Un vescovo cattolico africano si schiera per l’inclusione delle persone LGBT
Articolo di Terence pubblicato sul sito Queer Church News & Opinion (Stati Uniti) il 12 aprile 2016, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Molti commentatori della Amoris Laetitia hanno espresso il loro disappunto sul fatto che il promemoria di papa Francesco sul rispetto e la libertà dalla discriminazione degli omosessuali non fosse accompagnato da un’esplicita condanna per la persecuzione delle persone LGBT in molti paesi dell’Africa o per l’approvazione di sanzioni penali da parte di alcuni vescovi cattolici.
Comunque, almeno un importante vescovo africano la vede in maniera differente, dicendo che le parole del Papa “dovrebbero spronare la Chiesa africana ad abbracciare con tutto il cuore le famiglie africane e i loro membri LGBT”.
Agbonkhianmeghe E. Orobator SJ è un gesuita africano, che al momento presta servizio in Kenya come Provinciale per l’Africa orientale della Compagnia di Gesù, una posizione che detiene dal 2009. Autore, editore e docente al Hekima College Jesuit School of Theology di Nairobi in Kenya, padre Orobator è specializzato in etica e teologia della Chiesa e in religione nella società africana.
Scrivendo al settimanale National Catholic Reporter in merito alla sua recente risposta alla Amoris Laetitia, ammette che si sarebbe aspettato di più e dice che l’esortazione non è “innovativa”, aggiungendo: “Credo che ci sia ancora un cammino lungo prima di fare effettivamente dei passi coraggiosi e siamo tutt’ora in ritardo per quanto riguarda questioni critiche come ad esempio il ruolo delle donne nella Chiesa, le unioni omosessuali, i diritti riproduttivi, ognuno dei quali è affrontato nel documento”.
Ancora più bene accetta è la sua speranza che i vescovi africani accetteranno di fatto le parole di Francesco sul rispetto e la libertà dalla discriminazione e agiscano per accogliere i cattolici LGBT nella vita della Chiesa africana. Non possiamo che sperare che abbia ragione.
Un teologo africano risponde all’Amoris Laetitia
Inoltre, in un continente dove almeno 38 paesi criminalizzano l’omosessualità, l’incisivo appello del Papa per il rispetto della dignità umana, l’evitare ingiuste discriminazioni, le aggressioni, la violenza ed il portare avanti una guida pastorale rispettosa [paragrafo 250], dovrebbe spronare la Chiesa africana ad abbracciare con tutto il cuore le famiglie africane e i loro membri LGBT che sono stati stigmatizzati, emarginati ed esclusi dalla vita della Chiesa. I leader della Chiesa hanno bisogno di dissociarsi dai governi e dai politici che perseguitano le persone gay e mostrare rispetto per la loro dignità.
In Africa diciamo che la Chiesa è “la famiglia di Dio” e ciò implica che tutti sono i benvenuti, senza discriminazioni. Il segno distintivo di questa Chiesa e della Chiesa mondiale è l’ospitalità. Chiaramente Francesco si sta appellando alla Chiesa africana perché pratichi ciò che predica, diventando una Chiesa che accoglie tutti nella sua famiglia, senza discriminazioni.
Testo originale: Amoris Laetitia: African Theologian Anticipates LGBT Welcome, Inclusion!