Breve guida al coming out per giovani cristiani LGBT
Articolo di Susan Cottrell tratto dal sito FreedHearts (Stati Uniti), del 5 settembre 2013, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Fare coming out in famiglia può essere devastante. Non saprai come la prenderanno finché non glielo dirai… e allora è troppo tardi. Spero che questo testo (scritto con un amico gay) potrà essere d’aiuto. Jacob, questo è per te.
Siate onesti. Questo è il suggerimento fondamentale e anche il più importante. È così facile stemperare la verità di ciò che si sta dicendo con paura, ma ciò alla lunga non paga. Invece, siate onesti e chiari riguardo la verità della vostra esperienza e dei vostri sentimenti.
Se avete incertezze, va bene essere onesti anche riguardo a queste. Si deve guardarle bene in faccia, così le si potrà affrontarle.
Raccontatelo prima ad un amico. Se avete un amico intimo e fidato, che non sia di famiglia, dovreste pensare di dirlo prima a lui. Questo vi darebbe una sorta di “campo di pratica” con qualcuno di cui avete fiducia, rendendo più semplice il coming out la seconda o la terza volta. Ovviamente, chiedetegli di non dire assolutamente nulla fino a che siete pronti a dirlo ad altri.
Rispondete ad alcune domande prima che ve le facciano. Dal momento che alcuni possono interrogarsi sull’argomento, credo sia molto più semplice cercare di rispondere ad alcune delle loro domande prima che vengano poste. Piuttosto che dire solamente “Sono gay” e aspettare le reazioni, raccontate loro un po’ del vostro percorso.
“Provo questi sentimenti da molto tempo” o “so di avere un/a fidanzato/a [del sesso opposto al mio], ma non provo per lui/lei certi sentimenti.” Questo tipo di risposte preventive possono anche aiutare a disinnescare domande imbarazzanti od offensive che invece potrebbero farvi.
Perdonate. Per molti genitori cristiani, questo è un mondo tutto nuovo, ancor più nuovo di quanto lo sia per voi. Sappiate che, nella loro confusione, potrebbero dire cose spiacevoli. Mentre è importante accettare questo dolore, e comunque dire loro (subito o più tardi) che vi hanno detto cose molto dolorose, non aiuterete la comunicazione se ve ne andrete via infuriati perché vi hanno chiesto cose del tipo: “Hai provato a non essere gay?”.
Invece prendetevi un attimo per respirare, e ricordate che vi siete già preparati da tempo, ma per loro è uno shock. Meglio ancora, perdonateli prima del tempo. Ricordatevi che c’è una buona probabilità che dicano qualcosa di sbagliato, ma questo non significa che non vi amino più.
Date loro tempo per ascoltare Dio. La maggior parte dei genitori cristiani hanno interiorizzato dalla Chiesa che l’omosessualità è un peccato e una scelta. Queste credenze sono così irremovibili (a causa della ripetizione continua durata anni) che solo Dio può toglierle di mezzo! Date loro tempo.
Offrite loro delle risorse (qui e qui) per venirne a capo. Non sto giustificando minimamente la loro reazione negativa – il loro compito è amare senza condizioni. Ma questo potrebbe aiutarvi a capire che la loro riluttanza non è affatto nei vostri confronti.
Chiedete loro una preghiera. È una cosa semplice, ma dice molto. Testimonia che siete sempre loro figli, e che il coming out non ha cambiato la vostra relazione con Dio. Una delle cose più difficili da capire per i miei amici e le loro famiglie è stata che la mia fede e il mio orientamento sessuale erano perfettamente compatibili; molti pensano che ho scelto il mio orientamento a dispetto della fede. Non è così!
Siate solo certi di sapere quali specifiche preghiere si vogliono: chiedete di pregare perché non siate vittime di bullismo, perché Dio vi guidi nel coming out con gli altri, per una più profonda crescita e felicità nelle vostre relazioni.
Questo li aiuta a capire che non lo vedete come “un problema da superare”, e infatti va bene anche chiedere loro specificatamente che non preghino per farvi cambiare. Invece, chiedete loro di pregare perché sappiate qual è il progetto di Dio per voi e preghiere propositive che li aiutino a capire i vostri desideri e le vostre speranze.
Siate sicuri. Tragicamente, alcuni di voi potrebbero avere genitori che sono molto omofobi. Mi spiace per quello che dovete fronteggiare. Se, con i genitori, avete paura per la vostra sicurezza, avete un paio di possibilità. Primo, trovate uno o due membri della famiglia di cui vi fidate completamente – magari uno zio, una zia o una guida spirituale – e ditelo prima a loro.
Quando siete pronti a dirlo ai vostri genitori, potete chiedere loro di stare con voi per proteggervi. (Questo vale soprattutto se la persona in questione ha una stazza notevole). L’altra opzione è di dirlo ai genitori a distanza, al telefono o con una lettera/e-mail. Mentre di solito è meglio parlare di persona dove la comunicazione è semplice, farete un’eccezione se avete paura per la vostra sicurezza fisica o emotiva.
Non mettetevi nei guai da soli. Da ultimo, se siete davvero spaventati, consiglio vivamente di aspettare fino ai diciotto anni, così avrete, se necessario, la possibilità di andarvene.
Dirlo a loro non vuol dire dirlo a tutti – a meno che… Se non siete pronti a farlo sapere ad altri famigliari o amici, dite di mantenerlo riservato. Chiedete loro di non dirlo a vostro fratello o a vostra sorella, a zia Maria, o anche a “compagni di preghiera”. Dite loro che lo rivelerete a queste persone con i vostri tempi, e che è importante che glielo diciate personalmente.
Se non credi che possano mantenere riservata la cosa, allora è un altro paio di maniche. In questo caso, pensate a persone alle quali vorreste parlarne personalmente (fratelli, nonni ecc.) e preparatevi a dirglielo quando sono tutti insieme o entro breve tempo (prima o dopo) cosicché lo sappiano proprio da voi e non dai vostri genitori.
Non abbiate paura. L’imperativo divino più ripetuto è “non abbiate paura”. Praticamente ogni volta che un angelo appare nelle Scritture, immediatamente inizia con la stessa imposizione: “Non abbiate paura”. Quando si è davanti all’ignoto, il nostro primo istinto è avere paura. Perché? Perché è qualcosa al di fuori del nostro controllo. Abbiamo paura delle cose che non possiamo cambiare ma che potenzialmente potrebbero cambiare noi. La verità è che non potete controllare la reazione dei vostri genitori – ma potete controllare la vostra.
Potrebbero rifiutarvi, esitare per un po’, accogliervi a braccia aperte, o reagire in altri cento modi. Il fatto che voi non possiate controllare le loro reazioni, vi dà un’incredibile opportunità: aggrapparsi alla verità dell’amore di Dio in caso di rifiuto.
Sì, sarà una grande perdita se sceglieranno di rifiutarvi, e sarà salutare rattristarsene. Ma affidarsi a Dio significa che non importa quel che fanno, non possono togliervi il Suo amore, o la verità che Lui è presente nella vostra vita. Qualsiasi cosa possa accadere, non abbiate paura, perché Lui è il vostro Dio.
Una raccomandazione: questa non è una formula a prova di errore. Alcuni genitori risponderanno con crudeltà, e non c’è nulla che si possa fare. Com’è il mondo e come dovrebbe essere sono due cose diverse, e questo include la famiglia. Mi raccomando, procedete con cautela.
Testo originale: A Guide to Coming Out to Christian Parents