Una fede oltre i generi. Un pastore transgender e la sua chiesa
Articolo di Electa Draper tratto dal The Denver Post (Stati Uniti) del 14 marzo 2011, libertamente tradotto da Lorenza
Il rev. Malcolm Himschoot ha conosciuto trasformazioni profonde. Nato donna, Malcolm Himschoot ha scelto da adulto di diventare maschio, nonostante la paura della solitudine e della messa da parte da parte dei Cristiani.
Ha preso la sua decisione, quando a 21 anni, ha deciso di non suicidarsi, per lui vivere significa fare un salto di fede nella transizione di genere. Oggi è sposato, padre di gemelli di 3 anni, e ora è il pastore della chiesa liberale protestante di Douglas County (Colorado, Stati Uniti).
Oggi ha 33 anni. “Ho una vita al di là dei miei sogni più folli” (“I have a life beyond my wildest dreams”), dice Himschoot.
La Parker United Church of Christ ha nominato Himschoot come guida spirituale questo pomeriggio (ndr era il 14 marzo 2011) al the Mainstreet Center Auditorium.
“In questo giorno, celebriamo Dio che sta facendo una cosa nuova” dice Pam Thompson, uno dei fondatori della chiesa. “Troviamoci insieme in umiltà”. La chiesa, fondata 3 anni fa, è la prima chiesa del paese ‘Aperta e Affermativa’ (Open and Affirming church) e proclama i suoi valori anche proclamando Himschoot pastore. Questa chiesa vuole essere progressiva, è una congregazione che vuole essere “una Terra completa, solo di Pace, dove Dio continua a parlare”. Il suo motto è “Accogliamo chi accoglie tutti, qualunque egli sia” (“We welcome everyone who welcomes everyone else”).
La congregazione è formata da 60 persone e sta aumentando. Il decano della chiesa, Karen Kepner ha detto che Himschoot sembra capace di relazionarsi con tutti all’interno della loro chiesa.
Per lui, essere transessuale non domina il suo approccio pastorale, però “voglio essere onesto a questo proposito”, dice, “potrebbe essere una cosa del futuro o del passato”.
Himschoot non è un militante. Non milita per niente. E non vuole certo offendere nessuno. Prova, dice, solo compassione con tutti. Per un certo tempo, dichiarare la sua identità di genere era una questione di vita o di morte.
Himschoot è cresciuto in una famiglia cristiana in una città di montagne nel Colorado, vicino a Denver. È stato educato, come dice lui, in una visione della cristianità nella quale l’omosessualità – non si parla neanche di transessualità – era solo una cosa orrenda.
Ha due fratelli e lui si è sempre sentito come il terzo fratello, mai come una ragazza. E seppure la religione ha nutrito il suo spirito, racconta anche quanto si è sentito maltrattato dalla tradizionale visione (cristiana).
Ha lasciato casa a 18 anni. Ha fatto i primi anni di università (bachelor’s degree) all’Amherst College nel Massachusetts, poi ha lavorato come giornalista per la città per vari anni, però in tempo di crisi era più incline a confortare e a consigliare la gente che non a scrivere di loro.
“A 21 anni ho deciso di non uccidermi,” dice Himschoot nel documentario a lui dedicato, nel 2004, intitolato “Call Me Malcolm” (“Chiamami Malcolm”) dalla Filmworks Inc e dalla Chiesa Unita di Cristo (United Church of Christ). “Prima, era una questione aperta”.
Mentre faceva del volontariato presso orfani in Guatemala, è divenuto per lui chiaro che voleva diventare pastore.
“Quando battagli per un mondo più giusto, c’è molto spazio per incontrare lo spirito di Dio” dice Himschoot. “Mi ha cambiato”.
Era pronto a lottare con ciò che diceva la Bibbia a proposito del genere, come Giacobbe aveva dovuto da lottare con l’angelo. Ha lottato per la sua fede. I suoi erano distrutti quando ha detto loro di ciò che sentiva essere la sua identità di genere.
Non potevano scusare la sua transizione di genere, ma non hanno neanche allontanato il loro figlio. Lui ha chiesto se poteva tenere il cognome. E hanno detto di sì. Ha chiesto se poteva tornare per le riunione di famiglia. Hanno detto di sì.
Himschoot si è inscritto alla Scuola di Teologia nel 2000 (Denver’s Iliff School of Theology). La Scuola e la sua nuova chiesa, l’United Church of Christ di Washington Park, l’hanno completamente accettato.
Durante il seminario, nel 2002, ha fatto la sua transizione FtM (da donna a uomo, “female” to “male”) prendendo il nome Malcolm. Himschoot si è laureato poi è stato ordinato alla Chiesa di Washington Park nel maggio 2004.
L’anno dopo si è sposato con Mariah Hayden, che era una sua amica prima che i due s’innamorassero. Lei conosceva tutta la sua storia. Inizio il suo ministero a Denver e a Minneapolis, anche se sognava di avere la propria chiesa, ma non ha mai pensato di averla in una roccaforte conservatrice.
Ha sentito parlare di persone transessuali che operavano nella regione di Denver, però non conosceva nessuno con la propria chiesa.”E ‘giunto il momento” ha detto Carrie Gentile, decano della United Church of Christ (UCC, Chiesa Unita di Cristo)
Ci sono tante chiese United Church of Christ (UCC, Chiesa Unita di Cristo), ognuna è libera di scegliere se essere ‘Open and Affirming Church’, però la chiesa nazionale vuole che tutte accolgono omosessuali, bisessuali e transessuali.
Himschoot spera che la sua chiesa, sarà un faro, non un parafulmine. “A certe persone non va bene quando qualcuno non corrisponde al modello. Ma non c’è un modello che funziona per tutti” dice il rev Himschoot. “Ci sono tanti percosi buoni per camminare. Anche Gesù non corrispondeva al modello del suo tempo”.
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Testo originale: Church’s transgender pastor grateful for life “beyond my wildest dreams”