Sono un pastore anglicano che ha deciso di celebrare i matrimoni gay
Intervista di Albert Torras i Corbella al pastore anglicano Paul Gibson pubblicata sul suo blog Soy gay y creo en Dios (Spagna) nell’agosto 2014, liberamente tradotta da Dino
“Non posso essere apertamente omosessuale in un’altra Chiesa. Sono indipendente ma cristiano, di una comunità cristiana che non è stata sancita ufficialmente.”.
Il reverendo Paul Gibson ci attende presso la sua comunità, nelle isole Canarie, dove è arrivato fuggendo dalla nebbia inglese. La sua fede in Dio l’ha portato ad aprire la sua comunità agli omosessuali che desiderano unirsi in matrimonio. Il clima idilliaco delle Isole Fortunate è la cornice perfetta per una cerimonia curata in tutti i dettagli, in un giardino vicino al mare. Ma dov’è Dio in questa cerimonia all’americana?
Perché lei è arrivato alle Canarie?
Nel 2004 mi sono trasferito in Spagna per iniziare una nuova vita col mio compagno. Abbiamo avuto l’opportunità di visitare Gran Canaria e mi hanno proposto di svolgere il ministero sacerdotale in quest’isola, con la possibilità di officiare matrimoni inclusivi. Così ci siamo trasferiti qui per poter continuare la nostra vita in comune. Di fatto ci siamo sposati qui.
Che messaggio vuol dare a coloro che ritengono che essere gay sia peccato?
In inglese puoi dire che gay è l’acrostico di God Adores You, che Dio Ti Adora. Non vedo per quale motivo qualcuno dovrebbe rammaricarsi di essere omosessuale. Così come Gesù ha accolto tutte le persone nel suo ministero pastorale, anche noi lo facciamo. Non credo che essere omosessuali sia un peccato, e quelli che continuano ad affermarlo dovrebbero adottare un punto di vista più vicino alle Scritture. Ciò che fu scritto in un determinato modo è stato tradotto, in maniera maliziosa, con un’intenzione diversa. Si può essere omosessuali e cristiani senza alcun problema. Tutti i cristiani devono essere trattati allo stesso modo.
Che reazioni ha registrato quando ha officiato il primo matrimonio cristiano omosessuale in Spagna?
Alcune Chiese hanno denunciato la cerimonia e il fatto che si trattava di una cerimonia religiosa. Tutte le Chiese dell’isola hanno continuamente lanciato minacce e condanne a me e alla coppia che si era sposata. Ma di fatto questa non è la prima cerimonia gay con un’impronta religiosa. Inoltre, l’edificio che è stato usato è una cappella privata, non consacrata concretamente ad alcuna fede ma aperta a tutte le persone. In Spagna esiste per legge il diritto a contrarre matrimonio omosessuale e questo diritto deve comprendere l’opportunità di celebrare un matrimonio cristiano come gli altri. Sono stato attaccato sulla stampa e sugli altri mezzi di comunicazione, hanno detto che non appartengo ad una fede corretta, che non mi riconoscono come sacerdote, che dovrei marcire all’inferno… reazioni di gente poco cristiana, senza rispetto né interesse per altre religioni che non si conformano al loro ambito circostante, un ambito che è costantemente contrario alla Legge e alla parola di Cristo. Anche adesso lavoro affinché la legalità, alla quale si accorda un matrimonio cattolico, si estenda a qualsiasi matrimonio fatto da un’altra Chiesa. La mia risposta è sempre la stessa. Tutto il mondo è il benvenuto nella mia Chiesa, io non discrimino. Siamo una Chiesa reale in un mondo reale, che cerca di aiutare la gente reale.
Lei si definisce un sacerdote indipendente. Non c’è nessuna Chiesa dietro di lei?
Non posso essere apertamente omosessuale in un’altra Chiesa. Io sono indipendente ma cristiano, di una comunità cristiana che non è stata sancita ufficialmente. Abbiamo la nostra leadership, ma il ministero viene concretato nel modo ritenuto dal pastore conforme alle necessità dei fedeli. Questa è la strada da seguire, quella delle Chiese inclusive verso tutte le persone, che non discriminano la popolazione. Siamo fatti di Chiese e sacerdoti di tutte le religioni e gruppi religiosi, siamo più di 600 comunità a livello mondiale e siamo ogni giorno in aumento. Dal punto di vista legale, ho una lettera del Ministro di Giustizia che riconosce il mio sacerdozio; inoltre, la comunità di San Sebastian è registrata in Spagna.
Quasi tutti i vescovi parlano di una famiglia tradizionale e unica, rifiutando l’omosessualità e le coppie gay.
Questo è un segnale di come [la Chiesa Cattolica] sia lontana dal popolo. Quanti sacerdoti cattolici sono omosessuali! Ne conosco molto pochi che lo ammettono pubblicamente e costoro devono sempre portare avanti di nascosto le loro relazioni. Il concetto che ha la Chiesa Cattolica dell’omosessualità è sbagliato ed antiquato. È colpevole di discriminazione sessuale, di andare contro i diritti umani e le scelte personali. Un Paese che offre uguaglianza a tutti i suoi cittadini non può avere una religione di Stato, se questa non riconosce nemmeno i diritti civili.
L’omosessualità le è stata in qualche modo di disturbo nel corso del suo sacerdozio?
No, la gente ha saputo fin dal principio che sono omosessuale e che vivo col mio compagno, mio marito.
La maggior parte delle persone non mi discrimina per il fatto di essere omosessuale, ma lo ha fatto la Chiesa Cattolica. Non mi permettono di usare il tempio ecumenico di Gran Canaria perché sono omosessuale e mi accusano di sposare coppie omosessuali e di “dare il benvenuto alla mia adorazione personale”. Non è che tutto il giorno io vada proclamando con un cartello che sono omosessuale, ma se me lo chiedono lo dico. Non ho niente da nascondere. Personalmente credo che i sacerdoti omosessuali abbiano un più profondo senso della comprensione e dell’attenzione rispetto a quelli etero e possano offrire molto di più alla società.
Perché tante religioni perseguitano l’omosessualità? Di cosa hanno paura?
Hanno paura che possa arrivare il momento in cui vengano accusate di discriminare gli omosessuali e pertanto di essere considerate contrarie alla legge. Hanno paura del costante aumento delle Chiese indipendenti a fronte del declino delle Chiese tradizionali; nutrono timori infondati per colpa della cattiva conoscenza delle malattie a trasmissione sessuale…
È arrivato il momento che le principali Chiese adottino il messaggio che i cristiani omosessuali sono cristiani come tutti gli altri. È ormai ora che accettino che non ha senso parlare della non-discriminazione delle minoranze quando loro stesse discriminano così tanto.
Testo originale: Paul Gibson