Un nuovo inizio. Il coming out di mio figlio mi ha fatto scoprire il Signore accanto a me
Testimonianza di Claudio, un genitore cristiano con figlio gay della rete 3volteGenitori, per il progetto “La verità rende liberi” de La Tenda di Gionata
Una domenica d’agosto, siamo a pranzo io, Alessandro e mia moglie Francesca. Verso la fine del pranzo Alessandro in poche parole dice che ha la necessità di parlarmi. Potremmo solamente uscire dalla cucina e parlare comodamente sul divano, al riparo dal caldo torrido. No. Non so per quale motivo lo invito ad uscire, andare fuori, all’aperto.
Sento dentro da subito qualcosa di strano. Capisco che sto affrontando qualcosa di grande. Sento che non saranno due chiacchiere semplici. Alessandro ha affrontato tanti esami all’università, può essere stanco, può essere sull’orlo di dirmi che vuole smettere di studiare, lasciare la facoltà. Ci alziamo dal tavolo. In pochi minuti siamo fuori.
Prendo l’auto e dirigo il volante a caso. Non ho una destinazione prestabilita. Ogni via, ogni strada si sussegue all’altra casualmente. Un semaforo rosso ci blocca all’ombra delle mura di Viterbo. Le nostre parole già hanno preso spazio nell’abitacolo dell’auto, al fresco con l’aria condizionata.
Alessandro non trova il coraggio di aprirsi serenamente. Come ogni genitore, maldestramente provo ad anticipare i suoi disagi, i suoi pensieri. Vuole smettere di studiare…? Ha iniziato a frequentare strani amici, magari facendo uso di droghe…? E’ omosessuale…? Si. Come terza ipotesi apro un universo in quel poco spazio. Ho sempre pensato che l’auto è un ottimo confessionale. Ho stretto amicizie in auto, in viaggi ricorrenti. Ho tanto parlato con Carlo, l’altro figlio, ogni volta che l’accompagnavo per andare alla stazione di Roma.
Sei omosessuale…? Lo sentivo dentro da sempre. Non perché Alessandro avesse atteggiamenti effemminati. Aveva avuto anche due ragazze, forse tre. Forse perché in due anni fuori casa, all’università, dopo tante frequentazioni, tanti amici, tante amiche…mi sembrava strano che ancora non avesse trovato una compagna.
Le strade percorse si allontanano dalla città e prendono la direzione della montagna. Continuiamo a parlare in macchina e l’aria sembra più calda di quella che è realmente. Alessandro ha gli occhi lucidi. Racconta di sensazioni ormai vecchie di qualche anno. Racconta dei Frati Francescani che hanno ascoltato la sua condizione. Il mio cuore si apre. Si espande, come mai si era aperto. Arriviamo in una radura, all’ombra dei faggi che offrono refrigerio. Fermo la macchina. Invito Alessandro a scendere dalla macchina e scendiamo insieme.
Giro intorno all’auto, raggiungo Alessandro, fermo in piedi e lo abbraccio come mai ho abbracciato nessuno. Mentre lo abbraccio, tante sono le sensazioni che provo. Guardo il cielo azzurro, guardo il verde brillante degli alberi. Sento che ogni parola che mi esce dalla bocca non è una mia parola. Mi rendo conto di sentirmi “trasfigurato”.
Mi rendo conto che sto vivendo un istante che sempre mi rimarrà nel cuore. Quel che dico non è il frutto della mia mente. In quel momento sento forte la presenza di Dio che ci abbraccia entrambi. Abbiamo entrambi gli occhi umidi. L’aria ora è più serena. Considerando che avrò chiesto mille volte ad Alessandro se avesse una ragazza, ora esordisco con un candido…”Ok, però quando avrai il ragazzo, me lo farai conoscere”…non smentendo di una virgola il mio carattere di padre impiccione.
L’amore che ho provato per Alessandro in quelle poche ore è stato un amore mai percepito. Ho parlato con lui con serenità, con la gioia di avere un figlio così speciale. Ognuno di noi è unico su questa terra. Ognuno di noi è importante agli occhi di Dio. Ho cercato in ogni modo di infondergli fiducia e serenità. Non ho avuto, neanche per un milionesimo di secondo una sensazione di fastidio nei suoi confronti. Ho scoperto, grazie alla presenza Viva del Signore accanto a me, di quanto può essere bello essere Padre e Figlio.
Ricordo il giorno, ricordo l’ora ed il profumo dell’aria di quel giorno. Successivamente ho paragonato quel momento ad una seconda nascita. Ognuno di noi, diventando padre, accoglie una nuova vita ed è stravolto da forti emozioni. Diventare padre di un ragazzo omosessuale, che apre il suo cuore, che si offre con la sua vita ormai adulta…significa essere padre con più amore, con più determinazione, con la scelta consapevole di un amore immutabile ed infinito.
La gioia di un abbraccio. Un lungo abbraccio. La storia di un nuovo inizio.