Una comunità che condivide tutto (Atti 2:42-47)
Riflessioni bibliche* di Kathy McCallie e Deborah Appler tratte dal progetto Out in Scripture (Stati Uniti), del gennaio 2008, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Atti 2:42-47 descrive la società che Dio ci chiama a costruire in questo mondo. Attraverso azioni di fratellanza, insegnamento, preghiera e condivisione del cibo questa nuova comunità è intimamente consapevole dei bisogni dei suoi membri, sia a livello locale che globale.
Questo gruppo esordiente, fortificato dallo Spirito Santo e fornito delle sue tradizioni giudaiche di giustizia, rettitudine e shalom, vende tutte le sue ricchezze e distribuisce il ricavato “secondo il bisogno di ciascuno” (versetto 45). Le nostre comunità LGBT hanno ispirato la società unendosi e condividendo con generosità le loro risorse in risposta alla pandemia di HIV/AIDS.
In casi simili, quando l’unione fa la forza, possiamo assaporare la misteriosa gioia della comunità primitiva descritta in Atti. Coloro che credevano nella missione continuavano questa prassi “con letizia e semplicità di cuore” (versetto 46) e continuavano a spezzare il pane insieme. Le notizie di questa comunità correvano come il fulmine e altri vi si unirono (versetto 47).
– Immaginate di fare parte di un gruppo così unito nella missione e nello spirito da essere costantemente gioioso, anche quando condivide ciò che possiede. In che modo la vostra comunità co-crea questo tipo di comunità, dentro e fuori dei suoi confini?
Molti pasti condivisi, molti viaggi al Tempio di Gerusalemme, in cui interagiva con la comunità giudaica, fornivano alla comunità la forza per agire. Forse camminare per la città, essere testimoni della sofferenza e condividere i pasti e le preghiere fornivano uno spazio sacro perché lo Spirito potesse agire e far muovere la comunità verso la giustizia. Chi tra noi vive in nazioni relativamente ricche è tentato ogni giorno dal materialismo e dall’individualismo radicale; ma noi persone LGBT sappiamo cosa vuol dire staccarsi da tutto questo. Questo passo biblico ci incita ad essere generosi nel mettere in comune le risorse per il bene comune. Ironicamente, la gioia non sta nell’abbondanza di cose belle ma nel condividerle!
Il Salmo 22 (23) ci ricorda che siamo al sicuro e amati esattamente come siamo ora. Dio ci sorveglia, ci guida e ci fornisce ogni minima cosa di cui abbiamo bisogno. “Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla” (versetto 1). Che bella notizia per coloro a cui è stato detto di essere sbagliati, di aver bisogno di essere raddrizzati o di non essere inclusi nell’amore di Dio! Il salmo promette alla comunità che, per quanto possa vivere tempi difficili, Dio è presente per guidarla e sostenerla, anche nella valle oscura. Il salmo ci ricorda anche che Dio fornisce tutto in abbondanza. Non dobbiamo ammassare ricchezze per i tempi di vacche magre a spese della comunità globale se riponiamo la nostra fiducia in Dio. Nonostante ciò, ad alcuni viene ingiustamente negato il loro pane quotidiano. Spesso questo è il risultato dell’avidità dei potenti, molti dei quali si considerano cristiani. Dio prepara una mensa abbondante per tutti. È responsabilità di una comunità giusta e sana far sì che tutti siano serviti e forse anche arrivare a condividere la mensa con i nostri nemici.
– Quali attività o pratiche vi aiutano a farvi riposare nella gioia e nella certezza di essere in salvo e prediletti da Dio? In che modo potreste fare più spazio a queste esperienze?
Giovanni 10:1-10 si rivolge alla comunità cristiana e, a prima vista, appare piuttosto esclusivo. Porte e recinti sono fin troppo famigliari a chi è stato sbattuto fuori dalla comunità perché non condivide gli insegnamenti che vi dominano, per esempio sulla sessualità, il genere o la razza.
– Quando vi siete sentiti sbattuti fuori da una comunità di fede? Quando avete sbattuto la porta in faccia a qualcuno?
C’è una buona notizia. Le Chiese, i leader religiosi e i televangelisti non possono certo decidere chi è “dentro” e chi è “fuori” della comunità cristiana. Diciamoci la verità: anche noi abbiamo la nostra opinione su chi dovrebbe o non dovrebbe fare parte della nostra comunità di fede. Impedendo alla gente di entrare, corriamo il rischio di essere esclusivi. Tuttavia, vi sono occasioni in cui le persone che portano dolore e morte nella comunità devono esserne escluse per il bene della comunità stessa. Per i cristiani, l’unica persona autorizzata a decidere in via definitiva chi può varcare la porta e unirsi agli altri è Gesù, il Cristo.
Il “ladro” (versetto 10: le persone violente e intolleranti, o coloro che vomitano odio, coloro che minacciano la salute del popolo di Cristo) possono saltare il recinto ma dovrebbero essere evitate perché l’opera di co-creazione di comunità sane e giuste possa continuare. Gesù promette vita in abbondanza, anche per i ladri che cambiano vita!
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La nostra preghiera
Dio di abbondanza
aiutaci a co-creare con te comunità sane
in cui tutte le nostre risorse possono essere condivise,
ciò che possediamo, il dolore, la gioia,
l’amore e le preoccupazioni,
la nostra salute e la nostra malattia,
tutto ciò che abbiamo e siamo.
Hai promesso, a noi e a tutto il nostro popolo,
vita, e vita in abbondanza.
Aiutaci a non cacciare gli emarginati dalle tue mense
ma che siano coloro che co-creano
il pasto con te.
Amen
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* I passi biblici sono tratti dalla Bibbia di Gerusalemme/CEI
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Testo originale (PDF): Ash Wednesday, Lent and Easter through Pentecost Sunday Year A