendo questo Egli smaschera le parti nascoste della mentalità che crea capri espiatori e rivela al mondo la crudeltà del sistema sacrificale. Portando il concetto della sostituzione ancora un passo avanti, Cheng riconosce che l’espiazione sostitutiva può anche dissolvere i legami tra la sessualità e il genere, oltre a quelli tra gli insider e gli outsider.
L’espiazione vicaria richiede scambi multipli d’identità. La morte di Cristo è applicata a persone indipendentemente dall’orientamento sessuale o di genere. Perciò, attraverso la sostituzione, Gesù diventa un corpo multisessuale e multigenere in un modo ripreso come un’eco dal carattere multisessuale e multigenere del corpo di Cristo (la chiesa).
Ovviamente ci sono molti teologi queer che non sottoscrivono un’espiazione sostitutiva. Per esempio alcuni preferiscono l’influenza morale della teoria dell’espiazione che è stata proposta dal teologo dell’undicesimo secolo Pietro Abelardo.
Questa teoria presuppone che la crocefissione di Gesù sia salvifica perché si risolve in una trasformazione soggettiva o in un pentimento all’interno di coloro che sono resi consapevoli della Sua morte. Anche questa teoria può essere compresa come una manifestazione di amore radicale.
La morte di Gesù può provocare le persone a pentirsi dei propri pregiudizi contro coloro che hanno sessualità diverse e identità di genere diverse dalla nostra.
Testo originale: Atonement: Ending Scapegoating through Radical Love