Sacrifici e capri espiatori. Un midrash gay sulla storia di Caino e Abele
Testo di Chris Glaser* tratto dal libro Coming Out as Sacrament, Westminster John Knox Press (USA), 1 novembre 1998, capitolo 2, libera traduzione di Giacomo Tessaro
La prima storia di offerta sacrificale nella Bibbia è la storia di Caino e Abele (Genesi 4). Senza entrare nei particolari di come questa storia si svolge, il testo, così com’è, racconta di due fratelli che conducono la loro vita in maniere diverse: Caino è un “lavoratore della terra” e Abele un “custode di pecore”. Entrambi decidono di fare un’offerta a Dio, a quanto pare come ringraziamento per ciò che Dio ha dato loro.
Offrire le “primizie”, restituendo il meglio di quanto si è ricevuto a Dio o agli dèi che l’hanno provveduto, è un sacramento antico e pressoché universale. Ma in questa storia Dio (Jahvè) gradisce il dono di Abele dei “primogeniti del suo gregge” ma non presta attenzione al dono di Caino, “il frutto della terra.”.
Caino diventa furioso – alla lettera “l’espressione del suo volto cadde”. Per la mentalità e la cultura ebraica le emozioni si incarnavano in parti specifiche del corpo. Dio avvisa Caino che “il peccato è in agguato” alla sua porta, un predatore come il Tentatore durante la futura permanenza di Gesù nel deserto. Caino uccide per odio Abele, il cui sangue grida a Dio dalla terra, e il Signore affronta Caino, esiliandolo “nel paese di Nod”, che significa “errante”, dove lui e i suoi discendenti costruiranno la prima città. Nel frattempo, Eva partorisce un altro figlio, Set, per sostituire Abele.
La storia veniva raccontata dagli Ebrei per sostenere la loro convinzione che il Signore favorisse le loro offerte sacrificali di animali di gruppi di pastori seminomadi rispetto a quelle di prodotti dai loro vicini Cananei, che erano agricoltori. L’apparente arbitrarietà di Dio che sceglie di preferire un’offerta sacrificale rispetto ad un’altra è, in realtà, il riflesso narcisistico della convinzione degli Ebrei che Dio benedicesse il loro stile di vita piuttosto che quello dei Cananei (anche se gli stessi Ebrei talvolta facevano oblazioni di prodotti della terra a fianco di sacrifici animali).
La tradizione rabbinica offre il concetto di Midrash come strumento di spiegazione di un testo scritturale. Il Midrash spesso comporta una nuova narrazione di una storia biblica in modo immaginifico, in modo che i lettori possano comprendere meglio la trasposizione del testo in un altro contesto. Se ci mettessimo a fare un midrash di questa storia per spiegare quello che offre alla nostra comprensione una Bibbia scritta in gran parte da un punto di vista eterosessuale, la storia potrebbe svolgersi in questo modo:
Due fratelli esprimevano il loro amore in modi diversi: Abele era eterosessuale e Caino era gay. Entrambi decisero di fare un’offerta a Dio, a quanto pare come ringraziamento per la sessualità che Dio aveva dato loro. Dio gradì il dono di Abele del sesso eterosessuale.
Caino si arrabbiò, e Dio lo avvertì che “il peccato è in agguato” alla sua porta come un predatore. Caino uccise Abele, il cui sangue grida a Dio dalla terra, e il Signore affrontò Caino, esiliandolo “nel paese di Nod”, che significa “errante”, dove lui e i suoi discendenti costruirono il primo ghetto gay urbano, pieno di bar e botteghe di antiquariato. In seguito Eva partorì un altro figlio etero, Set, per prendere il posto di Abele.
Badate, questo è un midrash dalla prospettiva eterosessuale, scritto per proporre i pregiudizi della Bibbia riguardo all’orientamento sessuale. Presumo che un lettore gay o una lettrice lesbica noti immediatamente che cosa c’è di sbagliato in questa immagine: è molto meno concepibile, in base alla nostra esperienza e alla nostra comprensione che il fratello gay uccida il fratello etero.
Piuttosto, capita spesso il contrario. Le persone eterosessuali più timorose o omofobe potrebbero pensare che sia ragionevole che un Caino gay possa uccidere un Abele etero: guardate come hanno reagito negli Stati Uniti alla semplice ipotesi di ammettere persone gay al pastorato o nell’esercito, oppure il matrimonio omosessuale!
Alcuni eterosessuali irrazionalmente temono che gay e lesbiche si adoperino per distruggere loro, le “loro” istituzioni e i “loro” valori. Anche se sappiamo che questo non è “nel programma gay”, possiamo comunque imparare qualcosa da questo racconto: dobbiamo stare attenti a che la rabbia gay per la nostra oppressione non abbia la meglio su di noi, inducendoci a replicare in maniere peccaminose e violente.
Passiamo ora raccontare la storia in senso opposto:
Due fratelli esprimevano il loro amore in modi diversi. Abele era gay e Caino era etero. Entrambi decisero di fare un’offerta a Dio, a come ringraziamento per la sessualità che Dio aveva dato loro. Dio gradì il dono di Abele del sesso omosessuale, ma non gradì quello di Caino del sesso eterosessuale.
Caino si arrabbiò, e Dio lo avvertì che “il peccato è in agguato” alla sua porta come un predatore. Caino uccise Abele, il cui sangue grida a Dio dalla terra, e il Signore affrontò Caino, esiliandolo “nel paese di Nod”, che significa “errante”, dove lui e i suoi discendenti costruirono la Città Etero, piena di bar sportivi e centri commerciali. In seguito Eva partorì un altro figlio gay, Set, per prendere il posto di Abele.
Questa versione potrebbe offrirci una piccola risata, un po’ vendicativa, ma è ripieno di preconcetti che poche persone gay condividerebbero. La maggior parte di noi non sostiene che il nostro orientamento sessuale sia superiore a quello eterosessuale. In altre parole, noi non siamo così prevenuti come i nostri fratelli e sorelle eterosessuali nel modo in cui consideriamo la nostra sessualità. Gli eterosessuali sono più propensi ad accettare il primo midrash, piuttosto che noi ad accettare il secondo midrash, in cui Dio preferisce l’omosessualità.
Un terzo midrash è necessario:
Due fratelli esprimevano il loro amore in modi diversi. Abele era gay e Caino era etero. Entrambi decisero di fare un’offerta a Dio, a quanto pare come ringraziamento per la sessualità che Dio aveva dato loro. Dio gradì sia il dono di Abele del sesso omosessuale, che quello di Caino del sesso eterosessuale.
Caino si arrabbiò, e Dio lo avvertì che “il peccato è in agguato” alla sua porta come un predatore. Caino uccise Abele, il cui sangue grida a Dio dalla terra, e il Signore affrontò Caino, esiliandolo “nel paese di Nod”, che significa “errante”, dove lui e i suoi discendenti costituirono il Villaggio dei Valori Familiari Tradizionali, che delegittima i diritti gay. In seguito Eva partorì un altro figlio gay, Set, per prendere il posto di Abele.
Ora, questo è più in linea al modo in cui noi che siamo gay e lesbiche concepiamo i diversi orientamenti sessuali. Riflette anche la nostra esperienza secondo la quale è più facile per un eterosessuale arrabbiarsi di fronte alla nostra accettazione e bastonarci, che il contrario.
* Chris Glaser è uno scrittore e teologo cristiano statunitense. E’ stato, per oltre 30 anni, un attivista nel movimento per la piena inclusione dei cristiani LGBT nella Chiesa Presbiteriana (USA) , attualmente è un ministro della Metropolitan Community Church (MCC). Vive il suo ministero attraverso la scrittura e la predicazione. Dopo essersi diplomato alla Yale Divinity School, nel 1977, ha prestato servizio in diversi comunità cristiane e ed ha parlato a centinaia di persone di varie congregazioni, campus universitari e comunità cristiane degli Stati Uniti e del Canada. Ha pubblicato una dozzina di libri di successo su spiritualità, sessualità, vocazione, contemplazione, scrittura sacra, teologia, matrimonio e morte, ma nessuno di essi è disponibile tradotto in italiano.