Unità, non omologazione (Giovanni 17:11-19)
Riflessioni di don Fabio
“Non è che il Padre mangia a colazione il Figlio per essere uno con lui. È che ama il Figlio e lo fa diverso da lui proprio nel suo amore e resta totalmente altro e viceversa”, scrive padre Silvano Fausti!
Giovanni 17:11-19: “Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quelli che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi”.
Tutto il capitolo 17 del Vangelo secondo Giovanni, che mediteremo questa settimana, è una preghiera di intercessione nella quale Gesù ci affida al Padre! L’unico vero “intercessore”, l’unico vero “mediatore” è il Figlio, che chiede a suo Padre di farci uno come lo sono loro.
Ma attenzione! Non chiede che ci “omologhi”, ma che siamo uniti. Il che è totalmente differente! Il Padre resta il Padre, il Figlio resta il Figlio, e non si confondono tra loro, ma rimangono uniti con le loro peculiarità, differenze, unicità!
È lo stesso succede con noi! Gesù chiede che siamo uniti, ma non omologati. La tentazione di tutte le religioni, compresa la nostra, è invece proprio quella di avere un unico pensiero omologante, che non ti lasci esprimere e vivere la tua propria identità!
Ma questo non è ciò che Gesù ha chiesto per noi al Padre, e tantomeno è la volontà del Padre. Siamo straordinariamente unici, differenti, e per questo amati dal Padre!
Con affetto, Fabio!