Una risposta pastorale cattolica per le persone gay e lesbiche del popolo di Dio (Prima parte)
Riflessioni di Fr. Joseph Fortuna* pubblicate sul sito della pastorale LGBT della Diocesi cattolica di Cleveland (USA)**, liberamente tradotte da Vilian
La nostra cultura popolare Americana ha solo recentemente riconosciuto il fatto che alcuni esseri umani tra noi sono gay o lesbiche. Ci sono state molte attenzioni sulla questione, alcune delle quali cercavano di essere sensibili ed oneste. Altre sono state malevoli e derisorie. Altre ancora provarono a suscitare umorismo. Quasi nessuna di queste però è seriamente entrata nel merito degli aspetti legati alla fede. Non vi chiedo di accettare ciecamente queste mie asserzioni, ma di pensare per un momento di ciò che avete sentito dire e visto in questi ultimi mesi. Ellen (ndr una famosa attrice americana) è “uscita allo scoperto” di fronte a tutto il mondo, ammettendo apertamente che è lesbica. Nonostante e considerando che questa cosa è stata fatta nel contesto di una sitcom, il suo gesto è stato serio e rischioso.
Non tanto tempo fa “The Plain Dealer” pubblicò un articolo molto cupo su Robbie, lo studente dell’Istituto Superiore St. Ignatius che commise suicidio dovuto almeno in parte alla sua identità omosessuale.
Jay Leno, i cui humor e politiche venivano spesso visti come “liberali” (qualsiasi significato gli si possa dare a “liberali”) ha fatto spesso dell’humor che si potrebbe definire come “gay bashing”. Roseanne riprese l’ultima stagione della sitcom Ellen denunciando che l’intera famiglia di Ellen aveva fatto coming out come se fosse gay o lesbica.
Un particolare sviluppo della nostra cultura giovanile è molto disturbante perché prevede che la parola “gay” viene adesso utilizzata come termine di derisione che descrive qualcosa o qualcuno nei termini di “non figo,” “nerd,” o comunque stigmatizzato dal gruppo di persone più “in”.
Questi sono solo alcuni esempi dell’attenzione e dei discorsi mediatici avuti sui membri gay e lesbiche della nostra popolazione.
Da una parte, il fatto che vi siano queste espressioni potrebbe essere indicativo di una sana presa di coscienza. Dall’altro lato però, il modo in cui ciò si sta verificando da adito a sospetti sulle motivazioni, consapevolezza e comportamenti di coloro che ne discutono.
Questi sospetti sono ragioni più che sufficienti per riguardare il nostro approccio verso le persone gay e lesbiche, ma ci sono anche altre due ragioni per farlo. La prima è che non c’è motivo di credere che la percentuale di persone gay e lesbiche possa essere diversa nella chiesa rispetto a qualsiasi altra parte della società.
Diverse ricerche dimostrano che la percentuale di Cattolici che divorzia o che hanno abortito o usato metodi contraccettivi sono all’incirca la stessa percentuale di persone tra quelle che non sono Cattoliche. In altre parole, io penso che riguardo l’omosessualità così come anche le altre situazioni sociali, la popolazione Cattolica rifletta pari pari la più ampia popolazione Americana.
La seconda ragione è che dal momento che alcuni membri del Popolo di Dio sono omosessuali, allora coloro non lo sono devono guardare ad essi con la stessa mente e lo stesso cuore di Cristo coi quali essi guardano ai membri eterosessuali. Nonché, chiunque è un membro del Corpo di Cristo porta a quel Corpo sia il bisogno di essere nutrito e supportato dal Corpo che il diritto e la responsabilità di servire la missione del Corpo. Durante i prossimi mesi rifletterò periodicamente su di un approccio Cattolico e pastorale verso le persone omosessuali. Propongo cinque parti di questa riflessione: (1) L’esperienza di essere gay o lesbica nella nostra cultura e nella nostra chiesa;
(2) Alcuni dati scientifici odierni sulle origini e natura dell’omosessualità; (3) Ciò che la Chiesa insegna circa l’omosessualità; (4) Cosa fare se scopri che tu, od un membro della tua famiglia o qualcuno che conosci è omosessuale; e (5) Il ruolo delle persone gay e lesbiche nel Corpo di Cristo.
Non ho nessun dubbio che ci sarà chi chiederà perché mai dovrei donare tutta quest’attenzione a quest’argomento. Ho già dato una motivazione: Dal momento che le persone nominano problemi di cui poi discutono, risulta essenziale che vi siano informazioni accurate ed una fede perspicace a contribuire al dialogo in essere
Un’altra motivazione guarda ai modi in cui noi trattiamo altri esseri umani, che è una parte fondamentale della nostra fede. Come poter amare i nostri fratelli e sorelle gay e lesbiche allo stesso modo in cui amiamo noi stessi è un’istanza indiscutibile del secondo grande comandamento donatoci da Gesù, citandolo, che dobbiamo amare il nostro prossimo come noi amiamo noi stessi. (E non dovremmo mai dimenticare che ciò è strettamente connesso al modo in cui noi amiamo Dio stesso.)
Infine, una terza e facilmente scontata ragione per cui trattare quest’argomento riguarda la pressione al rimanere zitti e di basso profilo che la cultura Americana mainstream impone verso le persone omosessuali. E’ grottesco che discriminazione ed omofobia spingono le persone ad essere molto caute nel rivelare ciò che sono. In altre parole, io sto trattando quest’argomento perché nonostante questo sia un argomento importante e legittimo d’esistere, ci sono però pochi luoghi dove se ne può parlare degnamente in un contesto di fede.
Per ora sono stato molto breve riguardo una mia lettura, le conversazioni e le rilfessioni generali su tutto ciò. Suppongo che molti altri si sentiranno tirati in causa come lo sono io. Del resto, non posso essere considerato in alcun modo un esperto di tale argomento, ma vi invito lo stesso a tenerlo in considerazione assieme a me come membro del Corpo di Cristo sperando di conoscere, vivere e servire affianco alle nostre sorelle ed ai nostri fratelli in modo sempre più autentico e fedele possibile.
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* Fr. Joseph Fortuna è stato ordinato sacerdote negli Stati Uniti nel 1980. Ha frequentato l’Università Cattolica di Washington DC, dove ha conseguito un dottorato in Teologia sistematica con un focus sulla Liturgia e la Teologia sacramentaria.
E’ stato membro della facoltà di teologia della St. Mary Seminary Graduate School, prima di diventare parroco della parrocchia Ascension Parish di Cleveland, dove ha prestato servizio per quasi sedici anni. Oggi continua a servire nella facoltà del seminario, oltre che come parroco di Our Lady of the Lak (Nostra Signora del Lago).
** Già pubblicato su “The Ascension of Our Lord”, bollettino della chiesa cattolica, estate 1997
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Testo originale: People of God Who are Gay or Lesbian: A Catholic Pastoral Response (First in a series)