Una coppia gay in ricerca di Dio e del conforto di una benedizione
Estratto dal testo di padre Christoph Simonsen* contenuto nel saggio cattolico “Mit dem Segen der Kirche? Gleichgeschlechtliche Partnerschaft im Fokus der Pastoral” (Con la benedizione della Chiesa? Le unioni omosessuali nell’ottica della pastorale), a cura di Stephan Loos – Michael Reitemeyer – Georg Trettin, editore Herder (Germania), 2019, pp.126-127, liberamente tradotto da Antonio De Caro
L’autore del contributo, Christoph Simonsen, racconta che nel 1987 una coppia gay gli aveva chiesto se sarebbe stato disponibile a benedire la loro unione. Lui conosceva uno dei due, che era impegnato nella parrocchia come guida del gruppo giovanile, ed era apertamente omosessuale.
Il parroco, superiore di Simonsen, aveva ordinato che il giovane abbandonasse il suo incarico, perché non costituiva un buon esempio. Ma Simonsen si oppose all’ordine, che riteneva ingiusto ed umiliante. Questo conflitto divenne noto ad alcuni della comunità e una famiglia si sentì in dovere di imporre l’obbedienza alla retta fede.
Questa famiglia iniziò quindi a raccogliere firme nella comunità perché i fedeli evitassero di ricevere la comunione da Simonsen, accusato di frequentare omosessuali; egli, pertanto, non solo era ritenuto indegno e peccatore, ma potenziale fonte di malattie sessuali. Insicuro e angosciato, Simonsen si rivolse allora al suo vescovo K. Hemmerle: gli espose tutta la situazione e i dubbi della sua coscienza.
A quel punto il vescovo si alzò, poi si sedette al pianoforte che stava nella stanza e suonò il brano di un noto compositore omosessuale. Poi tornò indietro, si rivolse a Simonsen e disse in modo lapidario: “chi è in grado di creare qualcosa di così bello come questa musica, deve per forza avere ricevuto un grande dono da Dio. Il mio compito è scoprire e trasmettere il Bello nella mia vita e nella vita degli altri, nella condizione in cui mi trovo; e questo vale anche per la Chiesa”.
È quindi motivo di enorme amarezza che oggi, nella chiesa cattolica romana, ciò che quel vescovo ha definito un dono, venga trascinato nel fango e screditato con insinuazioni infamanti. Si tratta, piuttosto, di riconoscere ed apprezzare la molteplicità della vita e la capacità di amare che Dio ha posto nel mondo. Si tratta, sempre, di proteggere l’uomo che cerca Dio sinceramente, anche ascoltando le domande, le preoccupazioni e le paure del mondo di oggi. E di questa ricerca di Dio fa parte la richiesta di una benedizione.
Una teologia che lo neghi è una teologia impura, poiché vorrebbe negare che la Chiesa sia un luogo per incontrare Dio e invece finisce per ferire le persone omosessuali, ma anche per danneggiare la Chiesa stessa (p. 127).
Trovare riconoscimento e conforto è un’esperienza di cui ogni uomo e ogni relazione hanno bisogno per poter crescere. Una benedizione è consolazione, conferma, incoraggiamento ed esortazione: e la presenza di Dio è personale e spirituale, non può essere vincolata da norme o divieti.
* Christoph Simonsen, nato il 1956, è un sacerdote che si occupa di formazione nella pratica pastorale e di teoria psicoanalitica.
Testo originale: Zuspruch, Gottsuche und ein Segen