Un vaccino sperimentale contro l’HIV entro uno anno
Articolo Di Anna Pazos del 2 gennaio 2013 pubblicato su elpais.com liberamente tradotto da Lidia Borghi
La comunità medica ha fatto un passo avanti nella ricerca di una soluzione definitiva contro il virus dell’immunodeficienza umana (HIV). Il team di ricercatori del Servizio di Malattie Infettive e AIDS dell’Ospedale Clinico di Barcellona ha presentato oggi i risultati di un vaccino terapeutico contro l’HIV i cui effetti sono i più incoraggianti fino ad oggi. I test, condotti in 36 pazienti che seguivano la terapia antiretrovirale (ART), hanno mostrato una riduzione di più di tre volte della carica virale nel 95% delle persone infettate, mentre nei pazienti del gruppo di controllo, che hanno ricevuto un placebo, tale riduzione non si è verificata.
Gli effetti positivi, tuttavia, cominciano a diminuire dopo la dodicesima settimana, per scomparire ad un anno dall’applicazione. “Il vaccino non è in grado di curare del tutto i pazienti. Il virus diventa resistente ai farmaci antiretrovirali dopo un po’ di tempo e ciò che noi vogliamo è raggiungere la cura funzionale”, ha precisato Felipe García, co-autore del lavoro di ricerca pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine.
L’obiettivo dei ricercatori è di perfezionare un vaccino che sia in grado di controllare la replicazione del virus HIV a tempo indeterminato. Ciò fornirebbe così una valida alternativa al cocktail di farmaci antiretrovirali, la cui durata per tutta la vita ha un costo elevato, oltre al disagio fisico per i pazienti. Per creare il vaccino i medici hanno utilizzato cellule dendritiche della parsona colpita, per poi contaminarle con parte del virus dello stesso paziente reso inattivo dal calore in laboratorio. Queste cellule, reinserite nel corpo del paziente, riescono a raggiungere i linfonodi e ad allertare il sistema immunitario dell’esistenza di HIV, innescando così la risposta immunitaria.
Per il momento il vaccino non sostituirà la TAR, poiché dopo un anno di applicazione il virus torna a presentarsi a poco a poco. “Questo vaccino non è un prodotto commerciabile. Anche se è scientificamente importante, deve essere integrato e ottimizzato prima di essere messo in vendita”, ha detto Josep Maria Gatell, che guida il team di ricercatori del Dipartimento di Malattie Infettive e AIDS della clinica ospedaliera. Gatell aggiunge che “tutto ciò che serve a raggiungere una carica retrovirale non rilevabile è accettabile”, perciò si continuerà ad indagare in quella direzione.
Il vaccino terapeutico, scoperto sotto il programma HIVACAT per la ricerca e lo sviluppo dei vaccini terapeutici e preventivi contro l’AIDS, apre la strada a studi complementari, con l’obiettivo di ottenere una cura funzionale delle persone infette. Questa cura non completa l’eradicazione totale del virus, ma un efficace controllo della sua replicazione per lunghi periodi o per tutta la vita, senza che sia necessario il trattamento. “Il vaccino definitivo sarà forse una combinazione di strategie diverse, magari sommando quello ad un secondo vaccino terapeutico oppure ad un farmaco che attivi l’infezione latente”, ha ipotizzato Gatell in relazione al futuro della scoperta. Sebbene il progetto HIVACAT abbia l’appoggio economico della “Generalitat de Catalunya” – l'”Obra Social La Caixa y Laboratorios Esteve” – Gatell ha posto in evidenza che il ritmo della ricerca potrebbe essere accelerato a fronte di fonti complementari di finanziamento.