Una riflessione della parrocchia cattolica di Waterloo (USA) sulla pastorale con le persone omosessuali
Testo pubblicato dalla parrocchia cattolica di Waterloo nell’Iowa (Stati Uniti), nel 2015, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Gay e lesbiche nella Chiesa Cattolica. Molti cattolici (inclusi gay e lesbiche cattolici) sono confusi e male informati sulla condizione delle persone gay e lesbiche nella Chiesa Cattolica; il risultato è che molti cattolici gay e cattoliche lesbiche non riescono a partecipare pienamente alla vita spirituale e sacramentale della Chiesa, e molte parrocchie cattoliche non sono in grado di accogliere e integrare come dovrebbero i cattolici gay e le cattoliche lesbiche.
Se sei un gay cattolico o una lesbica cattolica, la prima cosa che dovresti sapere è che le persone omosessuali sono sempre le benvenute in una comunità di fede cattolica.
– Una persona omosessuale cattolica che vive una vita casta e celibe è un/a cattolico/a in regola e ha il diritto di partecipare in maniera integrale alla vita spirituale e sacramentale della parrocchia.
– Una persona omosessuale cattolica che ha regolari rapporti sessuali o ha un/a partner fisso/a, con cui ha regolari rapporti sessuali, è considerata un membro della Chiesa che vive al di fuori dei confini di una vita casta e celibe ed ha il diritto di partecipare in via limitata alla vita spirituale e sacramentale della Chiesa, esattamente come le persone eterosessuali nelle medesime circostanze [vale a dire, che hanno rapporti sessuali senza essere sposate, oppure sono divorziate, n.d.t.].
La dottrina cattolica traccia un’importante distinzione tra persona omosessuale, attrazione per le persone dello stesso sesso e atti omosessuali:
– La Chiesa predica la dignità e il valore di ogni essere umano, a prescindere dall’orientamento sessuale. Il Catechismo della Chiesa Cattolica insiste sul fatto che le persone omosessuali “devono essere accolte con rispetto, compassione, delicatezza” (paragrafo 2358).
Scrivono i vescovi statunitensi: “Nulla nella Bibbia o nella dottrina cattolica può essere utilizzato per giustificare pregiudizi e comportamenti discriminatori”.
– Alcuni documenti della Chiesa (ma non il Catechismo) descrivono l’attrazione per le persone dello stesso sesso come “oggettivamente disordinata”. Questo sta a significare che l’attrazione omosessuale tende a ricercare il suo soddisfacimento in atti sessuali che non posseggono il significato creativo e non soddisfano lo scopo della sessualità umana così come stabilita da Dio e ordinata al Suo scopo creativo.
I vescovi statunitensi sottolineano come l’attrazione omosessuale non sia in se stessa peccaminosa e come Dio non ami meno una persona dall’orientamento omosessuale di una persona dall’orientamento eterosessuale.
– La Chiesa considera gli atti omosessuali come “intrinsecamente disordinati” in quanto, contrariamente alla legge naturale, “precludono all’atto sessuale il dono della vita” e “non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale” (Catechismo, paragrafo 2357).
Questa è la ragione per cui le persone omosessuali cattoliche, come le persone cattoliche non sposate, sono chiamate a una vita di castità, la quale limita il legittimo esercizio dell’attività sessuale all’interno del matrimonio sacramentale. Questa è anche la ragione per cui la Chiesa non riconosce le unioni civili omosessuali come matrimoni sacramentali.
La Chiesa crede che le persone omosessuali cattoliche possano e debbano crescere nella perfezione cristiana attraverso la pratica delle virtù cristiane, le amicizie caste, la preghiera e la ricezione dei sacramenti (Catechismo, paragrafi 2358 e 2359).
“Tendiamo la mano ai nostri fratelli e alle nostre sorelle omosessuali […] Anche se a volte potete sentirvi scoraggiati, feriti o arrabbiati, non voltate le spalle alle vostre famiglie, alla comunità cristiana, a tutti coloro che vi amano. In voi si rivela l’amore di Dio. Siete sempre nostri figli.” (Conferenza Episcopale Statunitense su Matrimonio e Famiglia, Lettera pastorale Always Our Children (Sempre nostri figli), 1997
Partecipare alla vita della Chiesa: guida per cattolici gay e cattoliche lesbiche
Quelle che seguono sono linee guida generali. Per le vostre circostanze personali, consultate un sacerdote, un responsabile pastorale o un confessore.
Le persone cattoliche omosessuali che non hanno rapporti sessuali vivono una vita casta e sono in regola con quanto prescrive la Chiesa Cattolica. Sono libere di partecipare a pieno titolo alla vita spirituale e sacramentale della comunità cattolica.
Per esempio, se sei omosessuale e vivi una vita casta, puoi…
– ricevere l’Eucarestia, a meno che altri gravi peccati lo impediscano;
– celebrare i sacramenti della Riconciliazione, della Cresima e dell’Unzione degli infermi;
– avere un funerale cattolico ed essere inumato in un cimitero cattolico;
– essere padrino o madrina di Battesimo e di Cresima e testimone di Matrimonio cattolico;
– essere ministro liturgico: lettore, ministro dell’Eucarestia, ministro ospedaliero, musicista o cantore;
– fare parte del consiglio e dei ministeri parrocchiali;
– battezzare i tuoi figli e iscriverli a una scuola cattolica;
– fare il catechista in parrocchia e insegnare in una scuola cattolica.
Alla stregua delle persone eterosessuali, le persone omosessuali cattoliche che violano occasionalmente la virtù della castità devono ponderare la natura dell’atto, le circostanze particolari in cui esso ha avuto luogo e il loro comportamento e intenzioni generali prima di decidere di celebrare il sacramento della Riconciliazione.
Le persone omosessuali cattoliche che hanno rapporti sessuali regolari, che hanno una relazione fissa o sono unite in matrimonio o unione civile che contempla relazioni sessuali sono considerate membri della Chiesa che vivono al di fuori dei confini di una vita casta e celibe. Sono liberi di partecipare alla vita della comunità cattolica, ma non integralmente.
Per esempio, se sei omosessuale che ha rapporti sessuali regolari e deliberati, puoi…
– partecipare alla Messa, ma non ricevere la Santa Comunione o vedere riconosciuta la tua unione omosessuale come matrimonio sacramentale;
– partecipare alla celebrazione comunitaria della Riconciliazione e, se lo desideri, confessarti privatamente con un sacerdote sulla tua vita spirituale e il tuo posto nella Chiesa;
– celebrare il sacramento dell’Unzione degli infermi se in pericolo di vita;
– avere un funerale cattolico ed essere inumato in un cimitero cattolico;
– partecipare pubblicamente alla vita spirituale e sociale della parrocchia, ma senza poter accedere ad alcun ministero, né posizione dirigenziale;
– battezzare i tuoi figli e iscriverli a una scuola cattolica;
– fare il testimone a un Matrimonio cattolico, ma non il catechista, l’insegnante, il padrino o madrina di Battesimo o Cresima.
La Chiesa è una comunità inclusiva. Generalmente nessuno si aspetta che qualcuno riveli informazioni personali secondarie rispetto alla nostra comune identità di sorelle e fratelli in Cristo. Sei libero/a di discernere a chi e in quali circostanze rendere noto il tuo orientamento sessuale.
Cosa dicono i vescovi statunitensi sull’essere omosessuale e cattolico
Estratti da Always Our Children–A Pastoral Message to Parents of Homosexual Children and Suggestions for Pastoral Ministers (Sempre nostri figli. Messaggio pastorale ai genitori di figli omosessuali e suggerimenti per il ministero pastorale), pubblicata nel 1997 dal Comitato Episcopale Statunitense su Matrimonio e Famiglia.
L’orientamento omosessuale. L’opinione comune degli esperti è che sono molti i fattori che possono dare origine [all’orientamento omosessuale]: genetici, ormonali, psicologici […] L’orientamento omosessuale è generalmente vissuto come qualcosa di dato, di non liberamente scelto; perciò, in se stesso non può essere considerato peccaminoso, in quanto la moralità [di una condizione] presume la libertà di scelta […].
L’amore di Dio è per tutti. Dio ama ogni persona in quanto individuo unico […] Dio non ama qualcuno di meno solamente perché è omosessuale. L’amore di Dio è offerto a chiunque sia aperto a riceverlo, sempre e ovunque.
Il dono della sessualità. […] La sessualità è un dono di Dio. Essere creati maschio o femmina è parte essenziale del piano divino, in quanto è la sessualità (una misteriosa miscela di spirito e corpo) che permette all’essere umano di prendere parte all’amore creativo e alla vita di Dio.
La virtù della castità. […] Tutti sono chiamati a praticare la virtù della castità […] Castità significa integrare quei pensieri, sentimenti e azioni che riguardano la sessualità umana in modo da valorizzare e rispettare la propria dignità e quella degli altri […] Vivere e amare castamente significa comprendere che “solamente all’interno del matrimonio il rapporto sessuale è veramente simbolo del disegno duale del Creatore in quanto atto che simboleggia un patto d’amore, che possiede il potenziale di co-creare una nuova vita umana”.
Il comportamento omosessuale. […] Il piano di Dio prevede che il rapporto sessuale abbia luogo solamente nel contesto del matrimonio tra un uomo e una donna [e che] ogni atto sessuale sia aperto alla eventuale creazione di vita umana. [Dato che] il rapporto omosessuale non può soddisfare queste due condizioni […] la Chiesa insegna che il comportamento omogenitale è oggettivamente immorale; fa però un’importante distinzione tra il comportamento e l’orientamento omosessuale, che non è in sé immorale.
Rispetto per la persona umana. Per la dottrina della Chiesa è chiaro che i fondamentali diritti umani delle persone omosessuali devono essere difesi e che ciascuno di noi deve sforzarsi di eliminare ogni forma di ingiustizia, oppressione o violenza contro di esse […] Nulla nella Bibbia o nella dottrina cattolica può essere utilizzato per giustificare pregiudizi e comportamenti discriminatori.
La comunità di fede. […] Tutte le persone omosessuali hanno il diritto di essere accolte nella comunità [di fede], di ascoltare la parola di Dio e di beneficiare di cura pastorale. Le persone omosessuali che vivono una vita casta dovrebbero avere l’opportunità di guidare e servire la comunità. Tuttavia, la Chiesa ha il diritto di negare ruoli pubblici di servizio e leadership a qualsiasi persona, omosessuale o eterosessuale, il cui comportamento pubblico viola apertamente la sua dottrina.
Come possiamo aiutare…
La comunità cattolica di Waterloo [in Iowa, USA] è disponibile a incoraggiare e sostenere i nostri fratelli gay e le nostre sorelle lesbiche. Invitiamo le persone omosessuali cattoliche a partecipare al meglio delle loro potenzialità alla vita spirituale e sacramentale della comunità cattolica.
Ti invitiamo a…
– scegliere una parrocchia in cui ti senti a tuo agio e assistere regolarmente alla Messa in quella parrocchia, anche se non puoi accostarti alla Comunione;
– partecipare ai gruppi di ascolto e condivisione e a ogni altra occasione di arricchimento spirituale e crescita personale;
– partecipare alle occasioni di volontariato e ai gruppi per la giustizia sociale della parrocchia;
– iscrivere i tuoi figli a una scuola cattolica e al catechismo;
– abituarti alla preghiera regolare, allo studio e alla devozione, in modo da riflettere sull’amore e la sollecitudine di Dio verso di te e verso chi ami;
– scegliere un sacerdote, un responsabile alla pastorale, un confessore o un/a padre/madre spirituale con cui discutere regolarmente la tua crescita personale e spirituale;
– chiedere il nostro aiuto se hai famigliari o amici che hanno difficoltà ad accettare la tua omosessualità.
Testo originale: Information for Gay & Lesbian Catholics