Il cambiamento, un lampo di umanità (Marco 9,2-9)
Riflessioni bibliche di Wendell Miller, Penny Nixon e Randall Bailey tratte dal sito Out In Scripture (Stati Uniti), 2009, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Mentre la nostra umanità affronta nuovi contesti, noi dobbiamo fare riferimento sia al nostro passato personale che al passato della nostra comunità. Le letture di questa settimana (2 Re 2,1-12; Salmo 50,1-6; 2 Corinzi 4,3-6; Marco 9,2-9) sollevano questioni di morte, discepolato e rivelazione in maniera molto vivida.
Il passo di 2 Re 2 parla dell’imminente morte del profeta Elia e dell’intenzione di Eliseo di non lasciarlo andare. Molti di noi hanno attraversato e stanno attraversando questa fase del ciclo della vita con i propri cari.
Non abbiamo intenzione di lasciarli andare e diciamo agli altri di tacere quello che sta succedendo (versetto 5), come se farli tacere cambiasse la realtà. Abbiamo la speranza che il viaggio con i nostri cari prossimi alla morte, come nel caso di Eliseo, rallenti il processo e ci dia più tempo per avere da loro ciò di cui abbiamo bisogno prima che se ne vadano.
Cosa interessante, il viaggio di Elia ed Eliseo (da Bethel a Gerico per attraversare il fiume Giordano) ripercorre il cammino di conquista di Giosuè. Questo percorso è problematico per molti, perché ricorda il genocidio dei Cananei. Dall’altro lato, forse c’è bisogno di ripercorrere alcuni luoghi perché ne possano scaturire nuovi insegnamenti e impediscano di impantanarsi negli errori passati.
Quando noi persone lesbiche, gay, bisex e trans (LGBT) e altri gruppi oppressi guardiamo alle nostre storie possiamo vedere che, anche nelle nostre lotte di liberazione, abbiamo fatto del male ad altri. Facendo questo possiamo stipulare un patto perché le cose da qui in avanti siano diverse.
Il passaggio delle consegne diventa importantissimo in questi momenti di transizione, quando prepariamo una nuova generazione di leader/discepoli a prendere il posto che spetta loro nel movimento. Una metafora più appropriata di quella dei servi che hanno un Vangelo velato, come Paolo proclama in 2 Corinzi 4. Le donne velate nell’ambiente patriarcale forse non è il miglior modello per preparare la prossima generazione di leader.
La Trasfigurazione, come si legge in Marco 9,2-9, ha vari significati per noi. Alcuni la vedono non come un esempio della divinità di Gesù, ma piuttosto come un momento topico della sua umanità. Ecco l’aspetto della nostra umanità senza le nostre difese. Ecco la radiosa brillantezza della luce del mondo in noi. Siamo connessi a molto di più: ciò che è venuto prima e ciò che è da venire.
Invece un altro significato rimanda all’argomento discusso la scorsa settimana, l’outing di Gesù. Questa volta Dio rivela Gesù come Figlio di Dio (versetto 7), un termine che nell’antico Israele designa chi governa a Gerusalemme. Gesù si trova a disagio nell’episodio e tenta di controllare la diffusione del nuovo titolo dicendo ai discepoli di non raccontare nulla (versetto 9).
Capiamo che il processo dell’outing rivela di più del semplice orientamento di qualcuno. Il processo spinge chi ne è coinvolto oltre la sua capacità di controllo, molte domande sorgono e circostanze vengono alla luce. La reazione dei discepoli è di non entrare nella discussione tra Gesù, Mosè ed Elia, perché hanno paura (versetto 6).
Questa reazione di “rivelare”, di rendere pubblica la vera essenza di un altro sembra avere un parallelo in ciò che accade alle persone omoaffettive, che in mezzo alle crisi della comunità se ne stanno in disparte e non partecipano alla crisi.
I costi sono alti, e molti, come Pietro, vogliono costruire “dimore” per contenere e nascondere le rivelazioni, invece di parlare a voce alta e rivolgersi con autorità al bisogno della comunità di un nuovo discernimento.
Leggendo meglio Marco 9,2-9 abbiamo notato anche che nel gruppo di individui sulla montagna mancano del tutto le donne. Se Elia e Mosè erano delle figure sia religiose che politiche, che affrontavano le crisi nazionali della loro epoca, perché all’incontro non sono presenti anche Debora ed Ester?
Allo stesso modo, dato che Mosè, Debora, Elia ed Ester sono leader politici, non vuol dire forse che anche Gesù viene presentato come leader politico della sua epoca? Essendo “Figlio di Dio” un titolo per chi governa a Gerusalemme, si potrebbe pensarlo.
Da un altro punto di vista, la parola greca per profeta, prophētēs, è un sostantivo maschile con desinenza femminile. Un sostantivo transgender, per così dire. Forse questo passo diventa femminile non per la presenza di donne, ma per il modo in cui gli uomini assumono ruoli e aspetti eroticizzati e tradizionalmente femminili. Possiamo vederlo in altri passi biblici.
Ricordiamo Elia che rianima il figlio della vedova stendendosi sopra di lui tre volte (1 Re 17,21); a Mosè, che voleva vedere la gloria di Dio, fu permesso solo di vedere Dio da dietro (Esodo 33,23); e il discepolo che Gesù amava appoggia la testa sul suo petto (Giovanni 13,23). [Cosa interessante, la traduzione inglese New Revised Standard Version attenua la carica erotica di tutti questi passi].
Tornando al racconto della Trasfigurazione, si può reimmaginare questa storia come l’inclusione di un raduno di uomini – con diversi orientamenti sessuali e di genere – in un incontro con Dio, l’amante primo? Potrebbe essere questo il motivo per cui le donne sono escluse e si dice ai discepoli testimoni di non dire nulla a nessuno?
In quei periodi della vostra vita in cui siete vulnerabili, afflitti, nascosti e velati, chi cercate, a chi fate riferimento? Chi sono i cari che vi circondano? In quale modo diverso vedete la vostra umanità?
Morte, discepolato e scoperta sono al centro di tutti questi testi. Anche se le possibilità di interpretazione sono molte, e alcune di esse creano problemi, queste esplorazioni li rendono più fecondi per le vite degli LGBT e altri gruppi oppressi. Noi, come i discepoli, possiamo essere spaventati, persino terrorizzati dalle possibilità che abbiamo esplorato, e come loro potremmo voler costruire strutture per interrompere l’esplorazione di possibili significati.
Dobbiamo ricordare che Gesù si oppone a questa reazione. Come leggiamo nei primi capitoli del vangelo di Marco, Gesù è reticente a svelarsi pienamente prima del tempo, però fa in modo che i discepoli siano preavvertiti e si preparino adeguatamente per la pienezza e la ricchezza della rivelazione futura.
Questo dovrebbe confortare chi vive con la paura non solo di morire, non solo di perdere le persone amate, non solo di godere della schiavitù del velo, non solo di subire un outing, ma anche delle elettrizzanti possibilità di Dio che proclama agli altri “questa è mia figlia, questo è mio figlio, ascoltatela, ascoltatelo!”
Preghiera
O Presenza Misteriosa, che illumini la nostra strada tra i mondi,
guidaci in quei luoghi in cui possiamo toccare la nostra umanità più profonda.
Facci udire il tuo invito a uscire allo scoperto da dietro le nostre
difese sapientemente costruite
e irradiare la forza del nostro amore, che è la nostra essenza.
Amen.
Testo originale: A flash of humanity (pdf)