Una goccia nel mare. Come l’omofobia si radica in Francia
Articolo di Gaelle Dupont pubblicato sul sito de Le Monde (Francia) il 12 maggio 2015, liberamente tradotto da Marco
Il tumulto sul dibattito del matrimonio gay è passato, ma l’omofobia rimane a un livello elevato in Francia. L’associazione Sos homophobie martedì 12 maggio (2015) ha pubblicato il suo rapporto annuale che costituisce l’unico barometro disponibile in Francia su questo tema. Le cifre sono meno catastrofiche che quelle del 2014, ma mostrano “il radicamento” dell’omofobia in Francia, secondo il presidente dell’associazione Yohann Roszewitch.
La legge sul matrimonio gay è entrata rapidamente nei costumi con 10.000 unioni celebrate nel 2014, e anche la nuova visibilità dei genitori omosessuali non hanno fatto diminuire gli atti omofobi su vasta scala. L’associazione ha raccolto 2197 testimonianze nel 2014. C’è una diminuzione del 38% nei confronti del 2013, anno record, in cui aveva contato 3517 casi di violenza omofoba con un aumento del 80% rispetto al 2012.
“Sono i discorsi omofobi generici tenuti da esponenti politici ad essere diminuiti” osserva M. Roszewitch. Tuttavia l’aumento di violenze resta preoccupante, se si paragonano i dati degli ultimi anni con quelli del 2011, l’anno prima del dibattito sulla legge sul matrimonio per tutti. Le testimonianze d’omofobia vissute nella quotidianità: in famiglia, nell’ambiente scolastico o professionale sono stabili o addirittura in aumento. “L’omofobia nella vita quotidiana persiste” commenta M. Roszewitch.
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Un’aggressione ogni due giorni
Il numero di aggressioni rimane inquietante : sono diminuite del 14%, ma equivalgono lo stesso a un‘aggressione ogni 2 giorni. E poi sono solo quelle raccolte da SOS homophobie dunque solo una piccola parte del fenomeno. Altri fattori possono spiegare questo aumento di testimonianze ad esempio la maggiore propensione delle vittime a testimoniare e la notorietà crescente dell’associazione.
I comportamenti omofobi vengono descritti nei dettagli. Le ingiurie sono quelle più numerose (frocio di merda, froci bruciate all’inferno, brutta lesbicaccia, fate schifo…ecc), ma vengono denunciati anche sputi e botte (cazzotti, bottiglie spaccate in testa) .
Si segnalano anche molti casi di rifiuto e molestie come quello di Houda di 14 anni che ha fatto coming out nella scuola media a Yvelines e da allora in poi i suoi compagni e le sue compagne non vogliono più toccarla per paura di essere contagiati, e le hanno gettato delle pietre e consigliato di “buttarsi sotto il treno.”
Un gruppo di ragazzi della sua scuola l’ha spinta al di là del parapetto della scale, da allora non va più a scuola.
Il rapporto di Sos homophobie descrive anche il caso di Violette il cui padre dopo aver saputo che la figlia era lesbica l’ha picchiata talmente forte da romperle un braccio aggiungendo che “meritava di crepare tra le sofferenze più atroci”.
O ancora Pierre e Miguel che abitavano in un paesino da sei mesi, quando un nuovo vicino si è trasferito lì e ha iniziato a minacciarli sia con il cane, che con la pistola.
L’associazione ricorda che internet rimane il luogo privilegiato in cui si esprimono gli omofobi. La libertà di espressione viene invocata a sproposito per giustificare frasi gravemente offensive e violenze perseguibili per via giudiziaria (ingiurie, incitazioni alla discriminazione, inviti a compiere omicidi).
Esempio “Quando i veri uomini prenderanno il potere cuoceremo i froci nelle camere a gas come gli ebrei”; “Se ho un figlio gay lo ammazzo con le mie mani, sono omofobo e l’accetto”.
Sos homophobie apprezza la reazione di Twitter che cancella dalle sue “ tendenze” le parole chiavi omofobe che le vengono segnalate in modo da evitare l’effetto trascinamento. Le segnalazioni dell’associazione Sos homophobie sono prese in considerazione in maniera prioritaria dal 2013. Con lo stesso obiettivo dal 2014 anche Facebook e Google vengono monitorati. Nonostante i progressi fatti “i casi segnalati sono solo una goccia nel mare” osserva tristemente M Roszewitch.
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Testo originale: L’homophobie s’enracine en France