Una casa per tutti. Un appello cattolico per la non discriminazione delle persone LGBTQ
Dichiarazione “A Home for All A Catholic Call for LGBTQ Non-Discrimination” (Una casa per tutti. Appello cattolico per la non discriminazione delle persone LGBTQ) lanciata dall’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 9 agosto 2021, liberamente tradotta da Giacomo Tessaro
Il 9 agosto 2021 New Ways Ministry ha pubblicato una dichiarazione teologica per la fine delle discriminazioni contro le persone LGBTQ, firmata da più di 250 teologi, vescovi, professori e scrittori (ndr e da numerose associazioni cattoliche di tutto il mondo, tra cui anche da La tenda di Gionata)
La dichiarazione, intitolata Una casa per tutti. Appello per superare la discriminazione delle persone LGBT+ nella Chiesa Cattolica, spiega perché i cattolici possono e dovrebbero sostenere e proteggere le persone LGBTQ. Leggiamo nel documento:
“Dato che le persone LGBTQ soffrono di ingiuste discriminazioni, dovute alle legislazioni e alle istituzioni sociali, la nostra fede cattolica ci spinge decisamente a prendere posizione a favore del principio di non discriminazione. Non discriminare avrebbe il potere di alleviare le sofferenze delle persone LGBTQ, di garantire loro pari opportunità, e in molti casi di salvare la loro vita […]
“Noi cattolici, teologi, studiosi, vescovi, scrittori e membri del clero affermiamo che la dottrina cattolica ha la capacità di porre fine alle discriminazioni contro le persone LGBTQ; affermiamo che il Concilio Vaticano Secondo richiede che “ogni genere di discriminazione circa i diritti fondamentali della persona […] deve essere superato ed eliminato” (Gaudium et spes, n. 29); affermiamo che la dottrina cattolica non dovrebbe essere utilizzata per opprimere le persone LGBTQ negando i loro diritti, diritti che si radicano nella loro intrinseca dignità umana e nella dottrina sociale della Chiesa”.
La realtà delle persone LGBTQ, tuttavia, non è certo fatta di dignità umana rispettata e di uguaglianza sociale compiuta.
La dichiarazione sottolinea i molti modi in cui le persone LGBTQ vengono discriminate nell’ambito sanitario, nel mondo del lavoro, nei rapporti con le forze dell’ordine e nei luoghi di ristoro e di svago, e tali discriminazioni, aggiunge la dichiarazione, “sono rafforzate da pregiudizi di genere, di razza, di religione, di classe sociale e da altri fattori”.
Tra i problemi in cui devono dibattersi molte persone LGBTQ ricordiamo l’essere obbligati a vivere di nascosto, le terapie riparative e l’alto tasso di suicidi. Così afferma il documento:
“Le Scritture affermano con vigore che Dio ascolta e reagisce al grido dei poveri e di chi soffre. La società non riesce a proteggere le persone LGBTQ, che quindi gridano per avere giustizia. Anche noi, in quanto discepole e discepoli di Gesù Cristo, dobbiamo ascoltare e reagire a questo grido, impegnandoci perché le leggi rimedino a tali gravi ingiustizie: fare qualcosa di meno significherebbe abdicare alla responsabilità che abbiamo, in quanto cristiani, di vivere pubblicamente il Vangelo impegnandoci per il bene di ogni persona, in particolare per chi vive ai margini”.
Per spiegare perché i fedeli cattolici possono e dovrebbero sostenere e proteggere le persone LGBTQ, la dichiarazione attinge alla dottrina sociale della Chiesa e ai suoi valori: il diritto di partecipare alle dinamiche sociali, l’opzione preferenziale per gli emarginati e il conseguimento del bene comune:
“I cattolici si trovano quindi di fronte a un dubbio: come dobbiamo guardare alle iniziative per i diritti LGBTQ, con la lente dell’etica sessuale o con quella della giustizia sociale? Noi pensiamo sia assolutamente necessario, per i cattolici e la gerarchia, affidarsi alla tradizione cattolica di giustizia sociale. Già nel 1983 la Conferenza Cattolica dello Stato di Washington dichiarava che “[…] il pregiudizio contro gli omosessuali va contro le norme della morale cristiana più degli atti omosessuali stessi”. In questo passo vediamo ben espressa l’idea che opporsi alla discriminazione è un’esigenza etica superiore a qualsiasi etica sessuale o di genere. È un concetto fortemente radicato nella tradizione cattolica”.
La dichiarazione si conclude insistendo sul fatto che ora è il momento giusto per sostenere pubblicamente la non discriminazione verso le persone LGBTQ, perché sentiamo “l’urgenza di prevenire la sofferenza e le violazioni dei diritti civili” e perché “l’atteggiamento di fronte alle persone LGBTQ, sia da parte della Chiesa che della società, è cambiato significativamente, in molti modi”, tra cui le nuove scoperte scientifiche sulla sessualità e il genere, le testimonianze di come “la rivelazione di Dio si manifesta in modi sani, santi e totali in ogni persona, comprese le persone LGBTQ”, e il grande sostegno che queste ultime ricevono dai laici negli Stati Uniti:
“La nostra Chiesa sta poi sottolineando sempre di più la sua dottrina sociale come aspetto costitutivo della sua missione evangelizzatrice. La Chiesa Cattolica, galvanizzata dal ricordo pericoloso di chi sta ai margini della storia, proclama il Regno di Dio soprattutto quando proclama la giustizia sociale. Si tratta di un riorientamento iniziato con il Concilio Vaticano Secondo, e poi sviluppato a livello teologico e magisteriale negli ultimi sessant’anni, che invita i cattolici e tutte le persone di buona volontà a cercare la pace e farsi facitori di giustizia ovunque esistano iniquità e sofferenze. Se la vocazione alla giustizia della nostra Chiesa non includerà le persone LGBTQ, che già devono affrontare innumerevoli forme di discriminazione, il suo impegno per la giustizia in altri campi non verrà preso sul serio”.
Il documento si conclude con un appello a tutti i cattolici a sostenerlo, così come a sostenere la causa delle personeLGBTQ, che attualmente sta venendo discussa non solo all’interno della Chiesa, ma anche nella società.
Testo originale: 250+ Theologians, Church Leaders Endorse New Ways Ministry Non-Discrimination Statement